Con grande fanfara da parte del Governo, e purtroppo con la solita
malainformazione da parte degli organi di stampa, pochi giorni fa è stata
infine approvata con uno schema di decreto del Presidente della Repubblica l'istituzione
del servizio di posta elettronica certificata. Quest'approvazione corona un
lavoro lungo e per lo più oscuro, portato avanti in tempi recenti dal
Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie di concerto col CNIPA, ma
iniziato parecchi anni fa dal ministro Bassanini, grazie al quale l'Italia è
riuscita a dotarsi di innovativi strumenti di legge, in grado di consentirle il
passaggio dalla burocrazia basata sulla carta ad un più moderno ed efficiente
sistema di amministrazione basato su strumenti e mezzi informatici.
Il primo tassello di questo ampio e complesso mosaico fu l'introduzione nel
nostro ordinamento giuridico della fattispecie del "documento
informatico", salutato come una rivoluzione da parte degli osservatori più
attenti: l'ormai famoso secondo comma dell'art. 15 della legge
59/97, la
"Bassanini uno". Vera e propria testata d'angolo di un ampio
edificio che all'epoca era ancora da costruire ed oggi è praticamente
completato, almeno nelle sue linee essenziali.
Sino ad oggi, tuttavia, la smaterializzazione legale del documento
cartaceo era riferita soprattutto all'ambito interno di un'amministrazione,
ossia ai suoi documenti e processi locali; mentre lo scambio di documenti tra
amministrazioni diverse prevedeva implicitamente il passaggio per la solita
vecchia carta. Oggi dunque, grazie all'introduzione del servizio di posta
elettronica certificata, si viene a chiudere il cerchio relativo al ciclo di
vita dei documenti, dando efficacia legale anche alla loro trasmissione per via
telematica, mediante lo strumento diffusissimo della e-mail. Laddove ovviamente
tutto il processo di invio e ricezione sia reso sicuro, mediante opportuni
artifici tecnici, dal punto di vista della garanzia del contenuto e della
certezza della consegna.
Di ciò, e non di altro, si occupa dunque questo decreto: e la confusione con
cui è stato subito accolto denota, da parte dei commentatori, un'assoluta
mancanza di comprensione sulle sue finalità e sulle sue disposizioni. Vediamole
dunque brevemente, facendo nel contempo anche un minimo di approfondimento sulle
modalità tecniche di funzionamento del servizio stesso.
A questo proposito va detto che un concetto piuttosto travisato nei primi
commenti è proprio quello della "validità legale": scopo della posta
elettronica certificata, infatti, non è quello di garantire sul contenuto
del messaggio (né, in particolare, sulla sua autenticità) bensì quello di
dare certezza sul processo di inoltro del messaggio stesso, a partire
dall'atto della presa in carico da parte del sistema sino all'atto della
consegna (o della mancata consegna) nella mailbox del destinatario. In pratica
la posta elettronica certificata ricalca concettualmente il servizio di posta
tradizionale raccomandata: non entra nel merito di cosa sia stato
spedito, ma è in grado di garantire che ciò che è stato spedito non sia stato
alterato durante il processo di consegna, e che sia stato preso in carico e
consegnato (o non consegnato) al destinatario in tempi e con modalità certe.
In termini tecnici generali il servizio di posta elettronica certificata
sfrutta i medesimi protocolli della e-mail ordinaria, in particolare SMTP (Simple
Mail Transfer Protocol) per l'invio e l'inoltro e POP3 (Post Office
Protocol V3) per la ricezione. Ciò sia per un ovvio rispetto degli standard
di Internet sia per consentire ai client di posta ordinaria di inviare e/o
ricevere posta verso/da un dominio di posta certificata. Tuttavia i server
destinati all'inoltro della e-mail certificata devono fare molte più cose
rispetto a quelli che si occupano dell'inoltro della e-mail ordinaria.
Essenzialmente i meccanismi di garanzia si basano sui seguenti aspetti:
a) utilizzo della firma digitale per garantire l'integrità del messaggio
preso in carico e consegnato;
b) scambio di "ricevute" firmate digitalmente fra i server che si
scambiano i messaggi;
c) tenuta di log puntuali ed immodificabili di tutte le attività svolte da
parte di ogni server;
d) sincronizzazione certa degli orologi di tutti i server per rendere
confrontabili i rispettivi log.
Descrivere il funzionamento del sistema nel suo dettaglio sarebbe lungo e
complicato, anche perché le tipologie di flusso possibili variano a seconda
dell'ambito in cui ci si pone: esistono infatti tre scenari sostanzialmente
differenti, che corrispondono ai casi in cui sia il mittente che il destinatario
appartengano ad un "dominio di posta certificata", ovvero vi
appartengano il solo mittente o il solo destinatario. Si può comunque dare una
descrizione concettuale del sistema, utile a capire i meccanismi adoperati,
rimandando poi ai documenti tecnici predisposti dal CNIPA chi fosse interessato
a maggiori approfondimenti.
Vediamo dunque cosa succede nel caso in cui sia il mittente che il
destinatario appartengano a domini di posta certificata, ovviamente diversi tra
loro. Il server, detto "punto di accesso", che riceve il messaggio dal
client mittente provvede innanzitutto ad imbustare tale messaggio in un
nuovo "messaggio di trasporto", firmato digitalmente, che ne preserva
l'integrità durante tutto il processo di inoltro; restituisce quindi al
mittente una "ricevuta di accettazione", anch'essa firmata
digitalmente, la quale attesta data ed ora di accettazione del messaggio;
provvede quindi all'inoltro del messaggio "imbustato" al server
addetto alla ricezione nel dominio di posta certificata del destinatario.
Questo server, detto "punto di ricezione" per il suo dominio, per
prima cosa restituisce al "punto di accesso" una "ricevuta di
presa in carico" che attesta data ed ora di ingresso del messaggio
"imbustato" nel dominio del destinatario; provvede quindi ad inoltrare
il messaggio al server detto "punto di consegna" che è in pratica il
gestore delle mailbox all'interno del dominio di posta certificata. Quest'ultimo
server, che costituisce la destinazione finale del messaggio, non appena lo
riceve provvede ad inviare al mittente originale una "ricevuta di
avvenuta consegna" che attesta data ed ora in cui il messaggio è arrivato
nella mailbox del destinatario; nel caso in cui l'inoltro fallisca, invece,
restituisce al mittente una "ricevuta di mancata consegna" che attesta
l'impossibilità di consegna del messaggio.
Tutti i server coinvolti tengono un accurato log di tutte le transazioni
effettuate, così che in ogni momento sia possibile ricostruire la storia ed il
percorso di un dato messaggio all'interno del sistema; e tutti i loro orologi
sono rigorosamente sincronizzati con il tempo campione (UTC) in modo da rendere
confrontabili i vari log.
Dal punto di vista tecnico tutti i messaggi che circolano nel sistema, ivi
comprese le varie ricevute automatiche, sono codificati secondo lo standard MIME;
il corpo del messaggio è sempre un testo chiaro, preparato a beneficio degli
utenti umani, che descrive in linguaggio naturale ed in formato standard la
funzione del messaggio stesso; uno dei vari allegati è invece un testo XML che,
secondo un DTD standard, consente agli strumenti automatici (tra cui i vari
server del sistema) di interpretare correttamente il messaggio ed il suo
significato. Tutti i messaggi sono firmati digitalmente ed inseriti in una
struttura S/MIME in formato PKCS#7, firmata con la chiave privata del gestore di
posta certificata, che contiene anche il certificato di firma del gestore
stesso.
E' importante notare, in conclusione di questa sommaria descrizione, che il
meccanismo della posta certificata non attesta l'avvenuta lettura del
messaggio da parte del destinatario ma solo il recapito nella sua mailbox:
esattamente come la consegna della raccomandata tradizionale da parte del
postino, nelle mani del destinatario o di un suo incaricato, non dà alcuna
informazione sull'apertura della busta e sulla lettura del suo contenuto.
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