IV.6 E-society, e-government, e-commerce
In coerenza con l'iniziativa eEurope adottata nel Consiglio
Europeo di Feira, il 19 e 20 giugno del 2000, il Governo ha varato un
"Piano d'Azione per la Società dell'Informazione". Le
tre aree di intervento riguardano il capitale umano (formazione,
istruzione e ricerca); l'e-Government (innovazione nei servizi della
Pubblica Amministrazione); l'e-Commerce (definizione di regole e
procedure per lo sviluppo del commercio elettronico).
Particolare attenzione è infine dedicata ai temi della concorrenza,
dell'accesso alle reti e delle infrastrutture. Il Piano d'Azione
considera la transizione verso la Società dell'Informazione come
priorità strategica e parte dal presupposto che le tendenze allo
sviluppo e all'adozione delle nuove tecnologie dell'informazione e
della comunicazione (ICT) siano largamente spontanee e decentrate.
Il ruolo del Governo è quello di accompagnare queste tendenze
investendo nei campi dell'istruzione, formazione e ricerca.
Partendo da questa premessa, il governo si propone di facilitare e
accelerare questo processo ponendo obiettivi concreti, già
raggiungibili e riscontrabili nel 2001, che non richiedono nuovi
strumenti legislativi e ricorrono al bilancio pubblico solo in minima
parte. L'obiettivo del Piano d'Azione è consentire all'Italia
di tenere il passo della competizione internazionale e integrare la
nuova economia nella società e nel sistema produttivo con
particolare attenzione ai settori meno favoriti e al Mezzogiorno.
Il metodo è quello della promozione, del coordinamento, della
diffusione delle best practices a livello locale e, dove
strettamente necessario, del cofinanziamento per lasciare comunque un
ruolo alle scelte del mercato. Il coordinamento a sua volta si basa
frequentemente su rapporti bilaterali volti a favorire l'investimento.
Il Governo ha posto in primo luogo grande attenzione agli interventi
volti alla valorizzazione del capitale umano, agendo a tutto
campo sul piano dell'efficienza e dell'inclusione, per evitare che
la società venga segmentata tra coloro che hanno o non hanno accesso
alle nuove tecnologie.
Le azioni per il capitale umano riguardano (I) le imprese, (II) il
territorio e i cittadini, (III) l'Università e (IV) la Scuola.
Gli obiettivi quantitativi riguardano:
- la formazione dei lavoratori dove si prevede di attivare
potenzialmente ogni anno 3 milioni di ore di formazione di base a
vantaggio di 150.000 occupati;
- la formazione primaria sulle nuove tecnologie a vantaggio di circa
200.000 giovani disoccupati del Mezzogiorno con l'attivazione di 4
milioni di ore di formazione;
- i portali locali e gli incubatori di aziende multimediali dove si
prevedono di attivare nel 2001 12 portali e 12 incubatori.
- l'apertura già nel 2001, di 40 centri multimediali in grado di
coinvolgere 80.000 utenti e di fornire 10.000 ore di formazione;
- la cablatura e il collegamento ad Internet di gran parte delle
scuole: ciò a favore non solo degli studenti ma di tutta la
comunità in quanto sarà possibile avere una diffusione capillare di
aule informatiche usufruibili al di fuori dell'orario scolastico;
- la nascita di 15 nuovi laboratori abbinati ad altrettanti corsi
universitari di natura tecnologica e economica;
- la costituzione di 5 centri di eccellenza dedicati alle ICT,
incardinati nelle Università;
- un grado diffusione medio di un computer ogni 25 alunni nelle
scuole elementari e medie e nelle scuole secondarie di II grado una
diffusione media di 1 computer ogni 10 studenti; avvalendosi della
CONSIP è previsto che la gran parte delle scuole siano dotate di aule
informatizzate, vengano cablate e che siano dotate di accesso ad
Internet.
L'alfabetizzazione e la formazione dei docenti sono stati ritenuti
fattori cruciali per il "successo" del Piano.
A favore dei docenti delle Scuole è stato varato un programma di
formazione in ICT che, di concerto con le Regioni e i Provveditorati,
permetterà di formare nel 2001 45.000 insegnanti grazie a 900.000 ore
di formazione.
Il Piano d'Azione prevede inoltre tappe certe per raggiungere nell'arco
di tempo di 10-12 mesi, e senza varare alcuna nuova legge, tre
obiettivi generali:
- migliorare l'efficienza operativa interna delle Amministrazioni;
- offrire ai cittadini e alle imprese servizi integrati e non più
frammentati secondo le competenze dei singoli enti di governo;
- garantire a tutti l'accesso telematico alle informazioni e ai
servizi, erogati dalle pubbliche amministrazioni.
Ai cittadini che richiedono un servizio non dovrà più essere
richiesto di fornire informazioni già a disposizione della Pubblica
Amministrazione, seppure trasmesse in altra occasione e ad altri Enti.
E neanche di indirizzare la propria richiesta all'Ufficio di stretta
competenza, secondo un'articolazione dell'Amministrazione che i
cittadini non sono tenuti a conoscere. Dovrà cadere anche il vincolo
territoriale, che oggi consente di rivolgersi solo all'Ente
competente secondo la residenza anagrafica.
Per fare un esempio concreto: basterà comunicare il cambio di
residenza o le variazioni anagrafiche una sola volta a un unico
sportello di front office, che ne informerà tutte le
amministrazioni interessate.
Protagoniste dell'innovazione dovranno essere le amministrazioni
locali, che nel modello decentrato e federale dello Stato
rappresenteranno il front office dell'intero sistema
amministrativo a disposizione diretta dei cittadini, mentre le
amministrazioni centrali svolgono il ruolo per lo più di back
office. Saranno però coinvolte tutte le istituzioni del Paese, a
qualsiasi livello: oltre a Regioni, Province e Comuni, scuole,
ospedali, Asl, centri per l'impiego, camere di commercio.
Tutte le amministrazioni e tutte le istituzioni del Paese saranno
stimolate a reingegnerizzare i processi di decisione e di erogazione
di prestazioni e servizi, a inventare nuovi servizi o a reinventare i
servizi tradizionali, utilizzando le straordinarie potenzialità della
rete.
Perché sia possibile integrare fra loro le attività e le funzioni
delle varie pubbliche amministrazioni, e perché queste siano
pienamente alla portata del cittadino-utente, saranno predisposti tre
strumenti fondamentali.
.- La rete nazionale, cioè la rete Extranet che connette tra loro
tutte le reti centrali, regionali, locali, di categoria e di settore
amministrativo, quelle già esistenti e quelle in via di attivazione.
- La carta d'identità elettronica che non sarà solo il nuovo
documento di riconoscimento personale, ma darà anche al cittadino il
diritto all'accesso a tutti i servizi della Pubblica amministrazione
erogati on-line.
- La firma digitale, oramai pienamente operativa, che servirà
per dare validità giuridica a tutti quei rapporti tra le pubbliche
amministrazioni e i privati che la richiedono. Il Piano d'Azione
prevede azioni di promozione e di diffusione delle firme tra i
dipendenti pubblici che possono firmare atti, tra i cittadini e tra le
imprese.
Alle Amministrazioni centrali spetterà il compito di attivare nella
rete un sistema di portali per consentire il pieno accesso ai servizi
e alle informazioni, mentre compito principale delle Regoni sarà
attivare - come già in parte fatto - le rispettive reti di
interconnessione tra gli enti locali del proprio territorio.
Agli altri Enti, in particolare ai Comuni, spetterà il compito
fondamentale di realizzare gli sportelli di front office,
migliorando il rapporto diretto con i cittadini e le imprese,
abbattendo le attuali forti differenze tra la qualità dei servizi
erogati in una parte o in un'altra del Paese.
Parte integrante del Piano d'Azione è la formazione dei Pubblici
dipendenti all'utilizzo delle nuove tecnologie, sia per le esigenze
di alfabetizzazione che per il perfezionamento. L'obiettivo
principale del Piano d'Azione nell'area e-commerce è l'accelerazione
del commercio elettronico nelle sue varie forme e nei vari stadi di
adozione, dalla promozione via Web di prodotti e servizi alle
transazioni elettroniche (contratti, ordini, fatture, pagamenti,
ecc.).
In particolare, al fine di favorire e sostenere, nell'attuale
processo di globalizzazione dei mercati, la competitività del settore
delle piccole e medie imprese nazionali, che riveste interesse
strategico per il sistema imprenditoriale e produttivo italiano, il
Governo reputa necessario l'immediato avvio delle seguenti
iniziative. che ne aiutino e incentivino l'accesso al cosiddetto
mercato elettronico:
l. promuovere gli opportuni accordi tra Governo, Associazioni
imprenditoriali e di categoria e Camere di Commercio;
2. organizzare e realizzare un programma di formazione su scala
nazionale per l'immissione, entro alcuni mesi, sul mercato del
lavoro nazionale di risorse professionali numericamente e
qualitativamente adeguate, in possesso delle specializzazioni
necessarie a consentire l'accesso in rete di tutte le piccole e
medie imprese italiane che vogliano proporsi sul mercato nazionale ed
estero mediante il commercio elettronico;
3. creare attraverso l'utilizzazione delle potenzialità
incrementative, attivabili a costi marginali o nulli, delle banche
dati del fisco telematico e degli studi di settore (già interagenti
con il sistema delle piccole e medie imprese), un indice telematico
delle PMI italiane, pubblicamente certificato, per un rapido e sicuro
accesso a portali privati destinati al commercio elettronico di
prodotti italiani;
4. avviare le iniziative necessarie all'individuazione di
metodologie e sistemi, pubblicamente certificati, che garantiscano la
provenienza e la qualità delle merci, la sicurezza delle transazioni,
nonché il pagamento e la consegna dei prodotti;
5. avviare adeguati progetti di promozione all'estero dei prodotti
italiani proposti mediante commercio elettronico.