Di norma non pubblichiamo
lettere anonime. Ma in questo caso, dato l'argomento, crediamo che sia opportuna
un'eccezione. Attendiamo la replica di Andrea Monti.
Hacker contro pedofili: l'hacker
risponde
Anonimo - 08.12.98
Subject: IMPORTANTE:
Risposta all'articolo
dell' avvocato Andrea Monti
Date: Tue, 8 Dec 1998 23:57:04 +0100
From: "Th3 M@n@c" <th3maniac@aphc.zzn.com>
To: interlex@interlex.com
Nota:
Questa lettera e' stata spedita tramite e-mail a:
Redazione di Interlex (www.interlex.com)
Gianluigi Ciacci - Avvocato , redazione del JEI (www.jei.it)
Annalisa Usai - Giornalista di La Repubblica (www.repubblica.it)
Tramite Fax (da Telefono Arcobaleno, su nostra richiesta) a:
Angenzia giornalistica ANSA (www.ansa.it)
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IMPORTANTE:
In risposta all'avvocato Andrea Monti, riguardo all'articolo dal titolo
"Hacker contro pedofili: crociata o istigazione a delinquere?"
pubblicato sul web all'URL: http://www.interlex.com/regole/amonti20.htme
che sara' pubblicato nel numero di gennaio 1999 del mensile Computer Programming.
Ho sentito la necessita di rispondere al
suo articolo, in quanto lei
afferma cose inesatte, false, esagerando fatti e/o affermazioni in
modo quasi esasperato.
A scanso di equivoci:
Io non ho nulla di personale contro di lei, voglio solo che i fatti
vengano presentati come sono realmente, e non "per sentito dire" o in
base a informazioni inesatte.
Dunque il suo articolo comincia cosi':
"La notizia è pubblicata sul "Corriere della Sera" del 13
novembre
scorso: un sacerdote del siracusano - già noto per le sue crociate
anti-pedofili culminate nella denuncia di siti contenenti materiale
osceno, sconsolato per la pochezza dei risultati (operazioni
internazionali che scovano quattro gatti, per di più solo "guardoni")
decide - in ossequio alla universale massima filosofica "chi fa da
sé, fa per tre" - di farsi giustizia da solo...
Beh, quasi, visto che per raggiungere lo scopo avrebbe radunato una
quarantina di (sedicenti) hacker.
Il gruppo coordinato dal sacerdote ha pensato di darsi una veste
giuridica, e dunque - da quanto è dato di capire- pare sia costituito
in un'associazione che - come vedremo - potrebbe sconfinare
nell'associazione a delinquere.
Una delle prime uscite pubbliche di questa APHC (Anti-Pedo Hacker
Crusade) è un comunicato dal tenore inquietante sia per la forma
(alquanto sgrammaticata,) sia per i contenuti (inni al vigilantismo e
alla limitazione della libertà di espressione, deliberata violazione
di leggi) che commenterò qui di seguito."
Innanzi tutto, i membri dell' APHC non sono "una quarantina", ma
solamente 7 (non le sembra di aver esagerato?).
Per quanto riguarda Don Fortunato, lui non e' il "coordinatore" ma
semplicemente UNO dei nostri collaboratori che ci segnala i siti
contenenti materiale pedofilo da lui trovati, in quanto l'APHC e'
un'organizzazione indipendente.
Adesso vorrei farle una domanda:
Il comunicato stampa, e' forse stato spedito da uno degli account di
posta elletronica dell'APHC?
A me non risulta.
Il "comunicato stampa" in questione e' stato SCRITTO e SPEDITO dal
Telefono Arcobaleno, prima che potessi verificarne il contenuto,
quindi discuterne con gli altri membri di APHC, e in fine apportare
le appropriate modifiche.
Il Telefono Arcobaleno ha "tratto spunto" da una lettera che noi
volevamo spedire ai giornali, ma visto che prima che la lettera fosse
pronta, loro hanno spedito il LORO comunicato stampa, ci e' sembrato
inutile farne un'altro sullo stesso argomento, dato che comunque
l'unico giornale (almeno del quale io sia a conoscenza) che lo ha citato
e'stato La Repubblica, che lo ha pubblicato online all' URL:
http://www.repubblica.it/forum/giudice/x981130122020.html
Con questo non voglio in alcun modo incolpare, Don Fortunato o il
Telefono Arcobaleno, in quanto sono sicuro che, abbiano agito in
buona fede.
Di seguito lei afferma:
"Andiamo a incominciare
Lettera aperta degli hackers contro la pedofilia in rete
Credo di poter vantare una certa esperienza nel settore che
impropriamente viene definito hacking e fra le tante incertezze, uno
dei pochi punti fissi è che la "categoria" non è sindacalizzata,
non ha - cioè rappresentanti o rappresentanze che possano arrogarsi
il diritto di parlare a nome di tutti. Il comunicato stampa risulta
dunque quantomeno ambiguo già dal titolo (BTW, non mi risulta
che Richard Stallman o Lee Felnstein o Steve Jobs o qualsiasi altro
hacker vero abbia aderito a questa campagna)"
Beh, Don Frotunato non e' un'hacker, quindi se nel titolo non ha
precisato, che si trattava degli hackers precedentemente criticati
dalla stampa (cioe' noi, tanto per essere precisi), spero che lei lo
perdonera', no?
Non saremo famosi come gli hackers citati da lei, come Kevin Mitnick,
come Rsnake, o come Psychotic ma facciamo l'impossibile ogni giorno
per trovare anche solo 5 minuti liberi per studiare, imparare , capire
e perche' no' trovare soluzioni nuove, e' questo l'hacking o forse
l'hacking e' scrivere libri o apparire in TV o sui giornali?
Lei poi riferendosi a questa frase del cominicato stampa del TA
(Telefono Arcobaleno):
"La recente alleanza con il Telefono Arcobaleno di don Fortunato Di
Noto per la lotta alla pedofilia in rete, ha posto gli hackers al
centro di un interessante dibattito nel quale gli hackers stessi non
intendono svolgere un ruolo di spettatori, ma al contrario desiderano
partecipare in una logica di dialogo e di massimo rispetto verso le
più diverse opinioni. Don Fortunato è un innovatore e forse un
rivoluzionario perché ha deciso di allearsi con i pirati o forse ha
saputo semplicemente sfruttare le potenzialità e la buona fede di
persone scarsamente capite e spesso inutilmente combattute?"
Lei dicevo, afferma:
"Facciamo a capirci: è vero che sull'hacking è in corso un dibattito
scientifico e giudiziario molto acceso, nel quale ho assunto spesso
posizione di forte contrasto con la formulazione della legge vigente,
ma non mi sono mai sognato di considerare martiri, dei soggetti che
commettono atti illeciti."
Ci sta forse dando dei criminali, senza sapere come operiamo?
Probabilmente si riferisce ancora all'articolo apparso sul Corriere
sella sera, ma vede come ho gia precisato in una lettera al forum
online di La Repubblica i fatti stanno diversamente.
I giornali ci hanno chiamato:
- PIRATI
Senza sapere che i PIRATI non sono gli Hackers ma i
Crackers, e che tra i 2 c'e' un'enorme differenza.
Gli HACKERS, sono quelli che studiano i sistemi di sicurezza, per
trovarne i punti deboli, ed i rimedi, contribuendo allo sviluppo
tecnologico e ad una maggiore sicurezza dei dati.
Questo e' il vero Hacking, e' altrettanto vero pero' che alcuni
cosidetti "Hackers" usano le loro conoscenze per denneggiare i
sistemi nei quali fanno breccia, o per rubare soldi e/o
informazioni alle loro vittime, ma non si puo' dire certo che
Hacker significhi criminale, altrimenti mi spiega perche' l'IBM
stipendierebbe un gruppo di hackers per testare la sicurezza dei
sistemi dei propri clienti? Vuole forse affermare che l'IBM
stipendia dei criminali?
I CRACKERS invece sono quelli che sproteggono i programmi, e li
distribuiscono illegalmente danneggiando in questo modo le ditte
produttrici di software; questi sono i veri criminali, e vengono
chiamti PIRATI in quanto distribuiscono software PIRATA.
- CRIMINALI
Senza sapere che ogni operazione da noi compiuta, viene portata a
termine in COLLABORAZIONE con le forze dell'ordine dei paesi
interessati.
e hanno affermato che noi DISTRUGGIAMO i siti; mentre in realta'
questi vengono conservati off-line dalle forze dell'ordine come prova
del reato.
Lei poi riporta un'altro pezzo tratto dal "comunicato stampa" di T.A.
"La verità e che la rete, al di la delle sue infinite doti, della sua
straordinaria essenza libertaria, della sua natura democratica, oggi,
cosi come è, offre notevoli vantaggi a criminali di vario genere tra
cui si annoverano in prima linea i pedofili.
Chi voglia negare tale ultima circostanza difficilmente potrebbe
essere giudicato intellettualmente onesto."
Ed afferma:
"Questa è una bufala bella e buona.
Nonostante i metodi di indagine - a volte discutibili - adottati
dalle Forze dell'ordine, non si può discutere il fatto che la
trasparenza della Rete consente di raggiungere e identificare
abbastanza facilmente i responsabili di certe azioni (poi si può
discutere su come sono state fatte le indagini, sulla correttezza
tecnica della formulazione degli articoli di legge, ma questo è un
altro paio di maniche)."
Mi faccia capire la sua posizione; lei ha detto prima, che siamo dei
criminali e poi che la trasparenza della rete, permette di
raggiungere ed identificare i responsabili di certe azioni,
facilemte; ma allora io mi chiedo:
Perche' sono a casa e non in una cella?
Devo ammettere, pero' che sono d'accordo con lei, quando afferma:
"Quanto alla questione dell'onestà intellettuale, sarebbe
interessante conoscere le fonti che vedono i pedofili ai vertici
dell'Internet criminale, specie perché anche le pubblicazioni
scientifiche più recenti (es. Serra-Strano Nuove frontiere
della criminalità Milano 1997) non forniscono dati rilevanti sul
punto. Di regola, quando si citano dati si dovrebbe fare altrettanto
con la loro provenienza, altrimenti si fa strada il sospetto che i
dati non sono attendibili o che non esistono."
Di seguito lei cita di nuovo il comunicato stampa:
"Il dibattito circa una eventuale regolamentazione della rete delle
reti pone difficili questioni di diritto, con delicati risvolti
sociologici e filosofici che non riteniamo di dover affrontare.
Internet è già ciò che desideriamo e la legge italiana e già fin
troppo efficace, sulla carta.
Resta un problema. La normativa e assolutamente inutile. Perché il
cyberspazio non conosce confini ne delimitazione geografica e non ha
giurisdizione. Allora, il dibattito dovrà necessariamente svolgersi
su scala mondiale perché la rete e una questione globale."
E lo commenta come segue:
"Spirito di John Perry Barlow se ci sei batti un colpo.
Evidentemente gli "hacker" autori di questo comunicato vivono in un
mondo tutto loro.
Oramai nessuno più crede alla favole del ciberspazio (che non si
scrive con la "y") e i casi giudiziari dei quali in molte occasioni
ho parlato su queste pagine hanno chiaramente sgombrato il campo da
queste fandonie. La legge prevede una serie di criteri per
l'individuazione del locus commissi delicti e - a condizione di
avere una buona preparazione tecnica - non è difficilissimo
risolvere buona parte dei problemi teorici che si incontrano. Altro
discorso è quello della effettiva perseguibilità dei sospettati nel
caso di reati commessi parzialmente all'estero o di soggetti
dimoranti all'esterno dei confini nazionali, ma i problemi causati
dall'estradizione non sono affatto ignoti al diritto penale
internazionale e non ci voleva certo la Rete per farli emergere."
Bene, sono sostanzialmente d'accordo con le sue affermazioni, tranne
per il fatto che come gia ho detto prima il comunicato stampa, non lo
abbiamo ne scritto ne spedito noi, e che sappiamo benissimo che si
scrive ciberspazio oppure cyberspace.
Citando di nuovo il comunicato stampa:
"A tale dibattito noi non vogliamo partecipare, almeno in questa
circostanza.
Ma cosa fare se ci si imbatte in una bambina di soli 8 anni che viene
brutalmente stuprata?
Se ciò accadesse per strada, anche il più pacifista degli uomini
interverrebbe, e, forse, metterebbe a repentaglio la propria stessa
vita per salvarla. Se accadesse sulla prima pagina del Corriere della
Sera o del New York Time, probabilmente lo sdegno sarebbe generale.
Se accade in Internet, ma solo in Internet, i nemici della bambina
divengono due: il pedofilo stupratore e la libertà. Cioè la libertà
del pedofilo di stuprare in rete. E la libertà della bimba?"
Lei si mette a fare dello spirito di pessimo gusto:
"A parte che non riesco ad immaginare come si possa stuprare qualcuno
sulla prima pagina del Corriere della Sera,(si stende il giornale
per terra e poi si fa attenzione a non uscire dal foglio di carta?),
ancora più difficile è immaginare come lo si possa fare su Internet.
Forse gli estensori di questo documento, oramai prigionieri del
"virtuale", hanno una scarsa dimestichezza con le questioni fisiche.
Al di là della boutade, l'affermazione grave è quella secondo la
quale la libertà sarebbe nemica della tutela dei minori, un
ritornello che è stato già suonato molte volte, per esempio ai tempi
del Communication Decency Act"
Sono d'accordo, che la frase e' espressa male, ma il discorso e' che
permettere al pedofilo, di addescare un bambino o comunque un minore
in rete, non sia da considerarsi liberta' in quanto la violenza sui
minori e' un'atto criminale; e se lei o qualcun'altro pensa che
l'addescamento dei minori tramite internet sia una nostra fantasia,
perche' non da un'occhiata al sito dell'FBI (si proprio il Federal
Bureau of Investigation) all'URL:
http://www.fbi.gov/kids/internet/internet.htm
Cosa ne pensa?
Ma andiamo avanti, lei cita un'altra volta il comunicato stampa:
"Ecco perché ci siamo alleati con don Fortunato, perché crediamo che
l'esercito dei difensori della libertà della rete e, indirettamente,
dei pedofili fosse già fin troppo affollato."
e risponde in questo modo:
"Bell'argomento siccome non c'era posto da un lato, ci siamo buttati
sull'altro, complimenti! Bell'esercizio di democrazia e senso civico
è invece affermare che la difesa della libertà sia atto diretto a
garantire la commissione di reati.
E' abbastanza banale notare che se non ci fosse questa vituperata
libertà di espressione, bestialità del genere (mi riferisco al
comunicato stampa) sarebbero state censurate ab ovo. Ma a differenza
dei miei contraddittori, pur criticandone ferocemente le posizioni,
non mi sognerei mai di invocare la loro riduzione al silenzio!"
La ringrazio, perche' dimostra di essere una persona civile, e
capisco la sua reazione dato che ignorava, lo stato reale dei fatti,
ma vede a noi non interessa togliere la liberta' di parola a persone
che non la pensano come noi (mi riferisco ai pedofili), ma
semplicemente vogliamo che siano consegnati alle forze dell'ordine in
quanto criminali.
Proseguiamo con il suo esame del comunicato stampa:
"E' quella bambina che ci interessa e tentiamo di proteggerla non
violando la legge ma sfruttando, questa volta a nostro vantaggio, le
molte lacune giuridiche che tuttora permangono e che ci consentono
buon margine di manovra."
Lei giustamente afferma:
"Mi dispiace deludere questi signori, ma le "molte lacune
giuridiche"
alle quali fanno riferimento non esistono, anzi grazie a loro
abbiamo finalmente uno dei primi casi di applicazione della legge
sui reati informatici che prescinde dagli scopi classici degli
intrusori (curiosità, sfida e via discorrendo). Siamo in presenza di
atti al limite del terrorismo."
Non posso che essere pienamente d'accordo con lei, tranne che per il
fatto , che non ho mai commesso atti di terrorismo, come ad esempio
Mailbombing, distribuzione di virus, sottrazione di informazioni
private ecc...
Riporto, diseguito i suoi commenti mischiati al testo del comunicato
stampa:
Comunicato stampa:"E tuttavia ci siamo dati anche noi un nostro
codice etico:"
Lei "Che notoriamente non costituisce una scusa: è una questione di
par condicio, se vanno condannati quelli che accedono ad una
macchina per il puro gusto di farlo, identico trattamento
dovrebbe essere riservato a questi tizi.
In ogni caso, per il codice penale tutto questo può rilevare ai
fini della configurazione di un'attenuante, non certo per
escludere l'esistenza del reato."
C.S. "quando facciamo chiudere un sito, noi non lo
"distruggiamo",
perché sarebbe stupido distruggere le prove del reato, e far
chiudere un sito, senza fare arrestare il proprietario; non
serve proprio a nulla, in quanto se il pedofilo ha le sue
pagine Web, e le sue immagini su hard disk, bastano 20 minuti
per aprire un nuovo sito."
Lei "Interessante. Mica non fanno danni perché è illegale, si
astengono dal provocarli solo perché non serve a nulla,
dal che si deduce che se ritenessero necessario radere al suolo
un server non si farebbero scrupoli."
C.S. "Quando troviamo un sito per pedofili, noi semplicemente ci
entriamo, raccogliamo quante più informazioni possibili sul
possessore, e le rendiamo note ai responsabili della compagnia
che ospita il sito incriminato, saranno poi loro a passare
tutte le informazioni da loro e da noi raccolte alle forze
dell'ordine competenti."
Lei "Il tutto in evidente violazione delle norme che puniscono
l'accesso abusivo, la detenzione e lo scambio di codici
di accesso necessari per l'intrusione, l'esercizio
arbitrario delle proprie ragioni; e delle norme sulla tutela
della legge sui dati personali."
Mi stupisce il fatto, che lei non sia a conoscenza (o forse lo
"ignora" perche' le fa comodo) dell'esistenza degli Ethical Hackers e
della differenza tra quest'ultimi e gli Hackers, cioe' tra quelli che
commettono intrusioni per curiosita o per vandalismo, per divertirsi
un po e poi andarsene (Hackers), e quelli che sono i veri cultori
dell'Hacking cioe' quelli che studiano le "falle" dei sistemi per
trovarne un rimedio e contribuire in questo modo a rendere i sistemi
e le telecomunicazioni in genere, piu sicuri (Ethical Hackers ovvero
Hackers etici).
Lei poi fa "deduzioni" discutibili, in quanto non solo non
"distruggiamo" i siti perche' non serve a nulla, ma anche perche'
siamo persone come tutte le altre e non ci permetteremmo MAI di
distruggere un sito (o far male a qualcuno in generale) solo perche'
la pensa diversamente da noi, non abbiamo alcun diritto di fare
questo e lo riconosciamo, come i pedofili non hanno il diritto di
violentare un bambino, solo per il loro piacere sessuale.
Non capisco.....
Perche' ci attacca criticando cose che non abbiamo detto?
Riguardo alle nostre "fantomatiche intrusioni" nei siti dei pedofili,
mi dispiace deludere quei giornalisti che hanno dato libero sfogo
alla loro fantasia, su di un argomento che non conoscono, ma NESSUNA
INTRUSIONE e' stata fatta da me o da altri membri dell'APHC.
Quando ci viene segnalato uno di quei siti sospetti, per vedere se
contiene foto per pedofili, (in quanto molti siti per pedofili si
presentano con una homepage senza alcun link), noi semplicemnte
contattiamo tali persone fingendoci pedofili, tenendo nascosta la
nostra identita' (l'IP Spoofing non credo sia un reato, come non
credo che lo sia usare Telnet per spedire e-mail anonime), e quando
ci inviano le URL contenenti le prove che quel sito contiene le
suddette immagini, prima cerchiamo di guadagnare piu informazioni
possibili sul pedofilo in questione (utilizzando server WHOIS per
farle un'esempio), dopo di che le URL del sito e delle immagini,
sommate alle altre informazioni da noi acquisite, vengono spedite
alle forze dell'ordine, e alla compagnia che ospita il sito (per
esempio Xoom o Angelfire).
Quindi, per quanto rigurda le accuse da lei formulate, la devo
smentire, in quanto nessuna delle informazioni, da noi acquisite
viene divulgata ad altri o usata per scopi illeciti.
Quello che mi fa gelare il sangue, e' la sua affermazione "Qui siamo
al puro grottesco.", quando affermiamo il nostro impegno nell'aiutare
alcuni bambini affetti da gravi patologie, sembra quasi che lei
voglia usare qualsiasi pretesto per criticarci, sinceramente non la
capisco.
E comunque, le garantisco che non ho mai ne detto, ne pensato:
"Ma se involontariamente abbiamo violato qualche regola possiamo solo
dire che ci dispiace ma se questo può evitare che anche solo un
bambino subisca delle violenze, siamo pronti a rifarlo non una ma
cento volte."
Quindi, commentare la sua risposta a questa affermazione mi sembra inutile.
Per quanto riguarda le citazioni di Don Milani, (del quale conoscevo
l'esistenza, ma non le opere) ovviamente capira' che non le ho
scritte io, e comunque sono d'accordo con lei quando afferma:
"Sono d'accordo che se una legge è sbagliata si deva far di tutto per
farla cambiare, ma quando si sceglie questa strada comunque si è
disposti a pagare di persona (come insegnano le iniziative promosse
da Marco Pannella sulla liberalizzazione delle droghe leggere). In
ogni caso c'è modo e modo di ottenere l'abrogazione o la modifica di
leggi vigenti o l'emanazione di nuove: a Roma esiste una cosa che si
chiama Parlamento, never heard about?"
E concordo con lei anche quando, commentando la frase:
"Vi sono bambini stuprati da cani, venduti all'asta come carne da
macello mentre il mondo si affanna a scandalizzarsi se un prete si
allea con gli hackers per cercare un rimedio ed invece non affila le
armi a difesa dell'infanzia."
Lei afferma:
"Fatti che esistevano ben prima della diffusione della Rete ed è
assolutamente improprio associarli ad un strumento tecnico che come
dimostrano le recenti indagini di polizia, addirittura facilita (e
mi ripeto) l'identificazione dei soggetti agenti (a prescindere da
cosa abbiano fatto in concreto)."
Anche se, non puo' negare il fatto che tramite questo mezzo, lo
scambio di materiale per pedofili, e i contatti tra gli stessi
pedofili, abbiano avuto una notevole espansione; come dimostra
l'organizzazione internazionale "Fronte di liberazione dei pedofili".
Leggendo la conclusione del suo articolo, posso dirle che sono,
ancora una volta, d'accordo con lei sul fatto che, NESSUNO ha il
diritto di essere al di sopra della legge, o di farsi giustizia da
solo, in quanto diventerebbe automaticamente, un criminale.
Per questo motivo non abbiamo intezione, ne di farci giustizia da
soli; ne di considerarci superiori agli altri, o con maggiori diritti.
Per finire vorrei precisare che Don Fortunato di Noto, e' estraneo
alla nostra organizzazione, ed e' soltanto un nostro collaboratore,
pertanto non deve essere ritenuto responsabile, delle nostre azioni,
e d'ora in poi potranno esserci attribuite, solamente le dichiarazoni
provenienti da questi tre indirizzi di posta elettronica:
ap_c@xoommail.com
th3maniac@aphc.zzn.com
hellrider@aphc.zzn.com
Vorrei inoltre precisare, che non la ritengo, ne un nemico, ne un
calunniatore, e ne un sostenitore della pedofilia ma soltanto una
persona che ha ricevuto informazioni sbagliate, da fonti che di
Hacking o di informatica in generale sanno poco o niente.
Spero di aver chiarito tutti i malintesi, e comunque gradirei che lei
mi contattasse per discutere, degli argomenti trattati, in quanto la
ritengo una delle poche persone qualificate con la quale approfondire
questi argomenti.
(Almeno credo, che lei sia lo stesso Andrea Monti che ha scritto
"Spaghetti Hackers", se mi sbaglio mi corregga)
La ringrazio per la cortese attenzione.
E spero che questa mia lettera venga pubblicata, per dare una
corretta informazione al pubblico che segue questa vicenda.
Th3 M@ni@c
P.S.
Per quanto riguarda, le cariche assegnate ai nostri membri, e' meglio
che si aggiorni, perche' varie organizzazioni di Hackers, anche MOLTO
piu' importanti della nostra, hanno adottato questo schema
"gerarchico" (chiamiamolo cosi').
Per farle un'esempio, ecco alcune URL di altri gruppi di Hackers, che
lottano contro la pedofilia:
http://www.ehap.org/
(notare che a volte il server resta scollegato per vari giorni)
http://watchers.cjb.net
http://home.swipnet.se/~w-52614/acaag/
Th3 M@ni@c
President of A.P.H.C.
Member of I.C.G.
Action member of P.A.C.P.
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