Tutti d'accordo, questo
DDL è da rifare
di Manlio Cammarata - 29.11.2000
E' un coro unanime di "no".
Nelle liste del NIC e della Società
Internet si moltiplicano i messaggi di critica, i radicali promuovono una raccolta
di firme, i senatori si attaccano al telefono o inviano e-mail per chiedere
suggerimenti e consigli, scendono in campo anche le due più potenti
associazioni italiane, Puntoit e AIIP.
Puntoit chiede di limitare l'intervento normativo,
AIIP emana un comunicato sullo stesso registro (Limitare
gli interventi, coinvolgere l'industria e le associazioni) e quindi precisa
il suo punto di vista con una serrata critica al disegno di legge e propone un emendamento
sostitutivo, di fatto un testo completamente nuovo.
La sostanza è che il disegno di legge AS 4594
"Passigli" deve essere fermato.
E' il caso di valutare con attenzione la proposta di emendamento avanzata da
AIIP, che nasce dalla nota uscita due giorni fa su questa rivista (Il
problema in quattro punti) e da una bozza che avrebbe dovuto completare la
nota, ma era ancora troppo vaga per essere pubblicata.
Anche il testo proposto dall'associazione dei
provider deve essere approfondito. In particolare, è necessario delimitare il
campo di intervento della legge, in relazione a quelle che possono diventare
norme regolamentari (informativa ai richiedenti, procedure e assunzioni di
responsabilità ecc.) e stabilire sotto quale "tutela" deve essere
posto l'ente che deve dettare le regole stesse.
Questo è un punto molto delicato. Da più parti si propone di
"eleggere" il Ministero dell'Industria, competente per quanto concerne
marchi e brevetti. In questo modo, però, si metterebbe l'accento sugli aspetti
commerciali della Rete, trascurando sia l'aspetto civilistico dei nomi di
persona, sia sugli aspetti generali dell'internet come sistema di comunicazione.
Sembra quindi più consona alla realtà l'attribuzione della competenza
all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e, su delega di questa, al
Ministero delle comunicazioni, come per gli altri aspetti della numerazione
nelle reti. La soluzione sarebbe anche più aderente alle indicazioni
dell'Unione europea (vedi anche Chi ha il compito di
dettare le regole?).
L'urgenza di approvare il testo è chiaramente motivata dalla necessità dei
parlamentari di riprendersi i nomi a dominio registrati da altri, in vista della
campagna per le elezioni politiche del 2001.
Allora è bene riflettere su questo punto: tra i tempi dell'approvazione della
legge, dell'emanazione dei regolamenti e dell'entrata a regime del nuovo
sistema, si rischia di saltare un'intera legislatura. E' molto più rapido il
ricorso alla magistratura, con la richiesta di un provvedimento d'urgenza ai
sensi dall'articolo 700 del codice di procedura civile.
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