Sarebbe opportuna una legge-quadro
di Vittorio Bertola - 11.10.01
NOTA. Questo messaggio e quello di Claudio
Allocchio sono stati inviati alla lista della Naming Authority in risposta
alle dimissioni di Manlio Cammarata
Ho letto e concordo su alcune cose, non certo sul tutto.
Non credo che qualcuno abbia mai contestato la superiore autorita' del
Parlamento, del Governo e di tutte le entita' da essi delegate, come le
Authority, nel legiferare su questi argomenti. Capisco, da tecnico, come molti
possano ancora avere il sogno di una "entita' indipendente"
tecnocratica e libera dal "giogo" delle logiche politiche e sociali
della "real life"... ma un sogno del genere e' ormai ridicolo. Noi
tecnici potremo sgolarci all'infinito a ripetere che il DNS non e' un directory
service, ma dobbiamo prendere atto che siamo ormai una minoranza degli utenti
della rete, e che le norme vanno fatte a misura di una comunita' in cui, ad
esempio, la maggior parte dei partecipanti non ha alcun dubbio sul fatto che il
DNS sia un directory service, e lo usa come tale.
Credo pero' che sia assolutamente contestabile l'opportunita' che le regole
*specifiche* e *di dettaglio* siano definite a un livello cosi' generico come
quello legislativo. In questo senso, credo che la cosiddetta "LIC"
abbia il diritto e il dovere di supportare le istituzioni nel processo di
stesura delle regole, e possa garantire una operativita' migliore: d'altra
parte, ti immagini cosa succederebbe se ogni modifica di una virgola delle
regole di naming dovesse passare dal Parlamento o anche solo dalle varie
Authority?
Non c'e' dubbio che questo ruolo debba essere legittimato dalle istituzioni:
cosi' come puo' accadere in altri settori, sarebbe opportuna una legge quadro
che stabilisse alcuni principi fondamentali e definisse in modo chiaro le
responsabilita' di questa che chiamerei quasi una Consulta, assegnando ad essa
la stesura di dettaglio del regolamento.
Sono poi d'accordo con te quando individui una lista di soggetti che
dovrebbero essere coinvolti e non lo sono: e' chiaro che una rappresentanza
della LIC dovrebbe includere tutti i soggetti che tu citi, da ALCEI ai centri
sociali... e' proprio per questo che, a mio parere, la rappresentanza dei
"consumatori" e degli operatori della rete non puo' essere ricondotta
a una o comunque a un elenco prefissato di associazioni, ma deve essere previsto
un organismo in cui i consumatori stessi, come individui o in forma aggregata,
possano entrare liberamente.
In altre parole la NA deve trasformarsi da "club" in cui si entra
per cooptazione (peraltro, ammetterai, con barriere di ingresso abbastanza
basse) a organismo apertamente rappresentativo di tutta la comunita', pena la
propria delegittimazione. Ma questo non vuol dire che se ne possa negare la
storia o il diritto ad esistere e ad avere un peso, consultivo quanto vuoi
(almeno rispetto all'ovvio e superiore potere del Parlamento), ma un peso, e
rivendicare l'opportunita' che le regole specifiche vengano decise non a livello
centrale, da persone che necessariamente non hanno la conoscenza dettagliata dei
problemi, ma a livello periferico.
Ad ogni modo, per tornare al nocciolo della questione, vorrei capire qual e'
il tuo punto di vista pratico: secondo te e' corretto che il dominio "boicottadanone.it"
non possa essere assegnato senza il consenso della Danone? A me una idea del
genere fa rizzare i capelli in testa. Mi sembra che la liberta' di espressione
sia costituzionalmente "un pochino" piu' rilevante della tutela del
marchio.
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