26.07.01
Il
testo della mozione
Comunicato stampa del gruppo Verdi del Comune di Firenze - 12
luglio 2001
IL COMUNE DI FIRENZE APPROVA UNA MOZIONE CHE CHIEDE
L'INTRODUZIONE E L'ESPANSIONE DEL SOFTWARE LIBERO NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Il Comune di Firenze ha approvato una mozione presentata dal verde Alessio
Papini ed altri consiglieri, che chiede l'introduzione e l'espansione del
software libero nella Pubblica Amministrazione. La mozione è stata preparata
con la collaborazione di vari membri del Firenze Linux User Group e
dell'Associazione per il Software Libero (ASSOLI). La mozione cita espressamente
la lettera aperta lanciata da Interlex.it contro la "Soggezione informatica
dello Stato italiano alla Microsoft".
La motivazione principale della mozione è di agire in chiave
anti-globalizzazione nel settore informatico. Infatti di qui a pochi anni tutte
o quasi le famiglie dei paesi avanzati avranno un collegamento internet in casa
e ci sono fondati motivi di ritenere che la stragrande maggioranza delle
postazioni internet utilizzeranno (se non cambierà qualcosa) un solo sistema
operativo prodotto da una sola azienda di software con sede in una città degli
Stati Uniti d'America.
A parte le preoccupazioni riguardanti la totale assenza di una concorrenza
credibile, un altro elemento è che il sistema operativo che attualmente va per
la maggiore (e la maggior parte del software utilizzato con esso) è coperto da
rigido copyright ed è fatto divieto di disporre del codice sorgente con cui è
stato prodotto. Questo significa che non è possibile sapere esattamente cosa
faccia questo sistema operativo che rappresenta attualmente il 95-99% dei
sistemi installati in Italia. Solo i programmatori che lo hanno creato possono
conoscere tutte le sue funzioni, gli utenti possono solo fidarsi di quanto
dichiarato dall'azienda fornitrice. E' noto, per altro, che vari programmi con
copyright eseguono funzioni ignote all'utente che comprendono, ad esempio, la
connessione internet con la casa madre e domani potrebbero comprendere l'invio
di alcune informazioni sul computer su cui girano.
Già questo è un quadro preoccupante. Diventa addirittura grottesco pensare
che la stessa cosa valga per molti uffici della Pubblica Amministrazione che
trattano spesso dati estremamente riservati (come fa, ad esempio, il Ministero
della Difesa o delle Finanze o i comandi di polizia).
In ambienti importanti della Pubblica Amministrazione l'impiego del software
libero (il cui codice sorgente è a totale disposizione dell'analisi
dell'utente) diventa assolutamente necessario e razionale.
Dal momento poi che il software libero è liberamente utilizzabile da tutti,
si può immaginare una nuova generazione di aziende informatiche su base locale
che punteranno su questo segmento di software per fare profitti esclusivamente
sull'assistenza e sulla personalizzazione dei prodotti. I profitti così
prodotti resterebbero inoltre prevalentamente in ambito locale, non essendo
soggetti al pagamento di diritti ad una multinazionale situata magari in un
altro continente.
La prima conseguenza concreta della mozione sarà che il Comune di Firenze
dovrà valutare con attenzione l'ipotesi di acquistare software sotto copyright
e verificare se sia strettamente necessario. Ad esempio nuove versioni di
prodotti software da ufficio che non apportino significativi miglioramenti alle
versioni precedenti potrebbero essere considerati non necessari per la
stragrande maggioranza degli uffici del Comune di Firenze. Anche perchè,
presumibilmente, le nuove versioni dei documenti prodotte con le nuove releases
dei programmi proprietari in genere non si possono leggere con le versioni
precedenti degli stessi programmi, causando così problemi di comunicabilità
fra uffici, oppure costringendo tutti gli uffici a comprare lo stesso programma
anche se non ne hanno necessità. Per questo motivo i documenti prodotti dagli
uffici del Comune di Firenze, siano di testo, fogli elettronici o immagini,
dovrenno essere prodotti in formati di facile interscambio con altri programmi
di qualsiasi produttore e sotto qualsiasi sistema operativo.
Dovrà essere evitato l'acquisto dei cosiddetti Winmodem: pseudo-modem
funzionanti solo con il sistema operativo windows, caratteristica questa
generalmente non segnalata dai produttori.
Sarà necessaria un'azione nei confronti anche degli altri Enti Pubblici
perchè vadano nella stessa direzione intrapresa dal Comune di Firenze.
L'assessorato al bilancio dovrà intervenire sulle politiche di acquisto di
software, mentre l'assessorato alla new economy (ne abbiamo uno a Firenze!)
dovrà occuparsi di pubblicizzare la scelta del consiglio comunale di
privilegiare l'impiego di software libero presso la Pubblica Amministrazione.
L'assessorato al personale interverrà per gli aspetti riguardanti la formazione
dei dipendenti.
L'Ufficio Informatica del Comune di Firenze ha preso con grande interesse la
proposta: già adesso software libero viene largamente usato per i server
internet del Comune, ad es. Linux-Apache.
L'installazione del software libero per le applicazioni più generiche dovrà
essere graduale per non danneggiare la funzionalità degli uffici e dovranno
essere decisi dei formati standard di interscambio di dati di testo, fogli
elettronici e immagini. Ci sarà così una maggiore sicurezza teorica per i dati
gestiti e crescerà la cultura informatica di base.
Con l'impiego di software libero non ci saranno più rischi di forti multe (o
possibili complicazioni addirittura penali) per eventuali copie di sistema
operativo trovate senza licenza, magari per smarrimento o installate per errore.
Molti sostenitori del software libero pongono l'accento sulla sua gratuità.
In realtà il problema economico viene, a mio avviso, in secondo piano. Anche
perchè un'azienda che installa software libero (sistemi operativi, programmi da
ufficio o altro) è giusto che si faccia pagare adeguatamente. Probabilmente la
spesa informatica sarà meno imperniata sull'acquisto della licenza del software
ma di più sull'assistenza e sulla formazione del personale.
Alessio Papini, capogruppo Verdi Comune di Firenze |