La Commissione della Camera per gli atti del Governo non ha ancora iniziato
l'esame del decreto legislativo di adeguamento del "Codice privacy",
che doveva essere emanato entro oggi. E al Senato spunta una strana
"proroga".
Oggi, 21 maggio 2018, scade la delega per l'emanazione del decreto ed è
chiaro che il termine non sarà rispettato, con tutto quello che ne consegue in
termini di confusione normativa. Qualcuno ipotizza un decreto-legge che
riproduca il testo all'esame delle Camere, entro il 25. Ma l'ipotesi non piace,
con buone ragioni, a qualche costituzionalista.
Intanto "Non ci sono dibattiti in Commissione", si legge sul sito
della Camera dei deputati alla pagina dei lavori della Commissione speciale per gli atti urgenti del Governo dedicata
all'atto 022, lo "Schema di decreto legislativo per l'adeguamento del
Codice in materia di protezione dei dati personali". Punto.
Invece la corrispondente Commissione del Senato si è messa al lavoro nella
mattina di giovedì 17 maggio, con la relazione del senatore Perilli, riportata
nel resoconto sommario della seduta. Relazione dettagliata, in
cui si dà conto anche dei ritardi nella predisposizione del testo, delle
polemiche sulla prima stesura e della singolare circostanza che la versione
pervenuta alle Camere non è quella che il Governo ha approvato il 21 marzo.
Un passaggio richiama l'interesse di chi ha letto la Costituzione. Afferma il
senatore Perilli "che il 21 maggio 2018 scade la delega conferita dalle Camere al Governo: il termine è prorogato di tre mesi, ai sensi dell'articolo 31 della legge n. 234 del 2012, ma il 25 maggio 2018 entra comunque in vigore il regolamento UE".
Peccato che la norma richiamata non preveda proroghe di questo tipo:
ancorché la legge-delega 163 del 25 ottobre 2017 richiami espressamente le
"procedure" previste per il recepimento delle direttive europee (e qui
siamo di fronte a un regolamento, non a una direttiva), il testo della 234/2012
recita "per le direttive il cui termine [...] sia già scaduto alla data di entrata in vigore della legge di delegazione europea, ovvero scada
nei tre mesi successivi, il Governo adotta i decreti legislativi di recepimento entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della
medesima legge".
Cioè tre mesi prima dei sei concessi dalla 163/2017.
(M. C.)
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