Il fuoco incrociato contro la proposta di regolamento UE sulla protezione dei
dati nelle comunicazione elettroniche rischia di indebolirlo e ritardarne
l'approvazione. E Google cattura i dati anche delle carte di credito...
I dati, si dice, sono il petrolio del nostro tempo. Il loro valore
economico spiega i motivi delle strategie degli Over The Top per
catturarne la maggiore quantità possibile e gli attacchi che gli stessi OTT
scagliano contro la proposta
di regolamento "relativo al rispetto della vita privata e alla
tutela dei dati personali nelle comunicazioni elettroniche", pubblicata
il 10 gennaio scorso.
La proposta prevede che il nuovo testo (noto come Regolamento ePrivacy)
sia applicabile dallo stesso giorno in cui sarà applicabile il Regolamento generale sulla protezione dei
dati. Previsione più che corretta, perché in caso contrario il 25 maggio
2018 i titolari dei trattamenti dovrebbero applicare insieme la nuova normativa
generale e la vecchia normativa speciale, con tutti i problemi del caso.
Ma l'iter della proposta incontra forti resistenze, che potrebbero comportare
un allungamento dei tempi o, nella migliore delle ipotesi, un periodo molto
breve per passare dal vecchio al nuovo regime..
La situazione è riassunta nella Relazione
sullo stato di avanzamento dei lavori pubblicata dalla Presidenza di Malta,
nella quale sono riportate in sintesi le numerose obiezioni alla proposta di
regolamento. Si conclude che "In tale contesto, le delegazioni non ritengono realistica la data di
applicazione proposta (25 maggio 2018)".
L'obiettivo era "completare il primo esame della proposta entro la fine della
presidenza maltese nel giugno 2017 al fine di fornire una solida base per i
futuri progressi su questo fascicolo".
Intanto il testimone è passato all'Estonia, che lo scorso 3 luglio ha
diffuso una nota della
Presidenza, nella quale annuncia per il 10 luglio una riunione del Working
Party for Telecommunications and Information Society, nella quale saranno
discussi solo due dei numerosi punti controversi.
Con questi ritmi l'approvazione finale del Parlamento potrebbe giungere
troppo tardi per l'applicazione del regolamento a partire dal 25 maggio 2018. Con
grande soddisfazione delle lobby degli OTT, delle sei (e più) sorelle dei
Big Data, che vedono la proposta di regolamento come il fumo degli occhi.
Ma non ci sono solo gli OTT a sparare ad alzo zero contro la proposta di
regolamento. Anche ai maggiori editori di giornali il testo non piace. In una Lettera aperta
inviata al Parlamento e al Consiglio europeo, intitolata "Fiducia, riservatezza e informazione: la
necessità di riconsiderare le proposte sull’ePrivacy" (pubblicata dal Sole24ore, che è tra i firmatari della
lettera stessa).
In sostanza gli editori si oppongono a una delle norme-chiave della proposta:
quella che obbliga i bowser ad offrire all'utente la possibilità di un rifiuto
preliminare e generale di ricevere cookie e di essere tracciato (articolo 10).
Vorrebbero che l'utente, dopo aver espresso un rifiuto generale preventivo,
possa poi esprimere un consenso parziale per i cookie inviati dai siti degli
stessi editori. Il che è poco credibile e comunque farebbe rientrare dalla
finestra quello che si è cacciato dalla porta.
E veniamo al Grande Fratello per eccellenza, Google. Che annuncia di
non voler più usare i profili che cattura a man salva per inviare pubblicità
personalizzata (si sono accorti che non funziona?). Ma comunque continuerà per
altri scopi la raccolta massiva di dati personali.
Ancora. L'azienda di Mountain View (scrive il Wall Street Journal),
visto che i software che bloccano la pubblicità, gli ad-blocker,
impediscono anche la raccolta dei dati personali che si compie attraverso la
stessa pubblicità, inserirà un proprio ad-blocker nel browser Chrome,
che bloccherà solo le pubblicità "inaccettabili" secondo la Coalition for Better Ads.
A pensar male...
Non vi basta? Allora ecco l'ultima notizia: Google ha fatto sapere che negli
USA traccia miliardi di pagamenti effettuati con le carte di credito o di
debito, anche nei negozi fisici, non solo online.
Garanti europei, se ci siete...
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