E' guerra aperta contro la libertà della Rete
26.10.2000
I gestori dei servizi e delle reti operanti
sul territorio nazionale provvedono a classificare ogni informazione e
messaggio, che viene reso disponibile sui loro elaboratori, fatta eccezione per
quelli tutelati dal segreto epistolare, e ove riscontrino che esso ha contenuti
vietati o contrari alla legge o previsti dalla legge come reati, provvedono a
impedirne la diffusione e l'accesso.
Queste disposizioni sono contenute nel disegno
di legge S 4560, presentato da un gruppo di senatori del PPI e da uno dei DS.
Non occorre molto per capire che esse si propongono di attribuire a ogni
operatore o fornitore di servizi di comunicazioni il ruolo di censore su tutti i
contenuti che passano su tutte le reti (vedi Nominati
d'ufficio Catoni della Rete).
Quali sarebbero i contenuti (ogni informazione o messaggio) vietati o
contrari alla legge? L'elenco è lunghissimo: praticamente tutto, tranne i
programmi specificamente dedicati all'educazione dei pargoli e dei loro
genitori.
E' un episodio significativo dell'offensiva
contro la libertà della Rete, condotta per lo più con il pretesto della tutela
dei minori. Si moltiplicano le proposte di "filtri" - naturalmente
sono particolarmente reclamizzati quelli ad uso dei censori-fornitori di servizi
- gli accordi internazionali, le prese di posizione dei politici.
Si arriva, come nel caso della disposizione citata all'inizio, a calpestare
anche le poche norme residue che mostrano un po' di buon senso, come la
direttiva europea sul commercio elettronico, che vieta l'attribuzione di
qualsiasi responsabilità a chi fornisce il "mero trasporto" delle
informazioni.
Tutto questo, come al solito, nella più totale ignoranza degli aspetti tecnici
e pratici delle tecnologie che si vorrebbero piegare all'uso esclusivo del
mercato. Possibilmente solo quello "garantito" dalle major di
ogni settore.
Ne parleremo sul prossimo numero.
(M. C.)
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