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 Nomi a dominio

ICANN: poca storia, molti problemi
5 - Le prospettive dopo il meeting di Stoccolma
di Sergio Baccaglini* - 05.07.01

9. Decisioni rapide per assecondare l'evoluzione della Rete

Preliminary report
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Durante il quarterly meeting di ICANN è stato nuovamente possibile vedere i rappresentanti eletti at large sedere al tavolo del direttivo di ICANN. Assolutamente di primo piano la posizione assunta dal rappresentante at large del Nord America, Karl Auerbach. Durante lo svolgimento del meeting, la sua presenza, così come quella del direttore europeo Andy Mueller-Maguhn, ha realizzato una sorta di controllo e bilanciamento rispetto agli interessi tecnico-economici attualmente preminenti nel direttivo di ICANN. Tale comportamento è stato evidente soprattutto durante la discussione relativa all'ambito dei root alternativi, con la difesa della legittimità di questi ultimi dallo strapotere di ICANN.

Sono sorti tuttavia ulteriori e nuovi problemi per gli At Large Directors. Infatti, durante il meeting, la rappresentanza dei domini nazionali (ccTLD constituency) ha chiesto ufficialmente ad ICANN di entrare a far parte del direttivo in veste di Supporting Organization, andandosi quindi ad affiancare alle tre già esistenti SO. (Attualmente i rappresentanti dei domini nazionali sono inseriti in una delle sette constituency all'interno della Domain Name Supporting Organization. Tuttavia, la loro presenza, soprattutto dal punto di vista del sostegno economico, è assolutamente indispensabile per ICANN).

Il rischio che tale eventuale modifica nella composizione del direttivo possa alterare il coefficiente o rapporto tra rappresentanti tecnici (Supporting Organizations) e rappresentanti internazionali di bottom-up governance (direttori at large) è tutt'altro che inverosimile. Infatti, i quattro posti previsti per i direttori at large, non ancora eletti, potrebbero essere diminuiti per essere ceduti alla rappresentanza dei domini nazionali. In tale modo si avrebbero solo sei direttori at large a fronte dei dodici eletti dalle tre supporting organization esistenti e dalla futura Country Code Supporting Organization (ccSO). In tal modo il coefficiente di parità tra membri eletti at large e membri eletti dalle supporting organization non sarebbe più di nove a nove, ma di dodici a sei, con evidente supremazia del contesto tecnico-economico rispetto ai fondamentali principi di internazionalizzazione e bottom-up governance.

Sebbene tale possibile evoluzione nella composizione del direttivo sembri ancora lontana e da definirsi nei sui aspetti più pratici (Meeting 20 giugno del ccTLD Administrative Committee, è tuttavia necessario comprenderne in anticipo il significato.
ICANN è infatti attesa nuovamente al varco di una situazione che quindi sarà fondamentale: ove la richiesta dei domini nazionali fosse accolta, sarebbe allora necessario aumentare il numero di direttori at large a dodici, se ciò non avvenisse ci troveremmo di fronte ad una decisione estremamente rilevante e rappresentativa della prossima evoluzione del direttivo di ICANN.

Va infatti notato che la presenza dei rappresentanti dei domini nazionali all'interno di ICANN è di assoluto primo piano. Sia da un punto di vista economico, in quanto parte fondamentale delle entrate economiche di ICANN giungono proprio dalla country code TLD constituency; sia da un punto di vista prettamente pratico di legittimazione, è infatti evidente la necessità di mantenere rapporti funzionali e chiari tra le due parti.
A tale proposito è stata recentemente nominata, nel Consiglio per gli affari internazionali di ICANN, Teresa Swinehart, al fine di considerare e formalizzare i rapporti tra ICANN stessa e organizzazioni internazionali tra cui ragionevolmente anche la constituency dei domini nazionali. La formalizzazione dei rapporti, contratti veri e propri, tra ICANN e gli operatori dei domini nazionali ha appunto una notevole valenza nel contesto economico; la rappresentanza dei domini nazionali produce infatti circa un terzo delle entrate nel budget annuale di ICANN. Il bilancio annuale, approvato durante il meeting di Stoccolma, raggiunge ora i cinque milioni di dollari, anche a seguito della decisone di innalzare le tariffe (da mille a duemilacinquecento dollari) che le società di registrazione dei domini di primo livello pagano ad ICANN.

Karl Auerbach, tuttavia, nel corso del meeting ha votato a sfavore di tale approvazione. Interessanti le sue considerazioni a tal proposito. In primo luogo il direttore at large sottolinea il numero eccessivo di addetti allo "staff ", circa mezzo milione di dollari (un miliardo e duecento milioni circa) dedicati solo a tale voce di bilancio. In secondo luogo rileva il fatto che ICANN non pare attenta in alcun modo a risparmiare, in tal senso i numerosissimi viaggi aerei pagati per lo staff e i direttori risultano assolutamente eccessivi: "fewer trips by fewer people!".

Ha ottenuto invece il favore di Karl Auerbach l'isitituzione di una task force (New TLD Evaluation Process Planning Task Force guidata dall'attuale presidente di ICANN Stuart Lynn) che si occupi di valutare l'impatto dei sette nuovi suffisi (.info .biz .aero .coop .museum .name .pro) nel contesto del Domain Name System e di internet in generale.Tuttavia, con un filo di ironia, il rappresentante americano at large scrive: "Sarebbe come se la united Airlines compisse un test per valutare se i propri aerei sono in grado di trasportare i passeggeri. Gia conosciamo la risposta, i nuovi suffissi web non destabilizzano in alcun modo la rete".

Ad ogni modo, entro breve i nuovi suffissi saranno finalmente disponibili. Dall'approvazione dei sette è passato quasi un anno  e giustamente da più parti si è sottolineato il tempo eccessivamente lungo richiesto da ICANN per procedere all'allargamento della rete. Non va dimenticato, infatti, che uno dei motivi, e quindi obiettivi, della privatizzazione della rete era la necessità di affidare compiti, che per loro natura necessitassero di particolare celerità, ad un organismo privato, ICANN appunto. Tale ente dovrebbe essere in grado di garantire, diversamente da lungaggini burocratico-governative, termini decisori brevi secondo la natura della rete stessa, sempre in costante evoluzione.