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Attualità

CIE: la quarta interrogazione parlamentare 

12.11.07

 

Le precedenti interrogazioni:
AC 3-00330 (Vitali)
AC 4-04268 (Zacchera)
AC 4 -05003 (Zacchera)

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05339
presentata da ILARIO FLORESTA 
martedì 23 ottobre 2007 nella seduta n.229

FLORESTA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. - Per sapere - premesso che:

con la legge 31 marzo 2005, n. 43 (articoli 7 vicies, ter e quater) la pubblica amministrazione si è posta l'obiettivo di rinnovare i documenti di identificazione personale, trasformandoli da cartacei in elettronici, sia per adeguarsi alle norme europee ed internazionali, sia per garantire una maggiore sicurezza al Paese, con l'adozione di sistemi efficaci per contrastare la falsificazione dei documenti d'identità;

i tre fondamentali progetti legati ai documenti di identificazione, passaporto e carta d'identità elettronici per i cittadini italiani, permesso e carta di soggiorno elettronici per i cittadini stranieri, hanno registrato risultati diversi:

positivo per il passaporto elettronico che si è rapidamente allineato agli standard internazionali con quasi un milione e mezzo di passaporti emessi;

disastroso per gli altri due progetti che registrano un risultato altamente negativo per l'Amministrazione dello Stato, in particolare per il Ministero dell'interno che ha mostrato inaspettate e gravi inefficienze nella gestione di progetti che coinvolgono il sistema Paese;

la carta d'identità elettronica, dopo una soddisfacente stagione di emissione sperimentale che anticipava in Europa le più sicure tecnologie di sicurezza, è ora nel ristagno totale a causa di varie lobbies che se ne contendono la gestione, così come evidenziato in precedenti interrogazioni parlamentari dagli onorevoli Vitali e Zacchera, finora rimaste senza risposta;

il permesso di soggiorno elettronico ha un futuro ancor più problematico, se si considera l'esiguo numero di documenti emessi nel corso di un anno a causa di superabili difficoltà per persone di buon senso che diventano però insuperabili per la struttura burocratica del Ministero dell'interno -:

se i motivi di tali inconfutabili insuccessi siano imputabili, oltre secondo l'interrogante alla evidente inadeguatezza del Ministero dell'interno a gestire un progetto complesso, anche alla discontinuità delle posizioni burocratiche di comando con continui avvicendamenti tra i responsabili del Dipartimento dell'Immigrazione che ha registrato, nell'arco di 18 mesi, il ricambio di ben tre Prefetti;

se risponda al vero che le richieste di permessi di soggiorno elettronici, dal novembre dell'anno scorso ad oggi ammontanti ad oltre un milione, siano state soddisfatte per circa un decimo del totale, con tempi di attesa di otto, nove mesi, ben lontano dalle promesse del Governo;

se risponda al vero che gli impianti di produzione delle carte e dei permessi di soggiorno elettronici presso l'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato (costati circa 80 milioni di euro) sono fermi perché non arrivano i dati dal Ministero dell'interno;

se risponda al vero che il Poligrafico dello Stato, anche a causa degli investimenti per la produzione dei documenti elettronici, risulti essere carente di liquidità in ragione di crediti nei confronti del Ministero dell'interno per circa 500 milioni di euro;

se risponda al vero che a fronte di incertezze organizzative, la Direzione dell'Immigrazione abbia deciso di sospendere la consegna dei permessi di soggiorno elettronici, ritornando a quelli cartacei, per motivi di celerità procedurale, in contrasto con il richiamato articolo 7 vicies ter della legge n. 43 del 2005 che espressamente introduce, con decorrenza 1o gennaio 2006, il documento elettronico in sostituzione di quello cartaceo;

quale sia la differenza tra la procedura per il rilascio del documento cartaceo e quello elettronico, atteso che i relativi atti istruttori sono i medesimi ed hanno la medesima finalità e, qualora tale differenza sussista, perché non si applica la procedura per il rilascio del documento cartaceo (se meno lenta) a quello elettronico, perlomeno fino alla soluzione dei problemi procedurali che allo stato provocano i ritardi evidenziati;

se risponda al vero che finora i cittadini extracomunitari che hanno fatto richiesta del permesso e della carta di soggiorno elettronici abbiano versato nelle casse dello Stato oltre 42 milioni di euro e alla Società Poste Italiane (deputata dal Ministero dell'interno a ricevere le istanze e ad avviare una prima istruttoria) oltre 30 milioni di euro per un totale complessivo di oltre 72 milioni di euro, in aperta contraddizione con i conclamati proclami di solidarietà nei confronti degli immigrati;

se risponda al vero che, non riuscendo ad espletare le relative istruttorie, il Dipartimento dell'Immigrazione abbia equiparato la ricevuta della raccomandata postale (con la quale si è spedita l'istanza) al permesso ed alla carta di soggiorno, consentendo la libera circolazione, compresa l'uscita ed il rientro nel territorio nazionale, ai cittadini extracomunitari, in modo da elevare cosi una società privata, ancorché di proprietà pubblica quale «Poste Italiane», a somma autorità in materia di immigrazione;

se non si ritenga - nell'interesse della sicurezza nazionale, messa a grave repentaglio da questa incredibile vicenda, a tutela della parte più vulnerabile della nostra società rappresentata dagli immigrati desiderosi di lavorare e progredire, ed a salvaguardia dell'immagine anche internazionale del Paese - di rivedere drasticamente e con la massima urgenza le procedure di rilascio del permesso e della carta di soggiorno elettronici (ad iniziare dall'enigmistico ponderoso modulo di domanda), nonché di affidare maggiori compiti ai Patronati ed al Poligrafico dello Stato che, in base all'articolo 7 vicies quater della menzionata legge n. 43 del 2005, ha il ruolo di finanziatore e braccio operativo del Ministero dell'economia e delle finanze.(4-05339)

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