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 Nomi a dominio

Emendamenti? Appunti a futura memoria
di Manlio Cammarata - 05.03.01

La sollevazione della Rete, senza precedenti in Italia, contro il disegno di legge "Passigli" sui nomi a dominio (e non solo!) fino a questo momento non sembra interessare i parlamentari, che sono fermamente intenzionati ad approvare il provvedimento in questi ultimi giorni della legislatura. Per rendersene conto basta leggere le offensive dichiarazioni che lo stesso Passigli ha rilasciato all'ANSA la settimana scorsa.
La discussione in aula alla Camera sul progetto C. 6910 è prevista per domani, 6 marzo. Quindi il testo, con modifiche insignificanti rispetto a quello approvato dalla Commissione giustizia del Senato, dovrebbe essere approvato dall'aula di Palazzo Madama tra il 13 e il 15 marzo. Naturalmente, se i parlamentari non terranno conto della protesta unanime dell'internet italiana e se l'ormai certo scioglimento anticipato delle Camere non farà annullare o cambiare l'agenda della prossima settimana.

Al di là delle critiche sul testo "Passigli", riassunte nella tabella che segue, emanare oggi una legge sulla registrazione dei nomi a dominio non è opportuno, per due motivi: a) perché sulla materia dovrebbe pronunciarsi a breve l'Unione europea e b) perché l'argomento è oggetto di un'accesa discussione nell'ambito dell'ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers). Dunque qualsiasi regolamentazione nazionale potrebbe rivelarsi superata nel giro di qualche mese.
E' meglio aspettare la prossima legislatura, approfondire i problemi e magari inserire la questione dei nomi a dominio nel contesto di una legge-quadro che determini le linee generali dello sviluppo della società dell'informazione in Italia.
Dunque queste proposte di emendamenti devono essere considerate come appunti "a futura memoria", come possibile riferimento per una discussione seria.

Bozza del testo S. 4594 approvato dalla Commissione giustizia del Senato

Emendamenti

Note

DISCIPLINA DELL'UTILIZZAZIONE DI NOMI PER L'IDENTIFICAZIONE DI DOMINI INTERNET E SERVIZI IN RETE

DISCIPLINA DELL'UTILIZZAZIONE DI NOMI PER L'IDENTIFICAZIONE DI DOMINI SULLE RETI TELEMATICHE

I nomi a dominio servono solo per identificare i domini - Il DDL contiene anche disposizioni non attinenti alla questione dei nomi a dominio, disposizioni che si propone di eliminare

Art. 1 (Definizioni)

1. Ai fini della presente legge si intende:
a) per "nome a dominio" o "dominio" l'insieme di lettere, numeri o altri caratteri, internazionalmente ammessi nel sistema dei nomi a dominio (DNS - Domain name system), che, associati ad un indirizzo numerico utilizzato dai computer per comunicare tra di loro secondo il protocollo TCP/IP (indirizzo IP), identificano il titolare di un diritto di accesso alla rete Internet;
b) per "titolare del dominio" il soggetto che, direttamente o incaricando altra persona, ne ha ottenuto la registrazione;
c) per "sito" l'insieme dei contenuti che il titolare del dominio rende disponibili a chiunque intenda collegarvisi nell'ambito della rete Internet;
d) per "Commissione" l'ente istituito con l'articolo 7 della presente legge;
e) per "Internet Service Provider" (ISP) il soggetto fornitore di servizi di connessione alla rete Internet;
f) per "Host Service Provider", (HSP), il soggetto fornitore di spazi, su computer permanentemente connessi alla rete Internet, destinati all'ospitalità dei siti;
g) per "mantainer" il soggetto che opera quale intermediario accreditato per l'assegnazione e la registrazione dei domini.

Art. 1 (Definizioni)

1. Ai fini della presente legge si intende:
a) per "nome a dominio" o "dominio" l'insieme di lettere, numeri o altri caratteri, internazionalmente ammessi nel sistema dei nomi a dominio (DNS - Domain Name System), che, associati ad un indirizzo numerico (indirizzo IP) utilizzato dai computer per comunicare tra loro secondo il protocollo TCP/IP, identificano una risorsa fisica o logica di una rete telematica.
b) per "titolare del dominio" il soggetto che, direttamente o incaricando altra persona, ne ha ottenuto la registrazione;
c) per "Commissione" l'organismo istituito con l'articolo 7 della presente legge;
d) per "Registro" l'organismo istituito con l'art. 8 della presente legge
e) per "enti di registrazione" (registrar) gli organismi individuati e autorizzati dai competenti organi internazionali, incaricati di effettuare la registrazione dei nomi a dominio negli appositi registri (data base) internazionali.
f) per "mantainer" il soggetto che opera quale intermediario accreditato per l'assegnazione e la registrazione dei domini.

E' stata corretta la definizione di nome a dominio.

Sono state eliminate le definizioni che non ricorrono nella proposta modificata.

Sono state inserite le definizione di "registrar" e "mantainer" tenendo presente che gli enti di registrazione sono riconosciuti e autorizzati dall'ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) e le autorità nazionali non possono in alcun modo intervenire nella materia, se non al livello consultivo nell'ambito della stessa ICANN (c'è già un'apposita struttura presso la Presidenza del Consiglio).

Art. 2 (Divieti di registrazione dei nomi a dominio)

1. E' vietata la registrazione di nomi a dominio quando gli stessi corrispondono a:
a) nomi che identificano persone fisiche, persone giuridiche o altre organizzazioni di beni o di persone;
b) nomi d'arte, insegne o a marchi d'impresa legittimamente registrati;
c) nomi che identificano istituzioni dello Stato, loro organi, enti pubblici, corpi civili e militari dello Stato e ogni altro soggetto che svolge una pubblica funzione;
d) nomi di comuni, provincie e regioni, ovvero di soggetti o enti che costituiscono il raggruppamento di essi o che sono da essi finalizzati all'iniziativa comune;
e) sigle o acronimi con cui sono anche altrimenti identificati i soggetti indicati alle lettere a), c) e d).
2. E' altresì vietata la registrazione di nomi a dominio quando gli stessi:
a) sono corrispondenti alla denominazione di opere dell'ingegno protette a norma delle leggi vigenti;
b) sono tali da creare confusione o risultare ingannevoli, anche per effetto dell'impiego di una lingua diversa da quella italiana.

3. Il divieto di cui ai commi 1 e 2, non si applica nei confronti di chi è titolare del nome, della sigla, del marchio o del diritto all'utilizzazione economica dell'opera dell'ingegno, o di chi può disporne con il consenso scritto di chi ne è titolare.

4. Al fine di garantire la maggiore diffusione ed il massimo impiego degli strumenti di comunicazione telematica, oltre che il più elevato grado di parità fra gli utenti, la Commissione di cui all'articolo 7 adotta i criteri di registrazione che consentano il maggior numero possibile di nomi a dominio.

Art. 2 (Disposizioni sui nomi a dominio)
1. La registrazione dei nomi a dominio è consentita nel rispetto delle disposizioni vigenti in materia di diritto al nome, della concorrenza commerciale e di marchi e segni distintivi.

2. Con decreto del Ministro delle comunicazioni, da emanarsi entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, sentita la Commissione di cui all'art. 7, sono stabilite eventuali limitazioni per la registrazione di nomi che identificano:
a) istituzioni dello Stato, loro organi, enti pubblici, corpi civili e militari dello Stato e ogni altro soggetto che svolge una pubblica funzione;

b) di comuni, provincie e regioni, ovvero di soggetti o enti che costituiscono il raggruppamento di essi o che sono da essi finalizzati all'iniziativa comune;
c) sigle o acronimi con cui sono anche altrimenti identificati i soggetti indicati alle lettere a) e b).

3. Le regole contenute nel decreto di cui al comma precedente dovranno tenere conto della possibilità di registrare i nomi di cui al comma 1, lettere a), b) e c) anche al di sotto di uno o più domini di secondo livello che identifichino le istituzioni e gli enti pubblici.

Il nuovo testo al comma 1 elimina qualsiasi difficoltà interpretativa che potrebbe sorgere dalla sovrapposizione delle norme proposte nel testo originale con la normativa vigente in materia di nomi, marchi, segni distintivi ecc.

Con i commi 2 e 3 si apre la possibilità di aumentare la disponibilità di nomi, adottando il sistema in vigore in Gran Bretagna, che raggruppa gli enti pubblici sotto il dominio ".gov.uk", gli operatori commerciali sotto il dominio ".com.uk" ecc.

Art. 3 (Registrazione dei nomi a dominio e iscrizione nel registro delle imprese)

1. Qualora più soggetti risultino contemporaneamente legittimi titolari di taluno dei diritti di cui al comma 3 dell'articolo 2, la registrazione di un nome a dominio corrispondente avverrà in capo al primo di tali soggetti che ne avrà avanzato richiesta.

2. La registrazione del nome a dominio si perfeziona con la comunicazione al richiedente della relativa attribuzione.

3. I nomi a dominio registrati a seguito di richiesta dei soggetti indicati nell'articolo 8 della legge 29 dicembre 1993, n. 580, sono iscritti, a cura delle camere di commercio e senza maggior onere per gli stessi, nel registro delle imprese di cui all'articolo 2188 del codice civile o nelle sezioni speciali dello stesso di cui al comma 4 della norma indicata.

4. Quanto previsto dal comma 3 si applica anche con riferimento ai soggetti indicati nell'articolo 9 del decreto del Presidente della Repubblica 7 dicembre 1995, n. 581, iscritti nel solo repertorio delle notizie economiche ed amministrative.

Art. 3 (Registrazione dei nomi a dominio e iscrizione nel registro delle imprese)

1. Qualora più soggetti risultino contemporaneamente legittimi titolari del diritto di registrare lo stesso nome a dominio, il dominio avverrà in capo al primo che ne avrà avanzato richiesta.

2. La registrazione del nome a dominio si perfeziona con l'iscrizione nel Registro di cui all'art. 8.

.


La trascrizione dei nomi a dominio nei diversi registri delle Camere di commercio è un'inutile appesantimento burocratico.
Va bene come funziona adesso: Le Camere di commercio inseriscono l'indicazione su richiesta degli operatori interessati.

Art. 4 (Nomi a dominio illegittimamente registrati)

1. Fermo restando ogni altro effetto previsto dalle disposizioni vigenti che tutelano i nomi e i marchi e disciplinano il trattamento dei dati personali, la registrazione di nomi a dominio in violazione a quanto previsto dagli articoli 2 e 3 costituisce fatto illecito e comporta, a carico del titolare del dominio, fatta salva la concorrente responsabilità del soggetto che ha eseguito la registrazione, l'obbligo del risarcimento di ogni danno patrimoniale e non patrimoniale procurato.

2. Con la sentenza che accerta l'illecito è ordinata, ove non già disposta dalla Commissione di cui all'articolo 7, la cancellazione del dominio dal Registro nello stesso previsto, è disposta la cancellazione dell'iscrizione eseguita a norma dell'articolo 3, commi 3 e 4 ed è assunto ogni altro provvedimento che risulti necessario per la rimozione delle conseguenze dannose dell'illecito stesso.

3. Con la sentenza è altresì applicata a carico della parte soccombente la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 5.000 a 30.000 euro. I proventi derivanti dalle sanzioni sono attribuiti alla Commissione di cui all'articolo 7 e sono destinati, in uno ai proventi derivanti dalle operazioni di registrazioni dei domini e ad ogni altra ad essi collegati, alle spese del suo funzionamento.

4. Il titolare del dominio è l'unico responsabile dei contenuti dei siti consultabili attraverso lo stesso. I soggetti che svolgono i servizi di provider e di mantainer, ed ogni altro per semplicemente consentire l'accesso alla rete Internet o ad altre reti telematiche, rispondono in solido con il titolare del dominio nel solo caso in cui sia derivata per fatto doloso o colposo loro imputabile l'impossibilità o la grave difficoltà di individuare o identificare il medesimo o lo spazio su cui il sito è collocato. In tale caso, ove il contenuto del sito costituisca reato ovvero il mezzo per la sua commissione, la responsabilità, fatte salve le norme riguardanti il concorso nel reato, si estende ai soggetti di cui sopra, ma la pena è diminuita fino ad un terzo.

Art. 4 (Nomi a dominio illegittimamente registrati)

1. In caso sentenza della magistratura che accerti la registrazione di nomi a dominio effettuata in violazione delle disposizioni di cui all'articolo 2, e ove la registrazione stessa sia stata richiesta al solo scopo di trarre un profitto attraverso la successiva cessione a un avente diritto, con la sentenza stessa è applicata a carico della parte soccombente la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 5.000 a 30.000 euro. I proventi derivanti dalle sanzioni sono attribuiti alla Commissione di cui all'articolo 7 e sono destinati, in uno ai proventi derivanti dalle operazioni di registrazioni dei domini e ad ogni altra ad essi collegati, alle spese del suo funzionamento.

Le disposizioni del primo e del secondo comma sono inutili, basta il codice civile.

Il terzo comma (ora comma 1) è stato modificato per chiarire che la sanzione amministrativa si applica solo in caso di sentenza della magistratura e per le registrazioni in mala fede: in sostanza è la norma essenziale contro il cybersquatting.

Il quarto comma introduce inaccettabili ipotesi di responsabilità oggettiva e deve essere cancellato, essendo in contrasto sia con l'ordinamento italiano, sia con le disposizioni comunitarie.

Art. 5 (Cessione dei nomi a dominio)

1. Il diritto di utilizzazione del nome a dominio può essere oggetto di trasferimento, che deve essere comunicato a cura del cedente alla Commissione di cui all'articolo 2 per l'annotazione sul Registro nello stesso previsto. In mancanza della comunicazione il trasferimento non può essere fatto valere nei confronti dei terzi e il cedente è corresponsabile con il cessionario agli effetti di quanto previsto all'articolo 4, comma 4.

2. Il diritto di utilizzazione del nome a dominio corrispondente ad un nome di genere può essere oggetto di trasferimento, fermo restando quanto altro previsto al comma 1, solo nel caso in cui abbia luogo il contestuale trasferimento dell'attività ad esso connessa.

3. Gli atti dispositivi in violazione di quanto previsto al comma 2 e gli atti di trasferimento, aventi ad oggetto domini registrati in violazione degli articoli 2 e 3, sono nulli di diritto.

Art. 5 (Cessione dei nomi a dominio)

1. Il diritto di utilizzazione del nome a dominio può essere oggetto di trasferimento ai sensi della normativa vigente in materia di marchi e segni distintivi o, comunque, in osservanza delle disposizioni del codice civile..

2. Il trasferimento ad altro soggetto di un nome a dominio deve essere notificato dal cedente al Registro a pena di nullità.

Anche qui basta il richiamo alla normativa vigente, con la precisazione relativa alla comunicazione al Registro.

Art. 6 (Efficacia delle disposizioni)

1. Le disposizioni degli articoli 2 e 4 si applicano, nei confronti dei soggetti sottoposti all'ordinamento italiano, in relazione ai nomi a dominio ovunque registrati.

(Sopprimere l'articolo).

La disposizione è inutile, perché non fa che ripetere i principi dell'ordinamento.

Art. 7 (Commissione Nazionale per l'accesso a Internet e alle altre reti telematiche).

1. Presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri è istituita la Commissione Nazionale per l'accesso a Internet e alle altre reti telematiche con le seguenti finalità:
a) emanare le regole di registrazione dei nomi a dominio e le relative procedure, in conformità a quanto stabilito nella presente legge e coerentemente con i criteri e le modalità internazionalmente in uso, e promuovere, anche attraverso le dette regole, l'accettazione da parte di coloro che richiedono la registrazione di una procedura di conciliazione, secondo quanto previsto alla lettera g) per la risoluzione delle eventuali controversie;
b)
garantire che la utilizzazione o la registrazione di nomi a dominio non determini posizioni dominanti o pratiche restrittive della libera concorrenza;
c) stabilire i requisiti che devono possedere coloro che intendono operare quali intermediari per la richiesta di registrazione di nomi a dominio;
d) provvedere all'iscrizione dei soggetti indicati nella lettera c) in possesso dei requisiti stabiliti in apposito elenco e assicurarne la tenuta;
e) provvedere alla cancellazione dall'elenco di cui alla lettera d), a seguito di richiesta del soggetto interessato o per verificato o sopravvenuto difetto dei requisiti di cui alla lettera c), ovvero per violazione di quanto prescritto alla lettera f) o di altre norme stabilite;
f) individuare le eventuali condizioni contrattuali che i soggetti di cui alla lettera c) sono tenuti a obbligatoriamente prevedere nei contratti stipulati con coloro che per loro tramite richiedono la registrazione di domini e promuovere forme di controllo per verificare la presenza e determinare l'esclusione di eventuali condizioni vessatorie contenute nei medesimi;
g) prevedere e promuovere l'accettazione, da parte dei soggetti interessati, di procedure di conciliazione per le controversie relative alla registrazione dei nomi a dominio, presso la Commissione stessa o presso soggetto da questa delegato, ovvero presso le Camere di commercio attraverso il ricorso alle procedure di conciliazione e di arbitrato di cui all'articolo 2, comma 4, lettera a) della legge 29 dicembre 1993, n. 580;
h) attuare direttamente e promuovere per conto di altri enti o istituzioni private o pubbliche le iniziative necessarie per dare luogo alla più ampia diffusione dell'utenza di Internet o di altre reti telematiche;
i) attuare direttamente, avendone facoltà o essendone stata espressamente incaricata dagli organi competenti, ovvero promuovere l'attuazione, attraverso gli altri enti o istituzioni pubbliche competenti, dei necessari contatti ed accordi in sede internazionale per la definizione dei protocolli e delle regole comuni di funzionamento di Internet e delle altre reti telematiche, oltre che per contribuirne, anche dal punto di vista scientifico, allo sviluppo e alla futura evoluzione;
l) attuare direttamente, ovvero promuovere l'attuazione da parte di altri enti o istituzioni private o pubbliche, anche attraverso intese a carattere internazionale, di quanto necessario per garantire la sicurezza della rete e del trattamento dei dati personali che ha luogo nella stessa o mediante la stessa.

2. La Commissione provvede inoltre, per il tramite dell'Agenzia per la proprietà industriale istituita presso il Ministero dell'Industria, del commercio e dell'artigianato, che in tale caso assume la denominazione di Agenzia per la proprietà industriale e per i nomi a dominio, ovvero, in regime di convenzione, per il tramite di uno o più soggetti privati o pubblici, a:
a) assicurare il servizio di registrazione dei nomi a dominio in un apposito Registro nazionale;
b)
assicurare l'esatta identificazione del titolare dei nomi a dominio registrati e la tenuta e l'aggiornamento del relativo Registro;
c) assicurare la comunicazione alle camere di commercio, ai sensi dell'articolo 1, comma 6, delle registrazioni dei nomi a dominio che riguardano i soggetti ivi indicati;
d) disporre la cancellazione dei nomi a dominio nei casi previsti.

3. La Commissione è formata da un massimo di nove componenti che sono nominati con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri e che durano in carica per un periodo di tre anni. Oltre al presidente, che è indicato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, tre dei componenti sono rispettivamente indicati dal Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, dal Ministro delle comunicazioni e dal Ministro della funzione pubblica, ovvero dalle autorità di Governo che eventualmente ne abbiano in futuro assunto le funzioni. Gli altri componenti sono scelti in maniera che ne siano anche membri un rappresentante del Consiglio Nazionale delle Ricerche e un rappresentante dell'Unioncamere.

4. La Commissione svolge le proprie funzioni coadiuvata da un Collegio consultivo formato da un massimo di quindici componenti da designarsi tra docenti nelle università e insegnanti nelle scuole di materie informatiche, giuridiche ed economiche e tra gli operatori e gli utenti di Internet.

5. Con il decreto di cui al comma 3, da emanarsi entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono altresì stabiliti i criteri e le modalità di funzionamento della Commissione e sono individuati il numero, le modalità di designazione e i criteri di nomina e la durata in carica dei componenti del Collegio consultivo. Il Presidente del Consiglio dei Ministri dà luogo al successivo rinnovo dei componenti della Commissione con proprio decreto da emanarsi sessanta giorni prima della scadenza della stessa.

6. Con il decreto di cui al comma 3 sono indicati i comitati, le commissioni, i gruppi di lavoro ed ogni altra struttura istituita o funzionante presso la Presidenza del Consiglio, comunque denominata, che sono soppressi per effetto della entrata in vigore della presente legge.

7. Per lo svolgimento delle sue funzioni istituzionali e per il suo funzionamento la Commissione si avvale, senza oneri aggiuntivi per il bilancio dello Stato, delle risorse finanziarie, materiali ed umane già assegnate alle strutture di cui al comma 6.

8) Le controversie in cui abbia parte la Commissione appartengono alla giurisdizione del giudice ordinario.

Art. 7 (Commissione per i nomi a dominio).

1. Presso il Ministero delle comunicazioni [delle attività produttive] è costituita la Commissione per i nomi a dominio (di seguito "la Commissione").

2. La Commissione è costituita con decreto del Ministro delle comunicazioni [delle attività produttive] entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente legge ed è composta da un massimo di undici membri, nominati dalle associazioni rappresentative degli operatori e degli utenti. Della Commissione fanno comunque parte un rappresentante del Ministero delle comunicazioni e uno del Registro di cui all'art. 8. Devono far parte della Commissione anche almeno due soggetti indipendenti di riconosciuta competenza sulla materia specifica.

3. La Commissione ha il compito di:
a) proporre le regole per la registrazione dei nomi a dominio, e in particolare di quelli indicati all'articolo 2, comma 2.
b) identificare procedure extragiudiziali rapide per la risoluzione delle controversie in materia di nomi a dominio, eventualmente anche attraverso la nomina di una sottocommissione con il ruolo di "terzo arbitro" fra quelli liberamente scelti tra le parti;
c) vigilare sulla tenuta del Registro di cui all'art. 8;
d) vigilare sulle condizioni contrattuali predisposte dagli enti di registrazione e dagli intermediari e suggerire eventuali modifiche, ai sensi della normativa vigente in materia di contratti a distanza e protezione del consumatore.

Il testo del DDL è completamente inaccettabile, perché istituisce inutili organismi e procedure burocratiche che possono ostacolare lo sviluppo dell'internet.

Occorre solo un ente di normazione che stabilisca le poche e semplici regole per i nomi "riservati" e per il contenzioso extragiudiziale.

La "sorveglianza" sul Registro non deve avere natura politica e quindi deve essere affidata a un organo "tecnico", che può essere indicato nel ministero competente o nell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (che però si è dichiarata "incompetente" sulla materia).


Inutile aggiungere che i provvedimenti della Commissione sono atti amministrativi, avverso i quali può essere proposto ricorso al TAR.

Art. 8 (Disciplina transitoria)

1. In sede di prima applicazione della presente legge, l'Istituto per le applicazioni telematiche del Consiglio nazionale delle ricerche istituisce senza indugio il Registro di cui all'articolo 7, comma 2, lettera a), vi inserisce i nomi a dominio già registrati alla data di entrata in vigore della stessa e li comunica alle camere di commercio per l'eventuale iscrizione ai sensi di quanto previsto all'articolo 3, commi 3 e 4. Lo stesso provvede alla cancellazione della registrazione dei nomi a dominio, ancorché la stessa sia antecedente alla data della entrata in vigore della presente legge, ove emerga, anche per effetto della richiesta di registrazione di un nome a dominio già registrato a favore di altro titolare, la non conformità della precedente registrazione alle disposizioni di cui alla presente legge.

2. Fino all'emanazione delle regole di registrazione di cui all'articolo 7, comma 1, lettera a) e, in ogni caso, fino a sessanta giorni dopo l'insediamento della Commissione di cui all'articolo 7, l'Istituto per le applicazioni telematiche del Consiglio nazionale delle ricerche provvede alla registrazione dei nomi a dominio in conformità a quanto stabilito dagli articoli 2 e 3 della presente legge e secondo le procedure e le regole dallo stesso prima d'ora utilizzate.

 3. I ricorsi avverso gli atti previsti ai commi 1 e 2 rientrano nella giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo; essi devono essere proposti davanti al tribunale amministrativo della regione ove ha sede l'Istituto per le applicazioni telematiche del Consiglio nazionale delle ricerche.

Art. 8 (Registro pubblico dei nomi a dominio)

1. Presso l'Istituto per le applicazioni telematiche del Consiglio nazionale delle ricerche è costituito il Registro pubblico dei nomi a dominio ".it".

2. Il Registro rende disponibile a chiunque per via telematica l'elenco dei domini registrati sotto il dominio di primo livello ".it", con il nome o la denominazione sociale e la residenza o la sede del titolare.

3. Gli enti riconosciuti dai competenti organismi internazionali per la registrazione dei domini ".it" comunicano al Registro i dati relativi ai domini registrati non appena ricevuta la conferma dell'inserimento nel data base centrale.

4. Chiunque, tra i soggetti indicati all'art. 6, ne abbia interesse, può chiedere l'iscrizione nel Registro di nomi registrati in sede internazionale sotto domini di primo livello diversi da "it".

5. Il registro procede senza indugio alla cancellazione o all'attribuzione ad altro soggetto di un nome a dominio, in seguito a:
a) disposizione dell'autorità giudiziaria;
b) comunicazione della Commissione di cui all'articolo 7;
c) comunicazione del titolare registrato;

e ne dà immediata comunicazione all'ente di registrazione e al mantainer che hanno effettuato la registrazione, per la variazione nel data base centrale.

Le disposizioni transitorie del testo originale non hanno senso nell'ottica di questa proposta. E' necessario invece definire il ruolo del registro nazionale, separando la sua funzione - spiccatamene pubblicistica - da quelle del data base internazionale e da quelle dei registrar, che possono essere più di uno e possono cambiare nel tempo.

Art. 9 (Entrata in vigore)

La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

Identico.