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 Nomi a dominio

Tra l'Europa, Rutelli, Berlusconi e... Passigli
di Manlio Cammarata - 28.03.01

Nell'incontro della scorsa settimana del candidato premier del centro-sinistra con Puntoit e InterLex sono emersi alcuni aspetti di grande rilevo per lo sviluppo della società dell'informazione nel nostro Paese.
Per i commenti aspettiamo che anche il leader del centro-destra esponga le sue posizioni. Ora però dobbiamo aggiungere un importante argomento, per quanto riguarda l'internet, nella discussione sui programmi del prossimo Governo, vinca l'uno o l'altro schieramento politico.
Si tratta di una  "raccomandazione" del Parlamento europeo, che si intitola L'organizzazione e la gestione di Internet - Aspetti di politica internazionale ed europea.

E' un documento essenzialmente "politico", che non sembra preludere a un'imminente direttiva sulla materia, ma esprime una serie di principi di grande importanza per gli indirizzi che il prossimo Parlamento e il prossimo Governo dovranno adottare in Italia per lo sviluppo della Rete.
Una prima annotazione: in buona parte del testo il documento sembra "parlare a suocera perché nuora intenda": destinatari formali sono gli Stati membri, ma l'indirizzo sottinteso è al di là dell'Atlantico, affinché gli USA ricordino e mettano in pratica l'impegno di internazionalizzare il governo dell'internet, secondo le promesse di Clinton al momento della nascita dell'ICANN.

Questo problema è sviluppato su diversi punti: la necessità "che in seno al Comitato direttivo dell'ICANN figurino rappresentanti democraticamente eletti da tutte e cinque le aree geografiche in cui esso è presente"(punto 2) e che "il ruolo neutrale dell'ICANN debba essere rafforzato con una forte presenza dell'Unione europea che dovrà operare insieme ai governi degli USA e degli altri paesi attraverso il Comitato consultivo governativo"(punto 4). Inoltre si "sottolinea la necessità di stabilire l'istituzione, l'organizzazione o il rappresentante UE che per conto degli Stati membri negozierà con le organizzazioni internazionali responsabili dello sviluppo di Internet, inclusi i negoziati sul futuro funzionamento dell'ICANN" (punto 3).
Dunque l'Europa rivendica un proprio ruolo di primo piano nell' organizzazione e nella gestione della Rete, ma lascia un ampio spazio agli accordi internazionali.

Anche l'autoregolamentazione è in primo piano. Sempre al punto 3 si legge che il Parlamento "insiste affinché né la Commissione né il governo statunitense o alcun altro governo interferiscano nell'organizzazione e nella gestione di Internet, ma diano invece alla Rete una sufficiente indipendenza e uno status giuridico internazionale atto a consentirle di costituirsi come un'impresa indipendente".
Inoltre, al punto 5, "appoggia il mantenimento della base dell'autoregolamentazione per il funzionamento dell'ICANN, ma sottolinea che l'UE deve assicurare che l'ICANN operi all'interno dei principi dei vigenti codici internazionali, in particolare dei protocolli della WIPO". Più in là (punto 13) "sostiene il ruolo di negoziatore dell'OMPI a riguardo della registrazione di nomi di dominio che violano il diritto dei marchi e si attende che le organizzazioni presentino proposte contro altri tipi di registrazione effettuati in mala fede e che utilizzano, ad esempio, indebitamente nomi di persona o abusano di denominazioni geografiche".

Ancora, dopo aver definito "prioritaria l'istituzione di un quadro normativo neutrale per la registrazione e i 'registrar' dei nomi di domini" (punto 16) e aver indicato la necessità di  "stabilire in modo chiaro quali siano, in caso di controversie, le responsabilità degli organismi nazionali di gestione dei registri e delle parti contraenti il servizio, pertanto invita i governi membri a coordinare le politiche e le procedure di registrazione dei domini di alto livello dei codici nazionali, di modo che gli utenti siano trattati in modo coerente e siano previste azioni efficaci per la risoluzione delle controversie ed esorta inoltre la Commissione a promuovere procedure efficaci per una risoluzione alternativa delle controversie al fine di migliorare i codici di condotta per la registrazione dei nomi di domini" (punto 17).

Infine, al punto 18, il Parlamento europeo "sollecita la Commissione ad ovviare al più presto al problema dell'eterogeneità delle normative nazionali vigenti o in fase di preparazione o discussione negli Stati membri; a seguito di tale revisione dovrebbe incoraggiare l'autoregolamentazione e la legislazione allo scopo di promuovere lo sviluppo di Internet in Europa garantendo l'uniformità e la trasparenza nell'Unione".

Dunque l'orientamento comunitario appare abbastanza chiaro e si può riassumere in pochi punti:
a)  l'Unione europea rivendica un ruolo attivo nelle decisioni dell'ICANN;
b) l'ICANN, che deve essere liberata al più presto dalla "tutela" degli Stati Uniti, deve dettare le norme autonome (autoregolamentazione) nell'ambito delle regole espresse dall'OMPI per quanto riguarda i nomi a dominio;
c) si deve superare la "eterogeneità delle normative vigenti o in fase di preparazione" negli Stati membri e quindi "incoraggiare l'autoregolamentazione e la legislazione";
d) un particolare rilievo assumono i "codici di condotta per la registrazione dei nomi di domini".

In tutto questo, come si colloca il DDL italiano sui nomi a dominio (e non solo)?
E' evidente che, al di là di specifici "difetti" del testo, la previsione di una commissione governativa che decide su tutto, compresi i requisiti per l'accreditamento dei mantainer, è in totale contrasto con la raccomandazione comunitaria. Così come la riserva per legge di determinate categorie di nomi non si concilia con il richiamo alle regole dell'OMPI o la previsione di responsabilità penali per chi fornisce il mero trasporto dei dati cozza con le disposizioni della direttiva 2000/31/CE, in particolare con l'art. 15.

Ora il problema non è tanto quello di interpretare questo o quel passaggio del disegno di legge o di proporre emendamenti (ma torneremo sull'argomento, perché il senatore Passigli ci ha promesso un'intervista), quanto l'impostazione di una politica generale di internet governance  coerente con l'impostazione dell'Unione europea. La quale, a sua volta, indica l'autoregolamentazione come punto fondamentale e accetta l'ICANN come fonte primaria delle regole della Rete.

Ed è su questo punto che l'Italia in Rete chiede precisi impegni ai candidati alle imminenti elezioni politiche. Rutelli ha già espresso alcune considerazioni non secondarie e ha promesso un capitolo specifico nel suo programma elettorale. Ora aspettiamo Berlusconi.
Ma è bene precisare che queste pagine sono aperte a tutti i candidati, di tutti gli schieramenti, che vogliono far conoscere i loro programmi e i loro impegni per lo sviluppo della società dell'informazione in Italia. Sviluppo che passa, inevitabilmente, attraverso le regole dell'internet e attraverso le leggi che possono rafforzare o indebolire le regole stesse, determinando i tempi e la qualità del progresso del nostro Paese.