Sistemi di pagamento per il commercio
elettronico - 2
di Claudio Rotunno - 23.11.2000
3. Sistemi credit based: le carte di
credito virtuali
Tra gli ordini di pagamento rientra a
pieno titolo il sistema delle "carte di credito vituali". Ci sono
sistemi basati sulla crittografia (protocollo SET) e sistemi che invece non ne
fanno uso (First Virtual Holdings).
Nonostante sia ancora vivo il ricordo della carta di credito che viene
introdotta, insieme alla nota di spesa, in una macchina del negoziante al fine
di imprimere su tale nota informazioni come la data di emissione e di scadenza,
il numero della carta e il nome del titolare, in Italia oggi il sistema delle
carte di credito prevede una procedura automatizzata anche per tale fase.
In tal modo si elimina la necessità, per il commerciante-creditore, di
depositare presso la propria banca la nota di spesa firmata dal titolare della
carta, affinché la invii poi all'emittente. Un collegamento diretto dai luoghi
di vendita permette, con la semplice lettura della banda magnetica presente
sulla plastica della carta di credito per mezzo di un apposito terminale,
l'invio degli stessi dati direttamente alla banca.
Molti sono gli inconvenienti dell'adattamento del sistema delle carte di
credito all'utilizzo in rete.
Un pericolo importante è che dei pirati informatici possano copiare dati
rilevanti, come il numero della carta. In un normale negozio il commerciante ha
modo di controllare la nostra identità (e così noi la sua) e di verificare
così che l'utilizzo da noi effettuato sia un utilizzo legittimo; la stessa
possibilità si deve poter realizzare nelle transazioni telematiche.
Si tratta dell'esigenza dell'autenticazione e dell'integrità. Occorre poi,
infatti, che i dati da noi inviati non vengano alterati da terzi, altrimenti
rischiamo di vederci addebitare somme da noi mai spese. I dati immessi in rete,
prima di giungere a destinazione, in gran parte dei casi passano attraverso
nazioni lontane con il rischio di venire intercettati da malintenzionati.
Per dare una risposta a queste esigenze Visa e Mastercard, assieme ad altri
partner (tra cui Verisign, IBM, Microsoft), hanno collaborato per la creazione
del protocollo SET (Secure Electronic Transaction). Quest'ultimo fa uso
di algoritmi crittografici e riesce così ad assicurare la segretezza delle
informazioni trasmesse, l'integrità dei pagamenti e la validazione dei
contraenti.
Il SET è un punto di partenza messo a disposizione degli sviluppatori di
software per la realizzazione, in base alle sue specifiche, di sistemi in grado
di dare le garanzie appena elencate. Tra questi sviluppatori ritroviamo la
stessa Visa, con il servizio di pagamento VSEC (Visa Secure Electronic
Commerce).
Ciò che era ed è il sistema tradizionale di pagamento Visa (una rete
proprietaria, VisaNet, lungo la quale viaggiano le richieste di autorizzazione
tra banca acquirer e banca emittente) non viene sprecato, perché VSEC si
va ad innestare in tale servizio, rappresentandone così un'estensione. Con
Internet ci si ritrova in un sistema aperto e, comunque, in un sistema in cui
cliente ed esercente non sono presenti fisicamente nel medesimo luogo, ma
dialogano semplicemente attraverso schermate di computer.
Entra in gioco la figura della carta Visa virtuale, che non è altro che un
certificato digitale, che riproduce le informazioni rilevanti della carta di
credito, ed è rilasciato dalla banca emittente (o da Visa su delega di questa)
in qualità di garante. La firma digitale della banca garantisce l'autenticità
e la validità della carta di credito. Un altro certificato è quello emesso per
l'esercente dalla sua banca acquirer (o da Visa su sua delega): come
quando, entrando in un negozio, sappiamo che la nostra carta Visa è lì
accettata perché scorgiamo la vetrofania affissa all'entrata, così tale
certificato dell'esercente svolge la stessa funzione su Internet.
4. Il portafoglio digitale
Una volta effettuate le nostre scelte circa i beni o i servizi da acquistare,
un software ("portafoglio digitale") si occupa delle reciproche
verifiche dei certificati digitali e dell'invio, in forma cifrata, dei dati
relativi alla transazione al server del negoziante. Da questo server i
dati passano al payment server della banca acquirer.
È a questo punto che ci si innesta nel sistema tradizionale, con la richiesta
di autorizzazione e la relativa eventuale risposta da parte della banca
emittente attraverso la rete VisaNet. Dall'esercente, attraverso Internet (che,
ripetiamolo, è una rete aperta), il titolare della carta riceve l'eventuale placet
per l'effettuazione del pagamento.
Per chiarire meglio come il sistema appena descritto riesca a soddisfare quelle
esigenze di segretezza, di autenticazione e di privacy di cui prima si parlava,
si immagini l'invio dei dati relativi alla propria carta di credito e di quelli
relativi all'ordine come effettuato in due buste separate. La prima busta è
cifrata con la chiave pubblica della banca acquirer: il commerciante non
avrà modo di conoscerne il contenuto; la seconda è invece cifrata con la
chiave pubblica del commerciante, cosicché la banca (o altri) non verrà a
conoscenza delle abitudini di acquisto del titolare della carta.
In Italia SSB (Società per i Servizi
Bancari) ha ideato un sistema che le banche italiane hanno adottato a partire
dal 1997. Si tratta del "TELEpay", che qui descriveremo nella sua
versione detta Classic. Il TELEpay Classic permette, tra l'altro,
l'effettuazione di pagamenti on line mediante carte di credito (Visa e
Mastercard).
L'idea chiave è che dati riservati come il numero di carta di credito non
vengono mai trasmessi al commerciante. Chi invece riceve tali dati, ma
debitamente cifrati, è solo SSB che, dopo la verifica della validità di tali
informazioni, invia l'eventuale autorizzazione al commerciante insieme
all'ordine. L'operazione, in quest'ultima fase, si può considerare rientrata
tra le normali operazioni riconosciute dai circuiti internazionali di carte di
credito e dal sistema bancario.
Due le modalità di pagamento: la prima è basata su un'autorizzazione
on-line (o in tempo reale), ed è adatta a negozi che offrono servizi o che non
hanno problemi di disponibilità di magazzino, poiché si presume che essi siano
in grado di eseguire tutti gli ordini ricevuti; la seconda modalità si fonda su
un'autorizzazione differita. In quest'ultimo caso il cliente, per considerare
riuscito l'acquisto, deve attendere che il venditore confermi il suo ordine.
La comunicazione dei dati riservati alla SSB avviene in modalità sicura con
TELEpay Classic. Non c'è solo il protocollo SSL (Secure Sockets Layer;
protegge la riservatezza e l'integrità dei dati a livello di trasporto), ma
c'è anche un protocollo proprietario che si basa sull'algoritmo RSA con chiavi
a 1024 bit per la protezione a livello applicativo.
Gli acquirenti godono del vantaggio di avere a che fare, per quanto riguarda
l'invio dei dati per il pagamento, solo ed esclusivamente con un ente quale la
SSB che, in quanto espressione del sistema bancario, gode della più ampia
fiducia. Non si verifica così il blocco psicologico derivante dal dover
affidare ad estranei (in questo caso i commercianti) dati così preziosi.
Nel prossimo articolo tratteremo della "moneta elettronica".
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