Spett.le Redazione di InterLex,
vi scrivo in riferimento all'articolo La
validazione della firma digitale: una verifica cartacea? di Giorgio Rognetta.
Nel suddetto articolo si sostiene che, nell'azione
di verifica di una firma digitale eseguita a norma AIPA, il controllo di
chiusura relativo alla ROOT, cioè al certificato del Centro Tecnico dell'AIPA,
dovrebbe ogni volta essere eseguito a mano, verificando visivamente l'impronta
del certificato stesso, pubblicata dall'AIPA sul sito web.
Volevo far notare che tale verifica a mano può
essere eseguita una unica volta, all'atto dello scaricamento del certificato del
Centro Tecnico AIPA. Una volta che tale certificato è stato scaricato e si è
proceduto a tale verifica dell'impronta, il certificato può essere installato
sulla macchina del cliente, nella modalità che il suo programma di verifica
prevede. Tale programma deve ovviamente provvedere alla gestione di un archivio
dei certificati che sia trusted, fidato, per il cliente. Per la verifica è
sufficiente avere nell'archivio suddetto tutti i certificati di CA (AIPA) di cui
il cliente si fida.
La verifica dei certificati delle CA viene ogni
volta eseguita dal codice della verifica, sulla base del certificato del Centro
Tecnico dell'AIPA la cui verifica principale (cioè che sia proprio quel
certificato...) è stata eseguita all'atto della sua installazione.
Distinti saluti, Massimiliano Farris
Massimiliano Farris Fst - Research and Development
massimiliano.farris@fst.it - tel. +39 70 2466 3523