La nostra rivista ha un editore. E' l'Editoriale InterLex srl,
inserita in un grande gruppo multimediale che opera nel settore delle
telecomunicazioni. Questo vuol dire che InterLex supera la fase artigianale e
volontaristica e si evolve verso un modello di impresa, che costituisce la sola
condizione possibile per svilupparsi e offrire un'informazione sempre più
puntuale sui problemi delle tecnologie dell'informazione.
La strada era segnata da tempo. Qualche lettore ricorderà
l'articolo pubblicato sul numero 101, non a caso intitolato Numero
(cento)uno, qualche idea per continuare. Era il 28 ottobre dell'anno scorso.
Quelle note hanno suscitato l'attenzione di alcuni "amici di
InterLex", che hanno fondato una società, con lo scopo di valorizzare le
professionalità che in cinque anni si sono aggregate intorno alla rivista e di
individuare le possibilità di collaborazione con una realtà imprenditoriale in
grado di assicurarne lo sviluppo. Questa società è la E-Norme srl.
La ricerca di un partner non è stata facile, perché era
necessario conciliare le possibilità di crescita di InterLex con il
mantenimento della sua indipendenza.
Il punto di equilibrio è stato trovato con Mario Chiavalin, il patron di
Attika Group PLC, un gruppo che rivela la
sua natura nei nomi delle due città che compaiono nel logo: Londra e Venezia.
Cioè lo spirito internazionale di un'iniziativa che affonda le proprie radici
in quel Nord-Est italiano che costituisce un modello difficilmente imitabile di
operosità e di innovazione.
Con la costituzione dell'Editoriale InterLex, partecipata da E-Norme (che
ne detiene il controllo) e da Attika, si mantiene l'autonomia della redazione e
nello stesso tempo si possono attivare importanti sinergie con le altre società
del gruppo (vedi la scheda nel comunicato stampa).
Tutto questo si inserisce perfettamente nella new economy
che oggi è al centro dell'attenzione di tutti. Scriveva pochi giorni fa
Pierluigi Celli, direttore generale della Rai, sul Sole 24 Ore:
"L'affacciarsi all'orizzonte delle reti a banda larga e l'affermarsi di
Internet come progressivo unificatore della galassia della comunicazione danno
un colpo di acceleratore alla convergenza tra audiovisivo e servizi interattivi.
E' la ragione per la quale, su scala globale, AOL e Time-Warner hanno scelto di
fondersi; ed è il motivo per il quale Vivendi, l'azionista di uno dei maggiori
gruppi televisivi europei, Canal+, ha trovato complementarietà strategica con
il raggruppamento Vodaphone-Air Touch-Mannesmann, incentrato sulle
telecomunicazioni e Internet".
Certo, siamo su una dimensione non paragonabile a quella della
fusione tra America On Line e Time-Warner o degli altri grandi accordi che
salgono agli onori delle cronache di questo periodo, ma lo spirito è sempre
quello della digital collision: dare vita a gruppi in grado di sostenere
la competizione del mercato globale, combinando le risorse del mondo dei media
con quelle dell'industria delle telecomunicazioni. Quest'ultima trova nei
contenuti l'opportunità di caratterizzare e distinguere la propria offerta da
quella dei concorrenti, mentre i produttori dei contenuti stessi possono
allargare il proprio mercato e sfruttare le sinergie organizzative con le
strutture dell'industria.
Nel suo piccolo, InterLex raccoglie la sfida della web
economy e si prepara a una trasformazione impegnativa, che dovrà portarla a
un ruolo di primo piano nell'informazione di settore, ma senza abbandonare gli
obiettivi che si è posta fin dai suoi primi passi, dal quel forum La
società dell'informazione che è nato proprio cinque anni fa.
Prima le pagine del forum, poi quelle della rivista, sono state e sono un luogo
di scambio di informazioni e di opinioni libere, senza condizionamenti,
sugli aspetti normativi dell'informazione e della comunicazione. Hanno
annunciato e incoraggiato le (poche) grandi innovazioni, hanno denunciato e
denunciano le cose che non vanno, le inefficienze e le omissioni del Palazzo, le
vessazioni e i soprusi che subiscono ogni giorno i "cittadini del
Web".
Continueremo a farlo. Continueremo a informare, continueremo a
raccogliere le voci della Rete e a gridare, quando sarà necessario, ogni volta
che ci saranno libertà minacciate o diritti violati. Forti non solo di una
finalmente solida struttura editoriale, ma del generoso impegno dei
collaboratori e soprattutto del consenso dei lettori, la parte più attiva e
consapevole dei cittadini del Web.