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Secondo convegno del Forum multimediale "La società dell'informazione"
LA LEGGE E LA RETE
Roma, 12 novembre 1997

Multimedialità nelle scuole italiane tra progetti e perplessità
di Antonio Cilli* - 10.11.97

La Circolare n. 282 - Prot. n. 1731 - del 24/4/97, emessa dal Ministero della Pubblica Istruzione ed indirizzata ai Provveditori agli Studi e ai Capi delle Istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, ha come oggetto: Programma di sviluppo delle tecnologie didattiche 1997-2000.

Ancor prima di cominciare l'analisi del suo contenuto, al fine di familiarizzare con lo spirito dell'iniziativa, mi preme citare le premesse che hanno spinto il Ministero della Pubblica Istruzione a stipulare una Convenzione con la Stet.

L'accordo Prot. N. 1441 del 21/03/1997 contiene la seguente premessa:

- PREMESSO CHE il Ministero della Pubblica Istruzione ha avviato un piano di sviluppo delle tecniche e delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione che interessa nel periodo 1997-2000 15.000 istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado;

- PREMESSO CHE tale programma è rivolto ad elevare la qualità dell'offerta formativa scolastica, sia operando prioritariamente nella formazione dei docenti e nell'utilizzo generalizzato dei multimedia nella didattica, sia attuando specifiche iniziative sperimentali;

- PREMESSO CHE STET è impegnata nello sviluppo di servizi e soluzioni telematiche e multimediali ed è interessata a fornire il proprio apporto per favorire ed accelerare la diffusione dei nuovi servizi telematici nel comparto scolastico, ritenuto settore chiave per la crescita della cultura della multimedialità;

- CONSIDERATO CHE a tal fine la collaborazione tra il Ministero della Pubblica Istruzione e STET appare essenziale per il raggiungimento degli obiettivi quantitativi e qualitativi sopraindicati;

- CONSIDERATO CHE è parte essenziale di tale programma la crescente apertura della dimensione formativa della scuola anche attraverso il massimo sviluppo possibile dei collegamenti telematici;

La predetta iniziativa del Ministero per lo Sviluppo delle Tecnologie Didattiche nel periodo 1997-2000 attraverso l'uso delle tecniche e delle tecnologie multimediali é sicuramente un momento di grande apertura per le istituzioni italiane.

Nel programma quadriennale si raccomanda un'attenta lettura della Circolare.

Speriamo non sia solo questo l'obiettivo né tantomeno il risultato del progetto!

Ma passiamo all'esame dei due principali obiettivi:

1. progetto Ia rivolto agli insegnanti attraverso un'azione generalizzata di formazione e la creazione in ogni scuola di "postazioni" multimediali di lavoro ad essi riservate;

2. progetto Ib finalizzato all'utilizzo della multimedialità nell'insegnamento di tutte le discipline.

Come raggiungere questi obiettivi? La Circolare spiega come dare applicazione a tale complesso programma cercando di raggiungere il più alto rapporto costi benefici in termini finanziari e di qualità dei risultati.

Qui va fatta una riflessione: nell'attuazione del complesso programma, recita la direttiva, bisogna raggiungere il più alto rapporto costi-benefici in termini finanziari e in secondo luogo di qualità dei risultati.

L'osservazione non é banale, così come sembrerebbe dalla lettura pedissequa della frase. Al punto 5) del programma che esamineremo di seguito, si ribadisce lo stesso concetto quando si parla del possibili benefici sul piano economico.

E' vero che ormai in Italia molte leggi vengono emanate per motivi di finanza, ma si spera che per la scuola questo non sia l'obiettivo predominante.

Comunque questo mio presentimento di subordinare il progetto, in via prevalente all'aspetto finanziario e poi anche ai risultati, non preclude la buona riuscita dell'iniziativa, anzi come vedremo meglio dall'esame della C.M. n° 425 del 7/7/97, viene lasciata ampia autonomia nelle scelte e nelle iniziative di ogni scuola.

Nella C.M. 282/97 ci sono 5 punti da prendere in esame:

1 - Acquisizione da parte delle istituzioni scolastiche delle strutture multimediali (hardware, software, reti) secondo le formule tecniche più adeguate alle esigenze didattiche delle scuole dei vari settori;

2 - organizzazione dell'aggiornamento e dell'assistenza, collaborazione fra scuole;

3 - definizione dei processi di monitoraggio;

4 - definizione delle regole di fruibilità del nuovo quadro tecnologico da parte degli utenti (docenti e studenti) secondo la logica della massima utilizzazione possibile;

5 -acquisizione a livello nazionale e locale di tutti i possibili benefici atti a facilitare, anche sul piano economico, l'azione delle scuole.

Attualmente possiamo parlare solo dei primi 2 punti. Il terzo non é stato ancora attuato.

Per l'aspetto tecnico di cui al punto 1, le scuole possono aderire al Programma con richiesta (telegramma, fax, ecc.) ai Provveditori agli Studi competenti.

I Provveditori agli Studi, acquisita la disponibilità delle istituzioni scolastiche, individueranno le scuole da includere nel progetto, per questo primo anno, secondo i seguenti criteri:

- tenere presenti, nella scelta, le scuole che non hanno precedente esperienza in materia di utilizzo di tecnologie didattiche multimediali. Si lasciano, tuttavia, alla valutazione dei Provveditori eventuali opposte opzioni, qualora si ritenga che, dare preferenza ad istituzioni con esperienza in materia, possa dare origine a situazioni trainanti e di riferimento a vantaggio di altre scuole;

- evitare di includere scuole attualmente a rischio di soppressione;

- curare che vi sia, in qualche misura, una equilibrata distribuzione territoriale, in particolar modo nelle provincie ad elevata concentrazione di utenza.

A tali indicazioni di carattere generale, si aggiungono poi le seguenti indicazioni di settore.

Scuola Elementare

Tenere presenti, in particolare:

- gli istituti comprensivi;

- le scuole dove sia fortemente radicato l'insegnamento della lingua straniera;

- le scuole che attuano il progetto "Educazione al suono e alla musica";

Scuola Secondaria di I grado

Tenere presenti, in particolare, le scuole che:

- facciano parte di istituti comprensivi (indipendentemente dal numero delle classi);

- svolgano permanentemente formazione di soggetti ospedalizzati o reclusi (indipendentemente dal numero delle classi);

- svolgano permanentemente attività di formazione degli adulti (indipendentemente dal numero delle classi);

- abbiano almeno 15 classi tra sedi centrali ed eventuali sedi staccate;

Resta inteso che ciascun Provveditore potrà autonomamente definire modalità per l'acquisizione di ulteriori elementi per le valutazioni di competenza, anche attraverso l'apporto di appositi comitati di consulenza, nominati dal Provveditore medesimo, sempre che le operazioni si concludano entro i tempi previsti.

I Provveditori agli Studi, individuate le scuole, provvederanno al relativo finanziamento per £ 11.500.000, di cui £ 9.500.000 per acquisto di hardware e software di base e £ 2.000.000 per le spese di gestione.

Il progetto I b prevede l'utilizzazione della multimedialità nella didattica.

Per il primo anno questo Programma prevede che il finanziamento si limiti a un numero ridotto di scuole, per privilegiare l'accesso a quelle che possano vantare pregresse esperienze in materia di utilizzo di tecnologie didattiche multimediali.

Parlando di progetto informatico non possiamo evitare di guardare l'aspetto tecnico di cui al capitolato (ALL. B) del C.M. 282/97.

Nella premessa troviamo delle importanti considerazioni come ad esempio le testuali parole: si tenga presente che nel settore dei sistemi multimediali l'evoluzione delle attrezzature è molto veloce............ gli standard di prestazione (dimensionamento, velocità) sono addirittura soggetti ad essere superati nel giro di pochi mesi e a volte di poche settimane.

Comunque, queste sono le specifiche per le stazioni di lavoro base:

Dimensione minima della RAM: 16 Megabyte

Velocità del microprocessore: 133 Megaherz

Dimensione della memoria "Cache": 256 Chilobyte

Dimensione dell'Hard Disk: 1,2 Gigabyte

Velocità del CD-ROM: 8x

Scheda grafica: 2 Mb Ram

Invece per le stazioni di lavoro principali con funzioni di stazione di sviluppo o di server:

Dimensione minima della RAM: 32 Megabyte

Velocità del microprocessore: 166 Megaherz

Dimensione della memoria cache: 512 Chilobyte

Dimensione dell'Hard Disk: maggiore di 1,2 Gigabyte

Velocità del CD-ROM: 12x

Scheda grafica: 2 Mb Ram

Forse qualcuno apprezzerà di più i suggerimenti generici come il seguente:

"almeno una stampante di buona qualità; se la stampante è una sola deve essere a colori"

Nella previsione della rete locale si parla anche di una INTRANET e una soluzione possibile è "quella di un solo server al quale sono allacciate sia stazioni di lavoro singole sia "grappoli" di stazioni, come nel caso di aule/laboratorio, laboratori e centri servizi."

Il problema del software espresso con la frase "è più complesso e richiede una analisi del tipo di prestazioni richieste al sistema" nel caso di realizzazione di una normale rete Intranet è certamente inesistente data la diffusione del software attraverso la rete Internet ed in allegato a molte riviste informatiche.

La Circolare Ministeriale n° 425 del 7/7/97 é rivolta, invece, all'azione di formazione e aggiornamento dei docenti sull'uso della multimedialità nella didattica. Al punto 2) organizzazione della formazione iniziale, si dice che "ogni scuola é responsabile delle scelte fondamentali che riguardano le iniziative di formazione".

Questa affermazione sembra in netta contrapposizione con le direttive fin ad ora impartite. Anzi, se per gli aspetti tecnici si poteva lasciare più autonomia alle scuole, in ordine al completamento delle attrezzature possedute, per la formazione l'autonomia può trasformarsi in pura anarchia.

Il problema principale, intanto é stabilire chi possono essere i potenziali "docenti informatici" preposti alla formazione.

La circolare prevede che ove nella scuola non ci siano docenti (non si dice quale specializzazione devono avere) ........... si potrà fare ricorso a docenti più esperti di altre scuole.

La definizione di "docenti esperti" rende sicuramente l'idea della qualifica e della specializzazione che si richiede da tali insegnanti.

Ma, non finisce qui la previsione, la scuola può rivolgersi, per l'intervento formativo, a singoli professionisti o ad organizzazioni esperte nella formazione in ambito multimediale.

Leggendo attentamente troviamo ancora di più: é possibile che le stesse ditte fornitrici di attrezzature e materiali siano in grado di supportare una parte dell'attività di formazione. In quest'ultima affermazione qualche penalista potrebbe ravvisare un tentativo di favoreggiamento verso i fornitori che svolgono anche attività di formazione.

Ma la mia grande perplessità resta, al di là dell'ironia o delle disquisizioni di carattere tecnico, sull'incertezza della professionalità e dei titoli richiesti per la qualifica di docenti in informatica. Se non viene fatta chiarezza su questa osservazione e si spera che i docenti delle scuole, dopo aver frequentato i corsi di aggiornamento tenuti da chissà chi, possano a loro volta diventare docenti di informatica per addestrare i loro colleghi, siamo a dire poco lontani anni luce dallo sviluppo informatico e multimediale nelle scuole italiane.

Mi auguro che il FORUM possa amplificare le mie considerazioni magari aprendo una sezione di approfondimento sul Programma di sviluppo delle tecnologie didattiche nelle scuole italiane per il 1997-2000.

Mi permetto, infine, di dare un mio contributo con le seguenti proposte:

1. stesura di un codice di autoregolamentazione, per tutte le scuole di ogni ordine e grado e per i Provveditorati agli Studi, sulla gestione del programma di sviluppo delle tecnologie didattiche 1997-2000;

2. attivazione di una sezione su Internet, per le discussioni, con la partecipazione degli studenti e dei docenti di tutte le scuole. Quest'ultima potrebbe avere il duplice ruolo di partecipazione al programma e di monitoraggio dei risultati.

* Antonio Cilli lavora al Centro di Calcolo dell'Università G.d'Annunzio di Pescara ed è consulente tecnico della Procura in materia di informatica-giuridica.

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