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 Firma digitale

Perché non è utile la firma delle immagini dei documenti
14.11.02

Il "baco giuridico" delle applicazioni di firma digitale è ancora oggetto di diversi messaggi con domande o osservazioni sul problema. Nella maggior parte dei casi si tratta di aspetti che abbiamo già trattato e quindi rimandiamo gli interessati all'elenco degli articoli precedenti, in fondo in questa pagina. Qui ci occupiamo di una questione molto rilevante, anche se non esclusivamente legata al "baco". Scrive un lettore (che, come altri, chiede di restare anonimo):

...nell'articolo del 31 ottobre scorso Verso il suicidio della firma digitale avete scritto che limitare la possibilità della firma digitale ai documenti in formato immagine sarebbe come dire "buttiamo via tutto il lavoro fatto dal 1996 a oggi per l'equiparazione del documento informatico al documento cartaceo. Tanto vale restare alla carta e all'inchiostro".
Non sono d'accordo, anzi, ritengo che i documenti in formato TIFF o PDF (e anche altri, per esempio Windows Bitmap) siano l'unica soluzione possibile per garantire la staticità del file...

Premettiamo che la firma digitale può servire a validare qualsiasi "evidenza informatica": un documento di testo, un programma,  un'immagine, un file sonoro, un foglio di calcolo... Il problema (lo ricordiamo per chi non avesse seguito tutta la discussione) è che il firmatario deve vedere esattamente quello che firma e chi verifica la firma deve vedere lo stesso documento che è stato firmato. In alcuni casi il file può restare identico, e quindi la verifica può dare un risultato positivo, ma il documento che si vede è diverso da quello effettivamente firmato, a causa di informazioni che il file firmato va a prendere da qualche altra parte.

Trasformare un testo in un'immagine statica comporta la perdita... del testo stesso e quindi rende molto più difficile usarlo per gli scopi ai quali era originariamente destinato. Ci sono almeno due motivi per i quali è essenziale mantenere il formato testuale. Per incominciare vediamo un esempio di un documento essenzialmente "dinamico" (nulla a che vedere con i "campi dinamici"), cioè destinato a subire annotazioni successive, ciascuna delle quali richiede una firma.
Prendiamo un comunissimo atto giudiziario, un "ricorso per decreto ingiuntivo" (serve a chiedere al giudice di ingiungere a qualcuno di pagare un debito - lo stesso discorso potrebbe farsi per molti atti notarili). Vediamo che cosa succederebbe se si potesse apporre la firma digitale solo all'immagine del documento.

 L'avvocato stende il ricorso. Poi lo stampa, lo mette nello scanner e ricava il file .tif al quale appone la propria firma. Ora deve aggiungere la procura alle liti, quindi inserisce il .tif in un documento di testo, scrive la formula della procura e stampa il nuovo documento. Lo mette nello scanner e presenta l'immagine al cliente che appone la propria firma. Ora è l'avvocato che deve certificare la firma del cliente: inserisce la nuova immagine in un documento di testo, aggiunge la formula d'uso, stampa il tutto, lo mette nello scanner, ricava un'altra immagine, firma.

Finito? No, perché adesso è necessario depositare l'atto nella cancelleria del tribunale. Qui l'addetto dovrebbe prendere l'immagine firmata, inserirla in un documento di testo, scrivere l'attestazione del deposito, stampare di nuovo il documento, metterlo nello scanner, firmare l'immagine...
Poi entra in scena l'ufficiale giudiziario, il quale dovrebbe ricominciare tutta la trafila per firmare la "relata di notifica", con la quale si conclude (se il debitore paga) tutta la trafila.
Questo è un esempio tra i più semplici, ma ci sono procedure che richiedono passaggi anche più numerosi, come nell'attività dei notai, che in molti casi devono continuare ad aggiungere annotazioni ai documenti che hanno formato (e firmato).

Non abbiamo preso in considerazione il formato .pdf perché nelle ultime versioni può contenere elementi dinamici e questo comporta una serie di passaggi per verificarne la presenza ed eventualmente eliminarli, con ulteriori complicazioni.
E' evidente che procedure come quelle che abbiamo descritto sono molto più lente di quelle tradizionali e comportano uno spreco di carta ancora più grande: quindi è assolutamente necessario che i documenti di testo possano essere firmati come tali.

Un secondo motivo per i quale può essere importante non "congelare" un testo in un'immagine riguarda tutti i casi in cui le informazioni contenute nel documento possono servire ad altri scopi. Immaginiamo, in un futuro che potrebbe essere vicino,  un formulario per una richiesta o una dichiarazione rivolte a una pubblica amministrazione. Se il formulario è ben strutturato (e con una procedura che fissi le informazioni prima dell'apposizione della firma digitale), si può predisporre una procedura automatica che alimenta il protocollo e i data base dell'ufficio, prelevando i dati dal file ricevuto: generalità dell'interessato, data, tipo di richiesta e così via. Se il documento è trasformato in immagine, occorre copiare a mano le informazioni una per una e così annullare buona parte dei vantaggi del documento informatico.

(M. C.)