Le precedenti interrogazioni:
AC 3-00330 (Vitali)
AC 4-04268 (Zacchera)
AC 4 -05003 (Zacchera)
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-05339
presentata da ILARIO FLORESTA
martedì 23 ottobre 2007 nella seduta n.229
FLORESTA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle
finanze, al Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica
amministrazione. - Per sapere - premesso che:
con la legge 31 marzo 2005, n. 43 (articoli 7 vicies, ter e quater) la
pubblica amministrazione si è posta l'obiettivo di rinnovare i documenti di
identificazione personale, trasformandoli da cartacei in elettronici, sia per
adeguarsi alle norme europee ed internazionali, sia per garantire una maggiore
sicurezza al Paese, con l'adozione di sistemi efficaci per contrastare la
falsificazione dei documenti d'identità;
i tre fondamentali progetti legati ai documenti di identificazione,
passaporto e carta d'identità elettronici per i cittadini italiani, permesso e
carta di soggiorno elettronici per i cittadini stranieri, hanno registrato
risultati diversi:
positivo per il passaporto elettronico che si è rapidamente allineato agli
standard internazionali con quasi un milione e mezzo di passaporti emessi;
disastroso per gli altri due progetti che registrano un risultato altamente
negativo per l'Amministrazione dello Stato, in particolare per il Ministero
dell'interno che ha mostrato inaspettate e gravi inefficienze nella gestione di
progetti che coinvolgono il sistema Paese;
la carta d'identità elettronica, dopo una soddisfacente stagione di
emissione sperimentale che anticipava in Europa le più sicure tecnologie di
sicurezza, è ora nel ristagno totale a causa di varie lobbies che se ne
contendono la gestione, così come evidenziato in precedenti interrogazioni
parlamentari dagli onorevoli Vitali e Zacchera, finora rimaste senza risposta;
il permesso di soggiorno elettronico ha un futuro ancor più problematico, se
si considera l'esiguo numero di documenti emessi nel corso di un anno a causa di
superabili difficoltà per persone di buon senso che diventano però
insuperabili per la struttura burocratica del Ministero dell'interno -:
se i motivi di tali inconfutabili insuccessi siano imputabili, oltre secondo
l'interrogante alla evidente inadeguatezza del Ministero dell'interno a gestire
un progetto complesso, anche alla discontinuità delle posizioni burocratiche di
comando con continui avvicendamenti tra i responsabili del Dipartimento
dell'Immigrazione che ha registrato, nell'arco di 18 mesi, il ricambio di ben
tre Prefetti;
se risponda al vero che le richieste di permessi di soggiorno elettronici,
dal novembre dell'anno scorso ad oggi ammontanti ad oltre un milione, siano
state soddisfatte per circa un decimo del totale, con tempi di attesa di otto,
nove mesi, ben lontano dalle promesse del Governo;
se risponda al vero che gli impianti di produzione delle carte e dei permessi
di soggiorno elettronici presso l'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato
(costati circa 80 milioni di euro) sono fermi perché non arrivano i dati dal
Ministero dell'interno;
se risponda al vero che il Poligrafico dello Stato, anche a causa degli
investimenti per la produzione dei documenti elettronici, risulti essere carente
di liquidità in ragione di crediti nei confronti del Ministero dell'interno per
circa 500 milioni di euro;
se risponda al vero che a fronte di incertezze organizzative, la Direzione
dell'Immigrazione abbia deciso di sospendere la consegna dei permessi di
soggiorno elettronici, ritornando a quelli cartacei, per motivi di celerità
procedurale, in contrasto con il richiamato articolo 7 vicies ter della legge n.
43 del 2005 che espressamente introduce, con decorrenza 1o gennaio 2006, il
documento elettronico in sostituzione di quello cartaceo;
quale sia la differenza tra la procedura per il rilascio del documento
cartaceo e quello elettronico, atteso che i relativi atti istruttori sono i
medesimi ed hanno la medesima finalità e, qualora tale differenza sussista,
perché non si applica la procedura per il rilascio del documento cartaceo (se
meno lenta) a quello elettronico, perlomeno fino alla soluzione dei problemi
procedurali che allo stato provocano i ritardi evidenziati;
se risponda al vero che finora i cittadini extracomunitari che hanno fatto
richiesta del permesso e della carta di soggiorno elettronici abbiano versato
nelle casse dello Stato oltre 42 milioni di euro e alla Società Poste Italiane
(deputata dal Ministero dell'interno a ricevere le istanze e ad avviare una
prima istruttoria) oltre 30 milioni di euro per un totale complessivo di oltre
72 milioni di euro, in aperta contraddizione con i conclamati proclami di
solidarietà nei confronti degli immigrati;
se risponda al vero che, non riuscendo ad espletare le relative istruttorie,
il Dipartimento dell'Immigrazione abbia equiparato la ricevuta della
raccomandata postale (con la quale si è spedita l'istanza) al permesso ed alla
carta di soggiorno, consentendo la libera circolazione, compresa l'uscita ed il
rientro nel territorio nazionale, ai cittadini extracomunitari, in modo da
elevare cosi una società privata, ancorché di proprietà pubblica quale
«Poste Italiane», a somma autorità in materia di immigrazione;
se non si ritenga - nell'interesse della sicurezza nazionale, messa a grave
repentaglio da questa incredibile vicenda, a tutela della parte più vulnerabile
della nostra società rappresentata dagli immigrati desiderosi di lavorare e
progredire, ed a salvaguardia dell'immagine anche internazionale del Paese - di
rivedere drasticamente e con la massima urgenza le procedure di rilascio del
permesso e della carta di soggiorno elettronici (ad iniziare dall'enigmistico
ponderoso modulo di domanda), nonché di affidare maggiori compiti ai Patronati
ed al Poligrafico dello Stato che, in base all'articolo 7 vicies quater della
menzionata legge n. 43 del 2005, ha il ruolo di finanziatore e braccio operativo
del Ministero dell'economia e delle finanze.(4-05339)
|