Regolamento (CE) n. 44/2001 del Consiglio, del 22 dicembre 2000
concernente la competenza giurisdizionale, il riconoscimento e
l'esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale
GU n. L 012 del 16/01/2001
IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,
visto il trattato che istituisce la Comunità europea, in particolare l'articolo
61, lettera c) e l'articolo 67, paragrafo 1,
vista la proposta della Commissione(1),
visto il parere del Parlamento europeo(2),
visto il parere del Comitato economico e sociale(3),
considerando quanto segue:
(1) La Comunità si prefigge l'obiettivo di conservare e sviluppare uno spazio
di libertà, sicurezza e giustizia nel quale sia garantita la libera
circolazione delle persone. Per realizzare gradualmente tale spazio è opportuno
che la Comunità adotti, tra l'altro, le misure nel settore della cooperazione
giudiziaria in materia civile che sono necessarie al corretto funzionamento del
mercato interno.
(2) Alcune divergenze tra le norme nazionali sulla competenza giurisdizionale e
sul riconoscimento delle decisioni rendono più difficile il buon funzionamento
del mercato interno. È pertanto indispensabile adottare disposizioni che
consentano di unificare le norme sui conflitti di competenza in materia civile e
commerciale e di semplificare le formalità affinché le decisioni emesse dagli
Stati membri vincolati dal presente regolamento siano riconosciute ed eseguite
in modo rapido e semplice.
(3) Tale materia rientra nel settore della cooperazione giudiziaria in materia
civile ai sensi dell'articolo 65 del trattato.
(4) In base ai principi di sussidiarietà e proporzionalità, enunciati
dall'articolo 5 del trattato, gli obiettivi del presente regolamento non possono
essere sufficientemente realizzati dagli Stati membri e possono dunque essere
realizzati meglio a livello comunitario. Il presente regolamento si limita al
minimo indispensabile per il raggiungimento di tali obiettivi e non va al di là
di quanto necessario a tal fine.
(5) Gli Stati membri hanno concluso il 27 settembre 1968, nel quadro
dell'articolo 293, quarto trattino del trattato, la convenzione di Bruxelles
concernente la competenza giurisdizionale e l'esecuzione delle decisioni in
materia civile e commerciale, modificata dalle convenzioni di adesione dei nuovi
Stati membri a tale convenzione, (in appresso denominata "Convenzione di
Bruxelles")(4). Il 16 settembre 1998 gli Stati membri e gli Stati EFTA
hanno concluso la convenzione di Lugano concernente la competenza
giurisdizionale e l'esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale,
che è una convenzione parallela alla convenzione di Bruxelles del 1968. Dette
convenzioni hanno formato oggetto di lavori di revisione e il Consiglio ha
approvato il contenuto del testo riveduto. È opportuno garantire le continuità
dei risultati ottenuti nell'ambito di tale revisione.
(6) Per la realizzazione dell'obiettivo della libera circolazione delle
decisioni in materia civile e commerciale, è necessario ed opportuno che le
norme riguardanti la competenza giurisdizionale, il riconoscimento e
l'esecuzione delle decisioni siano stabilite mediante un atto giuridico
comunitario cogente e direttamente applicabile.
(7) Si deve includere nel campo d'applicazione del presente regolamento la parte
essenziale della materia civile e commerciale, esclusi alcuni settori ben
definiti.
(8) Le controversie alle quali si applica il presente regolamento devono
presentare elementi di collegamento con il territorio degli Stati membri
vincolati dal regolamento stesso. Le norme comuni in materia di competenza
giurisdizionale devono quindi, in linea di principio, applicarsi nei casi in cui
il convenuto è domiciliato in uno di tali Stati.
(9) I convenuti non domiciliati in uno Stato membro sono generalmente soggetti
alle norme nazionali in materia di competenza vigenti nel territorio dello Stato
membro del giudice adito e i convenuti domiciliati in uno Stato membro non
vincolato dal presente regolamento devono continuare ad essere soggetti alla
convenzione di Bruxelles.
(10) Ai fini della libera circolazione delle sentenze, le decisioni emesse in
uno Stato membro vincolato dal presente regolamento devono essere riconosciute
ed eseguite in un altro Stato membro vincolato dallo stesso anche se il debitore
condannato è domiciliato in uno Stato terzo.
(11) Le norme sulla competenza devono presentare un alto grado di prevedibilità
ed articolarsi intorno al principio della competenza del giudice del domicilio
del convenuto, la quale deve valere in ogni ipotesi salvo in alcuni casi
rigorosamente determinati, nei quali la materia del contendere o l'autonomia
delle parti giustifichi un diverso criterio di collegamento. Per le persone
giuridiche il domicilio deve essere definito autonomamente, in modo da aumentare
la trasparenza delle norme comuni ed evitare i conflitti di competenza.
(12) Il criterio del foro del domicilio del convenuto deve essere completato
attraverso la previsione di fori alternativi, ammessi in base al collegamento
stretto tra l'organo giurisdizionale e la controversia, ovvero al fine di
agevolare la buona amministrazione della giustizia.
(13) Nei contratti di assicurazione, di consumo e di lavoro è opportuno
tutelare la parte più debole con norme in materia di competenza più favorevoli
ai suoi interessi rispetto alle regole generali.
(14) Fatti salvi i criteri di competenza esclusiva previsti dal presente
regolamento, deve essere rispettata l'autonomia delle parti relativamente alla
scelta del foro competente per i contratti non rientranti nella categoria dei
contratti di assicurazione, di consumo e di lavoro in cui tale autonomia è
limitata.
(15) Il funzionamento armonioso della giustizia presuppone che si riduca al
minimo la possibilità di pendenza di procedimenti paralleli e che non vengano
emesse, in due Stati membri, decisioni tra loro incompatibili. È necessario
stabilire un meccanismo chiaro ed efficace per risolvere i casi di litispendenza
e di connessione e, viste le differenze nazionali esistenti in materia, è
opportuno definire il momento in cui una causa si considera
"pendente". Ai fini del presente regolamento tale momento dovrebbe
essere definito in modo autonomo.
(16) La reciproca fiducia nella giustizia in seno alla Comunità implica che le
decisioni emesse in un altro Stato membro siano riconosciute di pieno diritto,
ossia senza che sia necessario esperire alcun procedimento, salvo che vi siano
contestazioni.
(17) La reciproca fiducia implica altresì che il procedimento inteso a rendere
esecutiva, in un determinato Stato membro, una decisione emessa in un altro
Stato membro si svolga in modo efficace e rapido. A tal fine la dichiarazione di
esecutività di una decisione dovrebbe essere rilasciata in modo pressoché
automatico, a seguito di un controllo meramente formale dei documenti prodotti e
senza che il giudice possa rilevare d'ufficio i motivi di diniego
dell'esecuzione indicati nel presente regolamento.
(18) Il rispetto dei diritti della difesa esige tuttavia che, contro la
dichiarazione di esecutività, il convenuto possa eventualmente proporre ricorso
secondo i principi del contraddittorio, ove ritenga che sussista uno dei motivi
di non esecuzione. Il diritto al ricorso deve altresì essere riconosciuto al
richiedente ove sia stato negato il rilascio della dichiarazione di
esecutività.
(19) È opportuno garantire la continuità tra la convenzione di Bruxelles e il
presente regolamento e a tal fine occorre prevedere adeguate disposizioni
transitorie. La stessa continuità deve caratterizzare altresì
l'interpretazione delle disposizioni della convenzione di Bruxelles ad opera
della Corte di giustizia delle Comunità europee e il protocollo del 1971(5)
dovrebbe continuare ad applicarsi ugualmente ai procedimenti pendenti alla data
di entrata in vigore del presente regolamento.
(20) A norma dell'articolo 3 del protocollo sulla posizione del Regno Unito e
dell'Irlanda allegato al trattato sull'Unione europea e al trattato che
istituisce la Comunità europea, questi Stati hanno notificato la loro
intenzione di partecipare all'adozione ed applicazione del presente regolamento.
(21) A norma degli articoli 1 e 2 del protocollo sulla posizione della Danimarca
allegato al trattato sull'Unione europea e al trattato che istituisce la
Comunità europea, questo Stato non partecipa all'adozione del presente
regolamento, che non è pertanto vincolante né applicabile in Danimarca.
(22) Dato che la convenzione di Bruxelles è in vigore nelle relazioni tra la
Danimarca e gli Stati membri vincolati dal presente regolamento, tale
convenzione e il protocollo del 1971 sono tuttora applicabili tra la Danimarca e
gli Stati membri vincolati dal presente regolamento.
(23) La convenzione di Bruxelles continua parimenti ad applicarsi ai territori
degli Stati membri che rientrano nel suo campo di applicazione territoriale e
che sono esclusi dal presente regolamento in virtù dell'applicazione
dell'articolo 299 del trattato.
(24) Lo stesso spirito di coerenza esige che il presente regolamento non incida
sulle norme stabilite in tema di competenza e riconoscimento delle decisioni da
atti normativi comunitari specifici.
(25) Il rispetto degli impegni internazionali assunti dagli Stati membri implica
che il presente regolamento non incida sulle convenzioni alle quali gli Stati
membri aderiscono e che riguardano materie speciali.
(26) Per tener conto delle particolarità procedurali vigenti in certi Stati
membri è opportuno dotare della necessaria flessibilità le norme di massima
stabilite dal regolamento. A tal fine è necessario introdurre nel presente
regolamento alcune delle disposizioni contenute nel protocollo allegato alla
convenzione di Bruxelles.
(27) Onde consentire una transizione armoniosa in determinati settori che
formavano oggetto di disposizioni particolari nel protocollo allegato alla
convenzione di Bruxelles, il presente regolamento prevede, per un periodo
transitorio, disposizioni che tengono conto della situazione specifica in alcuni
Stati membri.
(28) Entro cinque anni dall'entrata in vigore del presente regolamento la
Commissione presenterà una relazione sulla sua applicazione, formulando, se del
caso, proposte di modifica.
(29) Gli allegati da I a IV relativi alle norme nazionali sulla competenza, ai
giudici o autorità competenti e ai mezzi di ricorso dovranno essere modificati
dalla Commissione in base alle modifiche trasmesse dallo Stato membro
interessato. Le modifiche degli allegati V e VI dovranno essere adottate
conformemente alla decisione 1999/468/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999,
recante modalità per l'esercizio delle competenze di esecuzione conferite alla
Commissione(6),
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
CAPO I
CAMPO D'APPLICAZIONE
Articolo 1
1. Il presente regolamento si applica in materia civile e commerciale,
indipendentemente dalla natura dell'organo giurisdizionale. Esso non concerne,
in particolare, la materia fiscale, doganale ed amministrativa.
2. Sono esclusi dal campo di applicazione del presente regolamento:
a) lo stato e la capacità delle persone fisiche, il regime patrimoniale fra
coniugi, i testamenti e le successioni;
b) i fallimenti, i concordati e la procedure affini;
c) la sicurezza sociale;
d) l'arbitrato.
3. Nel presente regolamento per "Stato membro" si intendono tutti gli
Stati membri ad eccezione della Danimarca.
CAPO II
COMPETENZA
Sezione 1
Disposizioni generali
Articolo 2
1. Salve le disposizioni del presente regolamento, le persone domiciliate
nel territorio di un determinato Stato membro sono convenute, a prescindere
dalla loro nazionalità, davanti ai giudici di tale Stato membro.
2. Alle persone che non sono in possesso della cittadinanza dello Stato membro
nel quale esse sono domiciliate si applicano le norme sulla competenza vigenti
per i cittadini.
Articolo 3
1. Le persone domiciliate nel territorio di uno Stato membro possono essere
convenute davanti ai giudici di un altro Stato membro solo in base alle norme
enunciate nelle sezioni da 2 a 7 del presente capo.
2. Nei loro confronti non possono essere addotte le norme nazionali sulla
competenza riportate nell'allegato I.
Articolo 4
1. Se il convenuto non è domiciliato nel territorio di uno Stato membro, la
competenza è disciplinata, in ciascuno Stato membro, dalla legge di tale Stato,
salva l'applicazione degli articoli 22 e 23.
2. Chiunque sia domiciliato nel territorio di un determinato Stato membro può,
indipendentemente dalla propria nazionalità ed al pari dei cittadini di questo
Stato, addurre nei confronti di tale convenuto le norme sulla competenza in
vigore nello Stato medesimo, in particolare quelle indicate nell'allegato I.
Sezione 2
Competenze speciali
Articolo 5
La persona domiciliata nel territorio di uno Stato membro può essere
convenuta in un altro Stato membro:
1) a) in materia contrattuale, davanti al giudice del luogo in cui
l'obbligazione dedotta in giudizio è stata o deve essere eseguita;
b) i fini dell'applicazione della presente disposizione e salvo diversa
convenzione, il luogo di esecuzione dell'obbligazione dedotta in giudizio è:
- nel caso della compravendita di beni, il luogo, situato in uno Stato membro,
in cui i beni sono stati o avrebbero dovuto essere consegnati in base al
contratto,
- nel caso della prestazione di servizi, il luogo, situato in uno Stato membro,
in cui i servizi sono stati o avrebbero dovuto essere prestati in base al
contratto;
c) la lettera a) si applica nei casi in cui non è applicabile la lettera b);
2) in materia di obbligazioni alimentari, davanti al giudice del luogo in cui il
creditore di alimenti ha il domicilio o la residenza abituale o, qualora si
tratti di una domanda accessoria ad un'azione relativa allo stato delle persone,
davanti al giudice competente a conoscere quest'ultima secondo la legge
nazionale, salvo che tale competenza si fondi unicamente sulla cittadinanza di
una delle parti;
3) in materia di illeciti civili dolosi o colposi, davanti al giudice del luogo
in cui l'evento dannoso è avvenuto o può avvenire;
4) qualora si tratti di un'azione di risarcimento di danni o di restituzione,
nascente da reato, davanti al giudice presso il quale è esercitata l'azione
penale, sempre che secondo la propria legge tale giudice possa conoscere
dell'azione civile;
5) qualora si tratti di controversia concernente l'esercizio di una succursale,
di un'agenzia o di qualsiasi altra sede d'attività, davanti al giudice del
luogo in cui essa è situata;
6) nella sua qualità di fondatore, trustee o beneficiario di un trustcostituito
in applicazione di una legge o per iscritto o con clausola orale confermata per
iscritto, davanti ai giudici dello Stato membro nel cui territorio il trust ha
domicilio;
7) qualora si tratti di una controversia concernente il pagamento del
corrispettivo per l'assistenza o il salvataggio di un carico o un nolo, davanti
al giudice nell'ambito della cui competenza il carico o il nolo ad esso
relativo:
a) è stato sequestrato a garanzia del pagamento o
b) avrebbe potuto essere sequestrato a tal fine ma è stata fornita una cauzione
o un'altra garanzia
questa disposizione si applica solo qualora si faccia valere che il convenuto è
titolare di un diritto sul carico o sul nolo o aveva un tale diritto al momento
dell'assistenza o del salvataggio.
Articolo 6
La persona di cui all'articolo precedente può inoltre essere convenuta:
1) in caso di pluralità di convenuti, davanti al giudice del luogo in cui uno
qualsiasi di essi è domiciliato, sempre che tra le domande esista un nesso
così stretto da rendere opportuna una trattazione unica ed una decisione unica
onde evitare il rischio, sussistente in caso di trattazione separata, di
giungere a decisioni incompatibili;
2) qualora si tratti di chiamata in garanzia o altra chiamata di terzo, davanti
al giudice presso il quale è stata proposta la domanda principale, sempre che
quest'ultima non sia stata proposta solo per distogliere colui che è stato
chiamato in causa dal suo giudice naturale;
3) qualora si tratti di una domanda riconvenzionale nascente dal contratto o dal
fatto su cui si fonda la domanda principale, davanti al giudice presso il quale
è stata proposta la domanda principale;
4) in materia contrattuale, qualora l'azione possa essere riunita con un'azione
in materia di diritti reali immobiliari proposta contro il medesimo convenuto,
davanti al giudice dello Stato membro in cui l'immobile è situato.
Articolo 7
Qualora ai sensi del presente regolamento un giudice di uno Stato membro
abbia competenza per le azioni relative alla responsabilità nell'impiego o
nell'esercizio di una nave, tale giudice, o qualsiasi altro organo
giurisdizionale competente secondo la legge nazionale, è anche competente per
le domande relative alla limitazione di tale responsabilità.
Sezione 3
Competenza in materia di assicurazioni
Articolo 8
In materia di assicurazioni, la competenza è disciplinata dalla presente
sezione, salva l'applicazione dell'articolo 4 e dell'articolo 5, punto 5.
Articolo 9
1. L'assicuratore domiciliato nel territorio di uno Stato membro può essere
convenuto:
a) davanti ai giudici dello Stato in cui è domiciliato o
b) in un altro Stato membro, davanti al giudice del luogo in cui è domiciliato
l'attore qualora l'azione sia proposta dal contraente dell'assicurazione,
dall'assicurato o da un beneficiario, o
c) se si tratta di un coassicuratore, davanti al giudice di uno Stato membro
presso il quale sia stata proposta l'azione contro l'assicuratore al quale è
affidata la delega del contratto di assicurazione.
2. Qualora l'assicuratore non sia domiciliato nel territorio di uno Stato
membro, ma possieda una succursale, un'agenzia o qualsiasi altra sede
d'attività in uno Stato membro, egli è considerato, per le contestazioni
relative al loro esercizio, come avente domicilio nel territorio di quest'ultimo
Stato.
Articolo 10
L'assicuratore può essere altresì convenuto davanti al giudice del luogo
in cui si è verificato l'evento dannoso, qualora si tratti di assicurazione
della responsabilità civile o di assicurazione sugli immobili. Lo stesso dicasi
nel caso in cui l'assicurazione riguardi contemporaneamente beni immobili e beni
mobili coperti dalla stessa polizza e colpiti dallo stesso sinistro.
Articolo 11
1. In materia di assicurazione della responsabilità civile, l'assicuratore
può altresì essere chiamato in causa davanti al giudice presso il quale è
stata proposta l'azione esercitata dalla persona lesa contro l'assicurato,
qualora la legge di tale giudice lo consenta.
2. Le disposizioni di cui agli articoli 8, 9 e 10 sono applicabili all'azione
diretta proposta dalla persona lesa contro l'assicuratore, sempre che tale
azione sia possibile.
3. Se la legge relativa all'azione diretta prevede la chiamata in causa del
contraente dell'assicurazione o dell'assicurato, lo stesso giudice è competente
anche nei loro confronti.
Articolo 12
1. Salve le disposizioni dell'articolo 11, paragrafo 3, l'azione
dell'assicuratore può essere proposta solo davanti ai giudici dello Stato
membro nel cui territorio è domiciliato il convenuto, sia egli contraente
dell'assicurazione, assicurato o beneficiario.
2. Le disposizioni della presente sezione non pregiudicano il diritto di
proporre una domanda riconvenzionale davanti al giudice investito della domanda
principale a norma della presente sezione.
Articolo 13
Le disposizioni della presente sezione possono essere derogate solo da una
convenzione:
1) posteriore al sorgere della controversia, o
2) che consenta al contraente dell'assicurazione, all'assicurato o al
beneficiario di adire un giudice diverso da quelli indicati nella presente
sezione, o
3) che, stipulata tra un contraente dell'assicurazione e un assicuratore aventi
entrambi il domicilio o la residenza abituale nel medesimo Stato membro al
momento della conclusione del contratto, abbia per effetto, anche nel caso in
cui l'evento dannoso si produca all'estero, di attribuire la competenza ai
giudici di tale Stato membro, sempre che la legge di quest'ultimo non vieti
siffatte convenzioni, o
4) stipulata da un contraente dell'assicurazione che non abbia il proprio
domicilio in uno Stato membro, salvo che si tratti di assicurazione obbligatoria
o relativa ad un immobile situato in uno Stato membro o
5) che riguardi un contratto di assicurazione nella misura in cui esso copre uno
o più rischi di cui all'articolo 14.
Articolo 14
I rischi di cui all'articolo 13, punto 5 sono i seguenti:
1) ogni danno
a) subito dalle navi, dagli impianti offshore e d'alto mare o dagli aeromobili,
causato da un avvenimento in relazione alla loro utilizzazione a fini
commerciali;
b) subito dalle merci diverse dai bagagli dei passeggeri, durante un trasporto
effettuato totalmente da tali navi o aeromobili oppure effettuato da questi
ultimi in combinazione con altri mezzi di trasporto;
2) ogni responsabilità, salvo per lesioni personali dei passeggeri o danni ai
loro bagagli,
a) risultante dall'impiego o dall'esercizio delle navi, degli impianti o degli
aeromobili di cui al punto 1, lettera a), sempre che, per quanto riguarda questi
ultimi, la legge dello Stato membro in cui l'aeromobile è immatricolato non
vieti le clausole attributive di competenza nell'assicurazione di tali rischi;
b) derivante dalle merci durante un trasporto ai sensi del punto 1, lettera b);
3) ogni perdita pecuniaria connessa con l'impiego e l'esercizio delle navi,
degli impianti o degli aeromobili di cui al punto 1, lettera a), in particolare
quella del nolo o del corrispettivo del noleggio;
4) ogni rischio connesso con uno dei rischi di cui ai precedenti punti 1, 2 e 3;
5) fatti salvi i punti da 1 a 4, tutti i "grandi rischi" quali
definiti nella direttiva 73/239/CEE del Consiglio(7), modificata dalle direttive
88/357/CEE(8) e 90/618/CEE(9), nell'ultima versione in vigore.
Sezione 4
Competenza in materia di contratti conclusi da consumatori
Articolo 15
1. Salve le disposizioni dell'articolo 4 e dell'articolo 5, punto 5, la
competenza in materia di contratti conclusi da una persona, il consumatore, per
un uso che possa essere considerato estraneo alla sua attività professionale è
regolata dalla presente sezione:
a) qualora si tratti di una vendita a rate di beni mobili materiali;
b) qualora si tratti di un prestito con rimborso rateizzato o di un'altra
operazione di credito, connessi con il finanziamento di una vendita di tali
beni;
c) in tutti gli altri casi, qualora il contratto sia stato concluso con una
persona le cui attività commerciali o professionali si svolgono nello Stato
membro in cui è domiciliato il consumatore o sono dirette, con qualsiasi mezzo,
verso tale Stato membro o verso una pluralità di Stati che comprende tale Stato
membro, purché il contratto rientri nell'ambito di dette attività.
2. Qualora la controparte del consumatore non abbia il proprio domicilio nel
territorio di uno Stato membro, ma possieda una succursale, un'agenzia o
qualsiasi altra sede d'attività in uno Stato membro, essa è considerata, per
le controversie relative al loro esercizio, come avente domicilio nel territorio
di quest'ultimo Stato.
3. La presente sezione non si applica ai contratti di trasporto che non
prevedono prestazioni combinate di trasporto e di alloggio per un prezzo
globale.
Articolo 16
1. L'azione del consumatore contro l'altra parte del contratto può essere
proposta o davanti ai giudici dello Stato membro nel cui territorio è
domiciliata tale parte, o davanti ai giudici del luogo in cui è domiciliato il
consumatore.
2. L'azione dell'altra parte del contratto contro il consumatore può essere
proposta solo davanti ai giudici dello Stato membro nel cui territorio è
domiciliato il consumatore.
3. Le disposizioni del presente articolo non pregiudicano il diritto di proporre
una domanda riconvenzionale davanti al giudice investito della domanda
principale in conformità della presente sezione.
Articolo 17
Le disposizioni della presente sezione possono essere derogate solo da una
convenzione:
1) posteriore al sorgere della controversia, o
2) che consenta al consumatore di adire un giudice diverso da quelli indicati
nella presente sezione, o
3) che, stipulata tra il consumatore e la sua controparte aventi entrambi il
domicilio o la residenza abituale nel medesimo Stato membro al momento della
conclusione del contratto, attribuisca la competenza ai giudici di tale Stato
membro, sempre che la legge di quest'ultimo non vieti siffatte convenzioni.
Sezione 5
Competenza in materia di contratti individuali di lavoro
Articolo 18
1. Salvi l'articolo 4 e l'articolo 5, punto 5, la competenza in materia di
contratti individuali di lavoro è disciplinata dalla presente sezione.
2. Qualora un lavoratore concluda un contratto individuale di lavoro con un
datore di lavoro che non sia domiciliato in uno Stato membro ma possieda una
succursale, un'agenzia o qualsiasi altra sede d'attività in uno Stato membro,
il datore di lavoro è considerato, per le controversie relative al loro
esercizio, come avente domicilio nel territorio di quest'ultimo Stato.
Articolo 19
Il datore di lavoro domiciliato nel territorio di uno Stato membro può
essere convenuto:
1) davanti ai giudici dello Stato membro in cui è domiciliato o
2) in un altro Stato membro:
a) davanti al giudice del luogo in cui il lavoratore svolge abitualmente la
propria attività o a quello dell'ultimo luogo in cui la svolgeva abitualmente,
o
b) qualora il lavoratore non svolga o non abbia svolto abitualmente la propria
attività in un solo paese, davanti al giudice del luogo in cui è o era situata
la sede d'attività presso la quale è stato assunto.
Articolo 20
1. L'azione del datore di lavoro può essere proposta solo davanti ai
giudici dello Stato membro nel cui territorio il lavoratore è domiciliato.
2. Le disposizioni della presente sezione non pregiudicano il diritto di
proporre una domanda riconvenzionale davanti al giudice investito della domanda
principale in conformità della presente sezione.
Articolo 21
Le disposizioni della presente sezione possono essere derogate solo da una
convenzione:
1) posteriore al sorgere della controversia, o
2) che consenta al lavoratore di adire un giudice diverso da quelli indicati
nella presente sezione.
Sezione 6
Competenze esclusive
Articolo 22
Indipendentemente dal domicilio, hanno competenza esclusiva:
1) in materia di diritti reali immobiliari e di contratti d'affitto di immobili,
i giudici dello Stato membro in cui l'immobile è situato.
Tuttavia in materia di contratti d'affitto di immobili ad uso privato temporaneo
stipulati per un periodo massimo di sei mesi consecutivi, hanno competenza anche
i giudici dello Stato membro in cui il convenuto è domiciliato, purché
l'affittuario sia una persona fisica e il proprietario e l'affittuario siano
domiciliati nel medesimo Stato membro;
2) in materia di validità, nullità o scioglimento delle società o persone
giuridiche, aventi la sede nel territorio di uno Stato membro, o riguardo alla
validità delle decisioni dei rispettivi organi, i giudici di detto Stato
membro. Per determinare tale sede il giudice applica le norme del proprio
diritto internazionale privato;
3) in materia di validità delle trascrizioni ed iscrizioni nei pubblici
registri, i giudici dello Stato membro nel cui territorio i registri sono
tenuti;
4) in materia di registrazione o di validità di brevetti, marchi, disegni e
modelli e di altri diritti analoghi per i quali è prescritto il deposito ovvero
la registrazione, i giudici dello Stato membro nel cui territorio il deposito o
la registrazione sono stati richiesti, sono stati effettuati o sono da
considerarsi effettuati a norma di un atto normativo comunitario o di una
convenzione internazionale.
Salva la competenza dell'ufficio europeo dei brevetti in base alla convenzione
sul rilascio di brevetti europei, firmata a Monaco di Baviera il 5 ottobre 1973,
i giudici di ciascuno Stato membro hanno competenza esclusiva, a prescindere dal
domicilio, in materia di registrazione o di validità di un brevetto europeo
rilasciato per tale Stato;
5) in materia di esecuzione delle decisioni, i giudici dello Stato membro nel
cui territorio ha luogo l'esecuzione.
Sezione 7
Proroga di competenza
Articolo 23
1. Qualora le parti, di cui almeno una domiciliata nel territorio di uno
Stato membro, abbiano attribuito la competenza di un giudice o dei giudici di
uno Stato membro a conoscere delle controversie, presenti o future, nate da un
determinato rapporto giuridico, la competenza esclusiva spetta a questo giudice
o ai giudici di questo Stato membro. Detta competenza è esclusiva salvo diverso
accordo tra le parti. La clausola attributiva di competenza deve essere
conclusa:
a) per iscritto o oralmente con conferma scritta, o
b) in una forma ammessa dalle pratiche che le parti hanno stabilito tra di loro,
o
c) nel commercio internazionale, in una forma ammessa da un uso che le parti
conoscevano o avrebbero dovuto conoscere e che, in tale campo, è ampiamente
conosciuto e regolarmente rispettato dalle parti di contratti dello stesso tipo
nel ramo commerciale considerato.
2. La forma scritta comprende qualsiasi comunicazione con mezzi elettronici che
permetta una registrazione durevole della clausola attributiva di competenza.
3. Quando nessuna delle parti che stipulano tale clausola è domiciliata nel
territorio di uno Stato membro, i giudici degli altri Stati membri non possono
conoscere della controversia fintantoché il giudice o i giudici la cui
competenza è stata convenuta non abbiano declinato la competenza.
4. Il giudice o i giudici di uno Stato membro ai quali l'atto costitutivo di un
trust ha attribuito competenza a giudicare, hanno competenza esclusiva per le
azioni contro un fondatore, un trustee o un beneficiario di un trust, ove si
tratti di relazioni tra tali persone o di loro diritti od obblighi nell'ambito
del trust.
5. Le clausole attributive di competenza e le clausole simili di atti
costitutivi di trust non sono valide se in contrasto con le disposizioni degli
articoli 13, 17 o 21 o se derogano alle norme sulla competenza esclusiva
attribuita ai giudici ai sensi dell'articolo 22.
Articolo 24
Oltre che nei casi in cui la sua competenza risulta da altre disposizioni
del presente regolamento, il giudice di uno Stato membro davanti al quale il
convenuto è comparso è competente. Tale norma non è applicabile se la
comparizione avviene per eccepire l'incompetenza o se esiste un altro giudice
esclusivamente competente ai sensi dell'articolo 22.
Sezione 8
Esame della competenza e della ricevibilità dell'azione
Articolo 25
Il giudice di uno Stato membro, investito a titolo principale di una
controversia per la quale l'articolo 22 stabilisce la competenza esclusiva di un
giudice di un altro Stato membro, dichiara d'ufficio la propria incompetenza.
Articolo 26
1. Se il convenuto domiciliato nel territorio di uno Stato membro è citato
davanti ad un giudice di un altro Stato membro e non compare, il giudice, se non
è competente in base al presente regolamento, dichiara d'ufficio la propria
incompetenza.
2. Il giudice è tenuto a sospendere il processo fin quando non si sarà
accertato che al convenuto è stata data la possibilità di ricevere la domanda
giudiziale o un atto equivalente in tempo utile per poter presentare le proprie
difese, ovvero che è stato fatto tutto il possibile in tal senso.
3. Le disposizioni del paragrafo 2 sono sostituite da quelle dell'articolo 19
del regolamento (CE) n. 1348/2000 del Consiglio, del 29 maggio 2000, relativo
alla notificazione negli Stati membri di atti giudiziari ed extragiudiziali in
materia civile o commerciale(10), qualora sia stato necessario trasmettere da
uno Stato membro a un altro la domanda giudiziale o un atto equivalente in
esecuzione del presente regolamento.
4. Ove le disposizioni del regolamento (CE) n. 1348/2000 non siano applicabili,
si applica l'articolo 15 della convenzione dell'Aia, del 15 novembre 1965,
relativa alla notificazione e alla comunicazione all'estero degli atti
giudiziari ed extragiudiziari in materia civile o commerciale, qualora sia stato
necessario trasmettere la domanda giudiziale o un atto equivalente in esecuzione
della suddetta convenzione.
Sezione 9
Litispendenza e connessione
Articolo 27
1. Qualora davanti a giudici di Stati membri differenti e tra le stesse
parti siano state proposte domande aventi il medesimo oggetto e il medesimo
titolo, il giudice successivamente adito sospende d'ufficio il procedimento
finché sia stata accertata la competenza del giudice adito in precedenza.
2. Se la competenza del giudice precedentemente adito è stata accertata, il
giudice successivamente adito dichiara la propria incompetenza a favore del
primo.
Articolo 28
1. Ove più cause connesse siano pendenti davanti a giudici di Stati membri
differenti, il giudice successivamente adito può sospendere il procedimento.
2. Se tali cause sono pendenti in primo grado, il giudice successivamente adito
può inoltre dichiarare la propria incompetenza su richiesta di una delle parti
a condizione che il giudice precedentemente adito sia competente a conoscere
delle domande proposte e la sua legge consenta la riunione dei procedimenti.
3. Ai sensi del presente articolo sono connesse le cause aventi tra di loro un
legame così stretto da rendere opportune una trattazione e decisione uniche per
evitare soluzioni tra di loro incompatibili ove le cause fossero trattate
separatamente.
Articolo 29
Qualora la competenza esclusiva a conoscere delle domande spetti a più
giudici, quello successivamente adito deve rimettere la causa al giudice adito
in precedenza.
Articolo 30
Ai fini della presente sezione un giudice è considerato adito:
1) quando la domanda giudiziale o un atto equivalente è depositato presso il
giudice, purché successivamente l'attore non abbia omesso di prendere tutte le
misure che era tenuto a prendere affinché fosse effettuata la notificazione o
comunicazione al convenuto, o
2) se l'atto deve essere notificato o comunicato prima di essere depositato
presso il giudice, quando l'autorità competente per la notificazione o
comunicazione lo riceve, purché successivamente l'attore non abbia omesso di
prendere tutte le misure che era tenuto a prendere affinché l'atto fosse
depositato presso il giudice.
Sezione 10
Provvedimenti provvisori e cautelari
Articolo 31
I provvedimenti provvisori o cautelari previsti dalla legge di uno Stato
membro possono essere richiesti al giudice di detto Stato anche se, in forza del
presente regolamento, la competenza a conoscere nel merito è riconosciuta al
giudice di un altro Stato membro.
CAPO III
RICONOSCIMENTO ED ESECUZIONE
Articolo 32
Ai sensi del presente regolamento, per decisione si intende, a prescindere
dalla denominazione usata, qualsiasi decisione emessa da un giudice di uno Stato
membro, quale ad esempio decreto, sentenza, ordinanza o mandato di esecuzione,
nonché la determinazione delle spese giudiziali da parte del cancelliere.
Sezione 1
Riconoscimento
Articolo 33
1. Le decisioni emesse in uno Stato membro sono riconosciute negli altri
Stati membri senza che sia necessario il ricorso ad alcun procedimento.
2. In caso di contestazione, ogni parte interessata che chieda il riconoscimento
in via principale può far constatare, secondo il procedimento di cui alle
sezioni 2 e 3 del presente capo, che la decisione deve essere riconosciuta.
3. Se il riconoscimento è richiesto in via incidentale davanti ad un giudice di
uno Stato membro, tale giudice è competente al riguardo.
Articolo 34
Le decisioni non sono riconosciute:
1) se il riconoscimento è manifestamente contrario all'ordine pubblico dello
Stato membro richiesto;
2) se la domanda giudiziale od un atto equivalente non è stato notificato o
comunicato al convenuto contumace in tempo utile e in modo tale da poter
presentare le proprie difese eccetto qualora, pur avendone avuto la
possibilità, egli non abbia impugnato la decisione;
3) se sono in contrasto con una decisione emessa tra le medesime parti nello
Stato membro richiesto;
4) se sono in contrasto con una decisione emessa precedentemente tra le medesime
parti in un altro Stato membro o in un paese terzo, in una controversia avente
il medesimo oggetto e il medesimo titolo, allorché tale decisione presenta le
condizioni necessarie per essere riconosciuta nello Stato membro richiesto.
Articolo 35
1. Parimenti, le decisioni non sono riconosciute se le disposizioni delle
sezioni 3, 4, e 6 del capo II sono state violate, oltreché nel caso contemplato
dall'articolo 72.
2. Nell'accertamento delle competenze di cui al paragrafo 1, l'autorità
richiesta è vincolata dalle constatazioni di fatto sulle quali il giudice dello
Stato membro d'origine ha fondato la propria competenza.
3. Salva l'applicazione delle disposizioni del paragrafo 1, non si può
procedere al controllo della competenza dei giudici dello Stato membro
d'origine. Le norme sulla competenza non riguardano l'ordine pubblico
contemplato dall'articolo 34, punto 1.
Articolo 36
In nessun caso la decisione straniera può formare oggetto di un riesame del
merito.
Articolo 37
1. Il giudice di uno Stato membro, davanti al quale è chiesto il
riconoscimento di una decisione emessa in un altro Stato membro, può sospendere
il procedimento se la decisione in questione è stata impugnata.
2. Il giudice di uno Stato membro, davanti al quale è richiesto il
riconoscimento di una decisione che è stata emessa in Irlanda o nel Regno Unito
e la cui esecuzione è sospesa nello Stato membro d'origine per la presentazione
di un ricorso, può sospendere il procedimento.
Sezione 2
Esecuzione
Articolo 38
1. Le decisioni emesse in uno Stato membro e ivi esecutive sono eseguite in
un altro Stato membro dopo essere state ivi dichiarate esecutive su istanza
della parte interessata.
2. Tuttavia la decisione è eseguita in una delle tre parti del Regno Unito
(Inghilterra e Galles, Scozia e Irlanda del Nord) soltanto dopo esservi stata
registrata per esecuzione, su istanza di una parte interessata.
Articolo 39
1. L'istanza deve essere proposta al giudice o all'autorità competente di
cui all'allegato II.
2. La competenza territoriale è determinata dal domicilio della parte contro
cui viene chiesta l'esecuzione, o dal luogo dell'esecuzione.
Articolo 40
1. Le modalità del deposito dell'istanza sono determinate in base alla
legge dello Stato membro richiesto.
2. L'istante deve eleggere il proprio domicilio nella circoscrizione del giudice
adito. Tuttavia, se la legge dello Stato membro richiesto non prevede l'elezione
del domicilio, l'istante designa un procuratore.
3. All'istanza devono essere allegati i documenti di cui all'articolo 53.
Articolo 41
La decisione è dichiarata esecutiva immediatamente dopo l'espletamento
delle formalità di cui all'articolo 53, senza alcun esame ai sensi degli
articoli 34 e 35. La parte contro cui l'esecuzione viene chiesta non può, in
tale fase del procedimento, presentare osservazioni.
Articolo 42
1. La decisione relativa all'istanza intesa a ottenere una dichiarazione di
esecutività è immediatamente comunicata al richiedente secondo le modalità
previste dalla legge dello Stato membro richiesto.
2. La dichiarazione di esecutività è notificata o comunicata alla parte contro
la quale è chiesta l'esecuzione, corredata della decisione qualora quest'ultima
non sia già stata notificata o comunicata a tale parte.
Articolo 43
1. Ciascuna delle parti può proporre ricorso contro la decisione relativa
all'istanza intesa a ottenere una dichiarazione di esecutività.
2. Il ricorso è proposto dinanzi al giudice di cui all'allegato III.
3. Il ricorso è esaminato secondo le norme sul procedimento in contraddittorio.
4. Se la parte contro la quale è chiesta l'esecuzione non compare davanti al
giudice investito del ricorso in un procedimento riguardante un'azione proposta
dall'istante, si applicano le disposizioni dell'articolo 26, paragrafi da 2 a 4
anche se la parte contro la quale è chiesta l'esecuzione non è domiciliata nel
territorio di uno degli Stati membri.
5. Il ricorso contro la dichiarazione di esecutività deve essere proposto nel
termine di un mese dalla notificazione della stessa. Se la parte contro la quale
è chiesta l'esecuzione è domiciliata in uno Stato membro diverso da quello in
cui è stata rilasciata la dichiarazione di esecutività, il termine è di due
mesi a decorrere dalla data della notificazione in mani proprie o nella
residenza. Detto termine non è prorogabile per ragioni inerenti alla distanza.
Articolo 44
La decisione emessa sul ricorso può costituire unicamente oggetto del
ricorso di cui all'allegato IV.
Articolo 45
1. Il giudice davanti al quale è stato proposto un ricorso ai sensi degli
articoli 43 o 44 rigetta o revoca la dichiarazione di esecutività solo per uno
dei motivi contemplati dagli articoli 34 e 35. Il giudice si pronuncia senza
indugio.
2. In nessun caso la decisione straniera può formare oggetto di un riesame del
merito.
Articolo 46
1. Il giudice davanti al quale è proposto un ricorso ai sensi dell'articolo
43 o dell'articolo 44 può, su istanza della parte contro la quale è chiesta
l'esecuzione, sospendere il procedimento se la decisione straniera è stata
impugnata, nello Stato membro d'origine, con un mezzo ordinario o se il termine
per proporre l'impugnazione non è scaduto; in quest'ultimo caso il giudice può
fissare un termine per proporre tale impugnazione.
2. Qualora la decisione sia stata emessa in Irlanda o nel Regno Unito, qualsiasi
mezzo di impugnazione esperibile nello Stato membro d'origine è considerato
"impugnazione ordinaria" ai sensi del paragrafo 1.
3. Il giudice può inoltre subordinare l'esecuzione alla costituzione di una
garanzia che provvede a determinare.
Articolo 47
1. Qualora una decisione debba essere riconosciuta in conformità del
presente regolamento, nulla osta a che l'istante chieda provvedimenti provvisori
o cautelari in conformità della legge dello Stato membro richiesto, senza che
sia necessaria una dichiarazione di esecutività ai sensi dell'articolo 41.
2. La dichiarazione di esecutività implica l'autorizzazione a procedere a
provvedimenti cautelari.
3. In pendenza del termine di cui all'articolo 43, paragrafo 5, per proporre il
ricorso contro la dichiarazione di esecutività e fino a quando non sia stata
adottata alcuna decisione in materia, può procedersi solo a provvedimenti
conservativi sui beni della parte contro cui è chiesta l'esecuzione.
Articolo 48
1. Se la decisione straniera ha statuito su vari capi della domanda e la
dichiarazione di esecutività non può essere rilasciata per tutti i capi, il
giudice o l'autorità competente rilascia la dichiarazione di esecutività solo
per uno o più di essi.
2. L'istante può richiedere una dichiarazione di esecutività parziale.
Articolo 49
Le decisioni straniere che applicano una penalità sono esecutive nello
Stato membro richiesto solo se la misura di quest'ultima è stata
definitivamente fissata dai giudici dello Stato membro d'origine.
Articolo 50
L'istante che, nello Stato membro d'origine, ha beneficiato in tutto o in
parte del gratuito patrocinio o di un'esenzione dalle spese, beneficia, nel
procedimento di cui alla presente sezione, dell'assistenza più favorevole o
dell'esenzione dalle spese più ampia prevista nel diritto dello Stato membro
richiesto.
Articolo 51
Alla parte che chiede l'esecuzione in uno Stato membro di una decisione
emessa in un altro Stato membro non può essere imposta alcuna cauzione o
deposito, indipendentemente dalla relativa denominazione, a causa della qualità
di straniero o per difetto di domicilio o residenza nel paese.
Articolo 52
Nei procedimenti relativi al rilascio di una dichiarazione di esecutività
non vengono riscossi, nello Stato membro richiesto, imposte, diritti o tasse
proporzionali al valore della controversia.
Sezione 3
Disposizioni comuni
Articolo 53
1. La parte che chiede il riconoscimento di una decisione o il rilascio di
una dichiarazione di esecutività deve produrre una copia della decisione che
presenti tutte le condizioni di autenticità.
2. Salvo l'articolo 55, la parte che chiede una dichiarazione di esecutività
deve inoltre produrre l'attestato di cui all'articolo 54.
Articolo 54
Il giudice o l'autorità competente dello Stato membro nel quale è stata
emessa la decisione rilascia, su richiesta di qualsiasi parte interessata, un
attestato compilato utilizzando il formulario di cui all'allegato V del presente
regolamento.
Articolo 55
1. Qualora l'attestato di cui all'articolo 54 non venga prodotto, il giudice
o l'autorità competente può fissare un termine per la sua presentazione o
accettare un documento equivalente ovvero, qualora ritenga di essere informato a
sufficienza, disporne la dispensa.
2. Qualora il giudice o l'autorità competente lo richieda, deve essere
presentata una traduzione dei documenti richiesti. La traduzione è autenticata
da una persona a tal fine abilitata in uno degli Stati membri.
Articolo 56
Non è richiesta alcuna legalizzazione o formalità analoga per i documenti
indicati all'articolo 53 o all'articolo 55, paragrafo 2, come anche, ove
occorra, per la procura alle liti.
CAPO IV
ATTI PUBBLICI E TRANSAZIONI GIUDIZIARIE
Articolo 57
1. Gli atti pubblici formati ed aventi efficacia esecutiva in uno Stato
membro sono, su istanza di parte, dichiarati esecutivi in un altro Stato membro
conformemente alla procedura contemplata dall'articolo 38 e seguenti. Il giudice
al quale l'istanza è proposta ai sensi dell'articolo 43 o dell'articolo 44
rigetta o revoca la dichiarazione di esecutività solo se l'esecuzione dell'atto
pubblico è manifestamente contraria all'ordine pubblico dello Stato membro
richiesto.
2. Sono parimenti considerati atti pubblici ai sensi del paragrafo 1 le
convenzioni in materia di obbligazioni alimentari concluse davanti alle
autorità amministrative o da esse autenticate.
3. L'atto prodotto deve presentare tutte le condizioni di autenticità previste
nello Stato membro d'origine.
4. Si applicano, per quanto occorra, le disposizioni della sezione 3 del capo
III. L'autorità competente di uno Stato membro presso la quale è stato formato
o registrato un atto pubblico rilascia, su richiesta di qualsiasi parte
interessata, un attestato, utilizzando il formulario riportato nell'allegato VI
del presente regolamento.
Articolo 58
Le transazioni concluse davanti al giudice nel corso di un processo ed
aventi efficacia esecutiva nello Stato membro d'origine hanno efficacia
esecutiva nello Stato membro richiesto alle stesse condizioni previste per gli
atti pubblici. Il giudice o l'autorità competente di uno Stato membro presso
cui è stata conclusa una transazione rilascia, su richiesta di qualsiasi parte
interessata, un attestato, utilizzando il formulario riportato nell'allegato V
del presente regolamento.
CAPO V
DISPOSIZIONI GENERALI
Articolo 59
1. Per determinare se una parte ha il domicilio nel territorio dello Stato
membro in cui è pendente il procedimento, il giudice applica la legge
nazionale.
2. Qualora una parte non sia domiciliata nello Stato membro i cui giudici sono
aditi, il giudice, per stabilire se essa ha il domicilio in un altro Stato
membro, applica la legge di quest'ultimo Stato.
Articolo 60
1. Ai fini dell'applicazione del presente regolamento una società o altra
persona giuridica è domiciliata nel luogo in cui si trova:
a) la sua sede statutaria, o
b) la sua amministrazione centrale, oppure
c) il suo centro d'attività principale.
2. Per quanto riguarda il Regno Unito e l'Irlanda, per "sede
statutaria" si intende il "registered office" o, se non esiste
alcun "registered office", il "place of incorporation"
(luogo di acquisizione della personalità giuridica), ovvero, se nemmeno
siffatto luogo esiste, il luogo in conformità della cui legge è avvenuta la
"formation" (costituzione).
3. Per definire se un trust ha domicilio nel territorio di uno Stato membro i
cui giudici siano stati aditi, il giudice applica le norme del proprio diritto
internazionale privato.
Articolo 61
Salvo disposizioni nazionali più favorevoli, le persone domiciliate nel
territorio di uno Stato membro alle quali venga contestata una violazione non
dolosa davanti ai giudici penali di un altro Stato membro di cui non sono
cittadini possono, anche se non compaiono personalmente, farsi difendere dalle
persone a tal fine abilitate. Tuttavia, il giudice adito può ordinare la
comparizione personale; se la comparizione non ha luogo, la decisione emessa
nell'azione civile senza che la persona in causa abbia avuto la possibilità di
difendersi potrà non essere riconosciuta né eseguita negli altri Stati membri.
Articolo 62
In Svezia, in caso di procedimenti sommari relativi ad ingiunzioni di
pagamento (betalningsföreläggande) e all'assistenza (handräckning) i termini
"giudici", "organi giurisdizionali" e "autorità
giudiziarie" comprendono l'autorità pubblica svedese per l'esecuzione
forzata (kronofogdemyndighet).
Articolo 63
1. Una persona domiciliata nel territorio del Lussemburgo, convenuta dinanzi
a un giudice di un altro Stato membro in applicazione dell'articolo 5, punto 1,
può eccepire l'incompetenza di tale giudice qualora il luogo di destinazione
finale della fornitura della merce o prestazione del servizio sia situato nel
Lussemburgo.
2. Qualora in applicazione del paragrafo 1 il luogo di destinazione finale della
fornitura della merce o prestazione del servizio sia situato nel Lussemburgo,
ogni clausola attributiva di competenza è valida solo se accettata per iscritto
o oralmente con conferma scritta ai sensi dell'articolo 23, paragrafo 1, lettera
a).
3. Le disposizioni del presente articolo non sono applicabili ai contratti
relativi alla prestazione di servizi finanziari.
4. Le disposizioni del presente articolo sono applicabili per un periodo di sei
anni a decorrere dall'entrata in vigore del presente regolamento.
Articolo 64
1. Nelle controversie tra il capitano ed un membro dell'equipaggio di una
nave marittima immatricolata in Grecia o in Portogallo, relative alle paghe o ad
altre condizioni di servizio, i giudici di uno Stato contraente devono accertare
se l'agente diplomatico o consolare competente per la nave sia stato informato
della controversia. Essi possono deliberare non appena tale agente ne è stato
informato.
2. Le disposizioni del presente articolo sono applicabili per un periodo di sei
anni a decorrere dall'entrata in vigore del presente regolamento.
Articolo 65
1. La competenza giurisdizionale, contemplata all'articolo 6, punto 2 e
all'articolo 11, concernente la chiamata in garanzia o la chiamata in causa, non
può essere invocata in Germania e in Austria. Ogni persona domiciliata nel
territorio di un altro Stato membro può essere chiamata a comparire dinanzi ai
giudici:
a) della Germania, in applicazione degli articoli 68, e da 72 a 74 del codice di
procedura civile (Zivilprozessordnung) concernenti la litis denuntiatio;
b) dell'Austria, conformemente all'articolo 21 del codice di procedura civile (Zivilprozessordnung)
concernente la litis denuntiatio.
2. Le decisioni emesse in altri Stati membri in virtù dell'articolo 6, punto 2
e dell'articolo 11 sono riconosciute ed eseguite in Germania e in Austria
conformemente al capo III. Gli effetti prodotti nei confronti dei terzi, in
applicazione delle disposizioni del paragrafo 1, dalle sentenze emesse in tali
Stati sono parimenti riconosciuti negli altri Stati membri.
CAPO VI
DISPOSIZIONI TRANSITORIE
Articolo 66
1. Le disposizioni del presente regolamento si applicano solo alle azioni
proposte ed agli atti pubblici formati posteriormente alla sua entrata in
vigore.
2. Tuttavia, nel caso in cui un'azione sia stata proposta nello Stato membro
d'origine prima dell'entrata in vigore del presente regolamento, la decisione
emessa dopo tale data è riconosciuta ed eseguita secondo le disposizioni del
capo III:
a) se nello Stato membro di origine l'azione è stata proposta posteriormente
all'entrata in vigore, sia in quest'ultimo Stato membro che nello Stato membro
richiesto, della convenzione di Bruxelles o della convenzione di Lugano;
b) in tutti gli altri casi, se le norme sulla competenza applicate sono conformi
a quelle stabilite dal capo II o da una convenzione tra lo Stato membro
d'origine e lo Stato membro richiesto, in vigore al momento in cui l'azione è
stata proposta.
CAPO VII
RELAZIONI CON GLI ALTRI ATTI NORMATIVI
Articolo 67
Il presente regolamento non pregiudica l'applicazione delle disposizioni
che, in materie particolari, disciplinano la competenza giurisdizionale, il
riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni e che sono contenute negli atti
comunitari o nelle legislazioni nazionali armonizzate in esecuzione di tali
atti.
Articolo 68
1. Il presente regolamento sostituisce, tra gli Stati membri, le
disposizioni della convenzione di Bruxelles salvo per quanto riguarda i
territori degli Stati membri che rientrano nel campo di applicazione
territoriale di tale convenzione e che sono esclusi dal presente regolamento ai
sensi dell'articolo 299 del trattato.
2. Nella misura in cui il presente regolamento sostituisce, tra gli Stati
membri, le disposizioni della convenzione di Bruxelles ogni riferimento a tale
convenzione si intende fatto al presente regolamento.
Articolo 69
Fatte salve le disposizioni dell'articolo 66, paragrafo 2 e dell'articolo
70, il presente regolamento sostituisce tra gli Stati membri le convenzioni e il
trattato seguenti:
- la convenzione tra il Belgio e la Francia sulla competenza giudiziaria,
sull'autorità e l'esecuzione delle decisioni giudiziarie, delle sentenze
arbitrali e degli atti pubblici, firmata a Parigi l'8 luglio 1899,
- la convenzione tra il Belgio ed i Paesi Bassi sulla competenza giudiziaria
territoriale, sul fallimento, nonché sull'autorità e l'esecuzione delle
decisioni giudiziarie, delle sentenze arbitrali e degli atti pubblici, firmata a
Bruxelles il 28 marzo 1925,
- la convenzione tra la Francia e l'Italia sull'esecuzione delle sentenze in
materia civile e commerciale, firmata a Roma il 3 giugno 1930,
- la convenzione tra l'Italia e la Germania per il riconoscimento e l'esecuzione
delle decisioni giudiziarie in materia civile e commerciale, firmata a Roma il 9
marzo 1936,
- la convenzione tra il Belgio e l'Austria sul riconoscimento reciproco e la
reciproca esecuzione delle decisioni giudiziarie e degli atti pubblici in
materia di obbligazioni alimentari, firmata a Vienna il 25 ottobre 1957,
- la convenzione tra la Germania ed il Belgio sul riconoscimento reciproco e la
reciproca esecuzione, in materia civile e commerciale, delle decisioni
giudiziarie, delle sentenze arbitrali e degli atti pubblici, firmata a Bonn il
30 giugno 1958,
- la convenzione tra i Paesi Bassi e l'Italia sul riconoscimento e l'esecuzione
delle decisioni giudiziarie in materia civile e commerciale, firmata a Roma il
17 aprile 1959,
- la convenzione tra la Germania e l'Austria sul riconoscimento reciproco e la
reciproca esecuzione delle decisioni e transazioni giudiziarie e degli atti
pubblici in materia civile e commerciale, firmata a Vienna il 6 giugno 1959,
- la convenzione tra il Belgio e l'Austria sul riconoscimento reciproco e la
reciproca esecuzione delle decisioni giudiziarie, delle sentenze arbitrali e
degli atti pubblici in materia civile e commerciale, firmata a Vienna il 16
giugno 1959,
- la convenzione tra la Grecia e la Germania sul reciproco riconoscimento e la
reciproca esecuzione delle decisioni giudiziarie, delle transazioni e degli atti
pubblici in materia civile e commerciale, firmata ad Atene il 4 novembre 1961,
- la convenzione tra il Belgio e l'Italia sul riconoscimento e l'esecuzione
delle decisioni giudiziarie e degli altri titoli esecutivi in materia civile e
commerciale, firmata a Roma il 6 aprile 1962,
- la convenzione tra i Paesi Bassi e la Germania sul reciproco riconoscimento e
la reciproca esecuzione delle decisioni giudiziarie e di altri titoli esecutivi
in materia civile e commerciale, firmata all'Aia il 30 agosto 1962,
- dla convenzione tra i Paesi Bassi e l'Austria sul riconoscimento reciproco e
la reciproca esecuzione delle decisioni giudiziarie e degli atti pubblici in
materia civile e commerciale, firmata all'Aia il 6 febbraio 1963,
- la convenzione tra la Francia e l'Austria sul riconoscimento e l'esecuzione
delle decisioni giudiziarie e degli atti pubblici in materia civile e
commerciale, firmata a Vienna il 15 luglio 1966,
- la convenzione tra la Spagna e la Francia sul riconoscimento e l'esecuzione
delle decisioni giudiziarie e delle sentenze arbitrali in materia civile e
commerciale, firmata a Parigi il 28 maggio 1969,
- la convenzione tra il Lussemburgo e l'Austria sul riconoscimento e
l'esecuzione delle decisioni giudiziarie e degli atti pubblici in materia civile
e commerciale, firmata a Lussemburgo il 29 luglio 1971,
- la convenzione tra l'Italia e l'Austria per il riconoscimento e l'esecuzione
di decisioni giudiziarie in materia civile e commerciale, di transazioni
giudiziarie e di atti notarili, firmata a Roma il 16 novembre 1971,
- la convenzione tra la Spagna e l'Italia in materia di assistenza giudiziaria e
di riconoscimento ed esecuzione delle sentenze in materia civile e commerciale,
firmata a Madrid il 22 maggio 1973,
- la convenzione tra la Finlandia, l'Islanda, la Norvegia, la Svezia e la
Danimarca sul riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni in materia civile,
firmata a Copenaghen l'11 ottobre 1977,
- la convenzione tra l'Austria e la Svezia sul riconoscimento e l'esecuzione
delle sentenze in materia civile, firmata a Stoccolma il 16 settembre 1982,
- la convenzione tra la Spagna e la Germania per il riconoscimento e
l'esecuzione di decisioni e transazioni giudiziarie e degli atti pubblici
esecutivi in materia civile e commerciale, firmata a Bonn il 14 novembre 1983,
- la convenzione tra l'Austria e la Spagna sul riconoscimento e l'esecuzione
delle decisioni e transazioni giudiziarie e degli atti pubblici esecutivi, in
materia civile e commerciale firmata a Vienna il 17 febbraio 1984,
- la convenzione tra la Finlandia e l'Austria sul riconoscimento e l'esecuzione
delle decisioni in materia civile, firmata a Vienna il 17 novembre 1986, e
- il trattato tra il Belgio, i Paesi Bassi ed il Lussemburgo, sulla competenza
giudiziaria, sul fallimento, sull'autorità e l'esecuzione delle decisioni
giudiziarie, delle sentenze arbitrali e degli atti pubblici, firmato a Bruxelles
il 24 novembre 1961, nella misura in cui sia in vigore.
Articolo 70
1. Il trattato e le convenzioni di cui all'articolo 69 continuano a produrre
i loro effetti nelle materie non soggette al presente regolamento.
2. Essi continuano a produrre i loro effetti per le decisioni emesse e per gli
atti pubblici formati prima dell'entrata in vigore del presente regolamento.
Articolo 71
1. Il presente regolamento lascia impregiudicate le convenzioni, di cui gli
Stati membri siano parti contraenti, che disciplinano la competenza
giurisdizionale, il riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni in materie
particolari.
2. Ai fini della sua interpretazione uniforme, il paragrafo 1 si applica nel
modo seguente:
a) il presente regolamento non osta a che il giudice di uno Stato membro che sia
parte di una convenzione relativa a una materia particolare possa fondare la
propria competenza su tale convenzione anche se il convenuto è domiciliato nel
territorio di uno Stato che non è parte della medesima. Il giudice adito
applica in ogni caso l'articolo 26 del presente regolamento;
b) le decisioni emesse in uno Stato membro da un giudice che abbia fondato la
propria competenza su una convenzione relativa a una materia particolare sono
riconosciute ed eseguite negli altri Stati membri a norma del presente
regolamento.
Se una convenzione relativa ad una materia particolare di cui sono parti lo
stato membro d'origine e lo Stato membro richiesto determina le condizioni del
riconoscimento e dell'esecuzione delle decisioni, si applicano tali condizioni.
È comunque possibile applicare le disposizioni del presente regolamento
concernenti la procedura relativa al riconoscimento e all'esecuzione delle
decisioni.
Articolo 72
Il presente regolamento lascia impregiudicati gli accordi anteriori alla sua
entrata in vigore con i quali gli Stati membri si siano impegnati, ai sensi
dell'articolo 59 della convenzione di Bruxelles, a non riconoscere una decisione
emessa, in particolare in un altro Stato contraente della convenzione, contro un
convenuto che aveva il proprio domicilio o la propria residenza abituale in un
paese terzo, qualora la decisione sia stata fondata, in un caso previsto
all'articolo 4 della convenzione, soltanto sulle norme in materia di competenza
di cui all'articolo 3, secondo comma, della convenzione stessa.
CAPO VIII
DISPOSIZIONI FINALI
Articolo 73
Entro cinque anni dall'entrata in vigore del presente regolamento, la
Commissione presenta al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato economico
e sociale una relazione sull'applicazione del regolamento stesso. Tale relazione
è corredata, se del caso, di opportune proposte di modifica.
Articolo 74
1. Gli Stati membri notificano alla Commissione i testi riportati negli
allegati da I a IV. La Commissione adegua di conseguenza gli allegati in
questione.
2. L'aggiornamento o l'inserimento di modifiche tecniche nei modelli standard
riportati negli allegati V e VI sono adottati in conformità della procedura
consultiva di cui all'articolo 75, paragrafo 2.
Articolo 75
1. La Commissione è assistita da un comitato.
2. Nei casi in cui è fatto riferimento al presente paragrafo, si applicano gli
articoli 3 e 7 della decisione 1999/468/CE.
3. Il comitato adotta il proprio regolamento interno.
Articolo 76
Il presente regolamento entra in vigore il 1° marzo 2002.
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente
applicabile negli Stati membri in base al trattato che istituisce la Comunità
europea.
Fatto a Bruxelles, addì 22 dicembre 2000.
Per il Consiglio
Il Presidente
C. Pierret
(1) GU C 376 del 28.12.1999, pag. 1.
(2) Parere emesso il 21.9.2000 (non ancora pubblicato nella Gazzetta ufficiale).
(3) GU C 117 del 26.4.2000, pag. 6.
(4) GU L 299 del 31.12.1972, pag. 32.
GU L 304 del 30.10.1978, pag. 1.
GU L 388 del 31.12.1982, pag. 1.
GU L 285 del 3.10.1989, pag. 1.
GU C 15 del 15.1.1997, pag. 1.
Cfr. testo consolidato nella GU C 27 del 26.1.1998, pag. 1.
(5) GU L 204 del 2.8.1975, pag. 28.
GU L 304 del 30.10.1978, pag. 1.
GU L 388 del 31.12.1982, pag. 1.
GU L 285 del 3.10.1989, pag. 1.
GU C 15 del 15.1.1997, pag. 1.
Cfr. testo consolidato nella GU C 27 del 26.1.1998, pag. 28.
(6) GU L 184 del 17.7.1999, pag. 23.
(7) GU L 228 del 16.8.1973, pag. 3. Direttiva modificata da ultimo dalla
direttiva 2000/26/CE del Parlamento europeo e del Consiglio (GU L 181 del
20.7.2000, pag. 65).
(8) GU L 172 del 4.7.1988, pag. 1. Direttiva modificata da ultimo dalla
direttiva 2000/26/CE.
(9) GU L 330 del 29.11.1990, pag. 44.
(10) GU L 160 del 30.6.2000, pag. 37.
ALLEGATO I
Norme nazionali sulla competenza di cui all'articolo 3, paragrafo 2, e
all'articolo 4, paragrafo 2
Le norme nazionali sulla competenza di cui all'articolo 3, paragrafo 2, e
all'articolo 4, paragrafo 2, sono le seguenti:
- in Belgio: l'articolo 15 del codice civile (Code civil - Burgerlijk Wetboek) e
l'articolo 638 del codice giudiziario (Code judiciaire - Gerechtelijk Wetboek),
- in Germania: l'articolo 23 del codice di procedura civile (Zivilprozessordnung),
- in Grecia: l'articolo 40 del codice di procedura civile (>ISO_7>Êþäéêáò
ðïëéôéêÞò äéêïíïìßáò),
- >ISO_1>in Francia: gli articoli 14 e 15 del codice civile (Code civil),
- In Irlanda: le disposizioni relative alla competenza basata su un atto di
citazione notificato o comunicato al convenuto durante il suo temporaneo
soggiorno in Irlanda,
- in Italia: l'articolo 3 e l'articolo 4 della legge 31 maggio 1995, n. 218,
- nel Lussemburgo: gli articoli 14 e 15 del codice civile (Code civil),
- nei Paesi Bassi: l'articolo 126, terzo comma, e l'articolo 127 del codice di
procedura civile (Wetboek van Burgerlijke Rechtsvordering),
- in Austria: l'articolo 99 della legge sulla competenza giudiziaria (Jurisdiktionsnorm),
- in Portogallo: l'articolo 65 e l'articolo 65 A del codice di procedura civile
(Código de Processo Civil) e l'articolo 11 del codice di procedura del lavoro (Código
de Processo de Trabalho),
- in Finlandia: il capo 10, articolo 1, primo comma, seconda, terza e quarta
frase del codice di procedura civile (oikeudenkäymiskaari/rättegångsbalken),
- in Svezia: il capo 10, articolo 3, primo comma, prima frase del codice di
procedura civile (rättegångsbalken),
- nel Regno Unito: le disposizioni relative alla competenza basata:
a) su un atto di citazione notificato o comunicato al convenuto durante il suo
temporaneo soggiorno nel Regno Unito;
b) sull'esistenza nel Regno Unito di beni appartenenti al convenuto;
c) sul sequestro, ottenuto dall'attore, di beni situati nel Regno Unito.
ALLEGATO II
I giudici o le autorità competenti dinanzi ai quali deve essere proposta
l'istanza di cui all'articolo 39 sono i seguenti:
- in Belgio "tribunal de première instance" o "rechtbank van
eerste aanleg" o "erstinstanzliches Gericht",
- in Germania, presidente in una sezione del "Landgericht",
- in Grecia, ">ISO_7>ÌïíïìåëÝò Ðñùôïäéêåßï",
- >ISO_1>in Spagna, "Juzgado de Primera Instancia",
- in Francia, presidente del "tribunal de grande instance",
- in Irlanda, "High Court",
- in Italia, Corte d'appello,
- nel Lussemburgo, presidente del "tribunal d'arrondissement",
- nei Paesi Bassi, presidente dell'"arrondissementsrechtbank",
- in Austria, "Bezirksgericht",
- in Portogallo, "Tribunal Judicial de Comarca",
- in Finlandia, "käräjäoikeus/tingsrätt",
- in Svezia, "Svea hovrätt",
- nel Regno Unito:
a) in Inghilterra e nel Galles, "High Court of Justice" ovvero, nel
caso di procedimenti in materia di obbligazione alimentare, "Magistrates'
Court", alla quale l'istanza sarà trasmessa dal "Secretary of
State";
b) in Scozia, "Court of Session" ovvero, nel caso di procedimenti in
materia di obbligazione alimentare, "Sheriff Court" alla quale
l'istanza sarà trasmessa dal "Secretary of State";
c) nell'Irlanda del Nord, "High Court of Justice" ovvero, nel caso di
procedimenti in materia di obbligazione alimentare, "Magistrates'
Court", alla quale l'istanza sarà trasmessa dal "Secretary of
State";
d) a Gibilterra, "Supreme Court of Gibraltar" ovvero, nel caso di
procedimenti in materia di obbligazione alimentare, "Magistrates'
Court", alla quale l'istanza sarà trasmessa dall'"Attorney General of
Gibraltar".
ALLEGATO III
I giudici dinanzi ai quali deve essere proposto il ricorso di cui all'articolo
43, paragrafo 2, sono i seguenti:
- in Belgio,
a) per quanto riguarda il ricorso del convenuto:
"tribunal de première instance" o "rechtbank van eerste aanleg"
o "erstinstanzliches Gericht";
b) per quanto riguarda il ricorso dell'istante:
"Cour d'appel" o "hof van beroep";
- in Germania, "Oberlandesgericht",
- in Grecia, ">ISO_7>Åöåôåßï",
- >ISO_1>in Spagna, "Audiencia Provincial",
- in Francia, "Cour d'appel",
- in Irlanda, "High Court",
- in Italia, "Corte d'appello",
- nel Lussemburgo, "Cour supérieure de justice" giudicante in appello
in materia civile,
- nei Paesi Bassi,
a) per il convenuto: "arrondissementsrechtbank";
b) per l'istante: "gerechtshof";
- in Austria, "Bezirksgericht",
- in Portogallo, "Tribunal de Relação",
- in Finlandia, "hovioikeus/hovrätt",
- in Svezia, "Svea hovrätt",
- nel Regno Unito:
a) in Inghilterra e nel Galles, "High Court of Justice" ovvero, nel
caso di procedimenti in materia di obbligazione alimentare, "Magistrates'
Court";
b) in Scozia, "Court of Session" ovvero, nel caso di procedimenti in
materia di obbligazione alimentare, "Sheriff Court";
c) nell'Irlanda del Nord, "High Court of Justice" ovvero, nel caso di
procedimenti in materia di obbligazione alimentare, "Magistrates'
Court";
d) a Gibilterra, "Supreme Court of Gibraltar" ovvero, nel caso di
procedimenti in materia di obbligazione alimentare, "Magistrates'
Court".
ALLEGATO IV
I ricorsi che possono essere proposti in forza dell'articolo 44 sono i seguenti:
- ricorso in cassazione, in Belgio, Grecia, Spagna, Francia, Italia, Lussemburgo
e nei Paesi Bassi,
- "Rechtsbeschwerde", in Germania,
- ricorso alla "Supreme Court" per motivi di diritto in Irlanda,
- "Revisionsrekurs", in Austria,
- ricorso per motivi di diritto, in Portogallo,
- ricorso dinanzi al "korkein oikeus/högsta domstolen", in Finlandia,
- ricorso dinanzi allo "Högsta domstolen", in Svezia,
- ulteriore ricorso unico per motivi di diritto, nel Regno Unito.
ALLEGATO V
Attestato di cui agli articoli 54 e 58 del regolamento relativo alle decisioni e
alle transazioni giudiziarie
(Italiano, italien, Italian, italienisch, italiaans ...)
1. Stato membro d'origine
2. Organo giurisdizionale o autorità competente che rilascia l'attestato
2.1. Nome
2.2. Indirizzo
2.3. Tel./fax/posta elettronica
3. Organo giurisdizionale che ha emesso la decisione / approvato la transazione
giudiziaria(1)
3.1. Tipo di organo giurisdizionale
3.2. Sede dell'organo giurisdizionale
4. Decisione/transazione giudiziaria(2)
4.1. Data
4.2. Numero di riferimento
4.3. Parti in causa
4.3.1. Nome(i) dell'attore (degli attori)
4.3.2. Nome(i) del convenuto (dei convenuti)
4.3.3. Nome delle eventuali altre parti
4.4. Data di notificazione o comunicazione della domanda giudiziale in caso di
decisioni contumaciali
4.5. Testo della decisione/transazione giudiziaria allegato al presente
attestato
5. Nomi delle parti alle quali è stato concesso il gratuito patrocinio
La decisione / transazione giudiziaria(3) è esecutiva nello Stato membro
d'origine (articoli 38 e 58 del regolamento) contro:
Nome:
Fatto a ..., data ...
Firma e/o timbro ...
(1) Cancellare la dicitura inutile.
(2) Cancellare la dicitura inutile.
(3) Cancellare la dicitura inutile.
ALLEGATO VI
Attestato di cui all'articolo 57, paragrafo 4, del regolamento relativo agli
atti pubblici
(Italiano, italien, Italian, italienisch, italiaans ...)
1. Stato membro d'origine
2. Autorità competente che rilascia l'attestato
2.1. Nome
2.2. Indirizzo
2.3. Tel./fax/posta elettronica
3. Autorità che ha autenticato l'atto
3.1. Autorità intervenuta nella formazione dell'atto pubblico (se del caso)
3.1.1. Nome e titolo dell'autorità
3.1.2. Sede dell'autorità
3.2. Autorità che ha registrato l'atto pubblico (se del caso)
3.2.1. Tipo di autorità
3.2.2. Sede dell'autorità
4. Atto pubblico
4.1. Descrizione dell'atto
4.2. Data
4.2.1. alla quale l'atto è stato formato
4.2.2. se diversa: alla quale l'atto è stato registrato
4.3. Numero di riferimento
4.4. Parti in causa
4.4.1. Nome del creditore
4.4.2. Nome del debitore
5. Testo dell'obbligazione da eseguire allegato al presente attestato
L'atto pubblico ha efficacia esecutiva nei confronti del debitore nello Stato
membro d'origine (articolo 57, paragrafo 1, del regolamento)
Fatto a ..., data ...
Firma e/o timbro ... |