Pagina pubblicata tra il 1995 e il 2013
Le informazioni potrebbero non essere più valide
Documenti e testi normativi non sono aggiornati

 

 Nomi a dominio

Sarebbe opportuna una legge-quadro
di Vittorio Bertola - 11.10.01

NOTA. Questo messaggio e quello di Claudio Allocchio sono stati inviati alla lista della Naming Authority in risposta alle dimissioni di Manlio Cammarata

Ho letto e concordo su alcune cose, non certo sul tutto.

Non credo che qualcuno abbia mai contestato la superiore autorita' del Parlamento, del Governo e di tutte le entita' da essi delegate, come le Authority, nel legiferare su questi argomenti. Capisco, da tecnico, come molti possano ancora avere il sogno di una "entita' indipendente" tecnocratica e libera dal "giogo" delle logiche politiche e sociali della "real life"... ma un sogno del genere e' ormai ridicolo. Noi tecnici potremo sgolarci all'infinito a ripetere che il DNS non e' un directory service, ma dobbiamo prendere atto che siamo ormai una minoranza degli utenti della rete, e che le norme vanno fatte a misura di una comunita' in cui, ad esempio, la maggior parte dei partecipanti non ha alcun dubbio sul fatto che il DNS sia un directory service, e lo usa come tale.

Credo pero' che sia assolutamente contestabile l'opportunita' che le regole *specifiche* e *di dettaglio* siano definite a un livello cosi' generico come quello legislativo. In questo senso, credo che la cosiddetta "LIC" abbia il diritto e il dovere di supportare le istituzioni nel processo di stesura delle regole, e possa garantire una operativita' migliore: d'altra parte, ti immagini cosa succederebbe se ogni modifica di una virgola delle regole di naming dovesse passare dal Parlamento o anche solo dalle varie Authority?

Non c'e' dubbio che questo ruolo debba essere legittimato dalle istituzioni: cosi' come puo' accadere in altri settori, sarebbe opportuna una legge quadro che stabilisse alcuni principi fondamentali e definisse in modo chiaro le responsabilita' di questa che chiamerei quasi una Consulta, assegnando ad essa la stesura di dettaglio del regolamento.

Sono poi d'accordo con te quando individui una lista di soggetti che dovrebbero essere coinvolti e non lo sono: e' chiaro che una rappresentanza della LIC dovrebbe includere tutti i soggetti che tu citi, da ALCEI ai centri sociali... e' proprio per questo che, a mio parere, la rappresentanza dei "consumatori" e degli operatori della rete non puo' essere ricondotta a una o comunque a un elenco prefissato di associazioni, ma deve essere previsto un organismo in cui i consumatori stessi, come individui o in forma aggregata, possano entrare liberamente.

In altre parole la NA deve trasformarsi da "club" in cui si entra per cooptazione (peraltro, ammetterai, con barriere di ingresso abbastanza basse) a organismo apertamente rappresentativo di tutta la comunita', pena la propria delegittimazione. Ma questo non vuol dire che se ne possa negare la storia o il diritto ad esistere e ad avere un peso, consultivo quanto vuoi (almeno rispetto all'ovvio e superiore potere del Parlamento), ma un peso, e rivendicare l'opportunita' che le regole specifiche vengano decise non a livello centrale, da persone che necessariamente non hanno la conoscenza dettagliata dei problemi, ma a livello periferico.

Ad ogni modo, per tornare al nocciolo della questione, vorrei capire qual e' il tuo punto di vista pratico: secondo te e' corretto che il dominio "boicottadanone.it" non possa essere assegnato senza il consenso della Danone? A me una idea del genere fa rizzare i capelli in testa. Mi sembra che la liberta' di espressione sia costituzionalmente "un pochino" piu' rilevante della tutela del marchio.

.oOo.oOo.oOo.oOo vb. Vittorio Bertola