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Claudio Manganelli: hanno ancora senso le authority? |
Privacy e sicurezza - Claudio Manganelli* - 20
settembre 2021
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Non condivido, almeno in parte, le opinioni che Claudio
Manganelli esprime nel testo che segue (non avevo pubblicato un suo scritto
precedente perché i toni non erano nella linea editoriale di InterLex).
Lo ringrazio per questo nuovo intervento, che mi riporta a più di
venticinque anni fa, quando era normale che anche persone autorevoli, in
disaccordo con qualche affermazione riportata in queste pagine, rispondessero
con argomenti costruttivi. Da Guido Mario Rey (presidente dell'AIPA), a Stefano
Rodotà, a Giuseppe Santaniello, a Giovanni Buttarelli, allo stesso Manganelli,
per citare solo alcuni nomi che mi vengono in mente.
Oggi ci si insulta via social e tutto finisce – in pochi giorni – in
un'inutile cagnara. (M.C.)
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Caro Manlio, ho ricevuto il numero 606 di
InterLex e mi sono soffermato sull’articolo relativo ai garanti e alla
corazzata Kotiomkin. La corazzata si chiamava Potiomkin e credo saprai che
cambiar nome alle imbarcazioni in genere porta male ma un refuso di digitazione
è sempre giustificabile con queste tastiere per nani.
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Nota. "La corazzata Potëmkin" era il titolo del film di Ejzenštejn, che ricostruiva un episodio della rivoluzione russa del 1905. Quando nel 1976 Luciano Salce girò "Il secondo tragico Fantozzi", non riuscì a ottenere i diritti del film originale.
Allora cambiò il nome in Kotiomkin e ne ricostruì alcune scene "cult", con maestria pari a quella del regista russo:
molto più di una parodia.
In conclusione."La corazzata Potëmkin" è un capolavoro, "La corazzata Kotiomkin" è una cagata pazzesca. Parola del rag. Ugo Fantozzi.
(M.C.)
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Scorrendo l’articolo devo confessarti che mi hai un po’ deluso: sì hai
riportato quello che hai definito il difensore di ufficio e quello che pensano
personaggi noti aldilà del loro ruolo e della loro abitudine a dar aria alla
lingua. D’altra parte con questa abitudine giornalisti e giornalistucoli ci
vanno a nozze: basti pensare a quello che è successo, succede e succederà sul
tema pandemia, vaccini e dintorni. Sul numero precedente della rivista, prima
delle vacanze di agosto avevi anche citato i nomi di questi personaggi noti; io
credo che se ognuno riuscisse a tenersi aderente alle questioni che gli
competono nella sua attività riguardante la cosa pubblica probabilmente ne
guadagneremmo tutti. Fuori dei ruoli di competenza diveniamo tutti quisque de
populo e tale dovrei sentirmi io se oggi mi permetto di discutere l’argomento
privacy.
Per questo mi aspettavo che il mio scritto venisse pubblicato se non altro come
ex-competente della materia. Sono infatti passati 11 anni da quando sono uscito
dal collegio del garante della privacy, una enormità di tempo e spazio se la
misuriamo con l’evoluzione sociale e tecnologica rapida come non mai. Basti
pensare che nel settore delle tecnologie digitali negli ultimi dieci anni le
capacità di miniaturizzazione e comunicazione sono esplose verso confini tutti
da scoprire. Ognuno di noi per non esser tracciato deve liberarsi di Smart,
orologi digitali, automobili con ausilio elettronico alla guida e così via.
Guai ad affidarsi senza riserve alla rete, computer, Facebook e diavolerie
simili. Amazon ci traccia e ci traccerà ancora meglio se il servizio di droni
per la consegna plichi prenderà piede e si estenderà alle grandi città. I
droni saranno sempre più piccoli e armati o miniaturizzati per entrare nei
nostri corpi. Qualche quisque dei succitati si è occupato dell’impegno
dei Big dell’ICT nell’area della salute? Il garante della privacy deve fare
un passo indietro? Ma ne dovrebbe fare chissà quanti avanti per tutelare la
sfera dei dati personali!!! Stiamo evolvendo sempre più dall’habeas corpus
all’habeas data, con buona pace di Rodotà ma non certo di chi, in
questo mondo isterico vorrebbe stare in pace con se stesso ma anche con gli
altri, rispettandoli per essere rispettato. Quindi la domanda da porci (non da
maiali) è: hanno ancora senso le authority? E se vogliamo limitarci ai nostri
limitati interessi guardiamo negli orticelli vicini: cosa fanno all’autorità
per la concorrenza e il mercato o a quella delle comunicazioni?
Nessun verbo sullo scandalo del calcio di Serie A sulla frammentazione del
mercato tra Sky, DAZN, Tim e chi ne ha più ne metta? Certo, ma in quel settore
il tifo trasforma l’uomo in pecora che così è più ben disposto a credere
alle favole pandemiche e farsi mettere gli aghi addosso! Spero che questo mio
sfogo trovi spazio sul tuo prossimo numero.
Per inciso e poi mi taccio: rimango fermo sulla mia definizione di
giornalismo da cagnara tipico di certi giornali e giornalisti “ndo coio coio
“.
* Ingegnere, già
componente del Garante per la protezione dei dati personali (1997-2001) e del
Centro nazionale per l’informatica nella pubblica amministrazione (2001-2009)
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