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 Le regole dell'internet

Quando il web sarà una gabbia ultrasorvegliata
di Claudio Manganelli* - 10.04.03

(A margine di Internet e pedofilia: ancora proposte assurde e Non si proteggono i minori creando nuovi mostri)

Ma è possibile che dopo quasi cinque anni di costante evoluzione tecnologica della società ci si debba ritrovare a discutere sempre delle stesse cose, solo perché diritto e forze dell' ordine non sembrano in grado di dipanare con coerenza la matassa della tecnologia senza frontiere?  Il 23 luglio del 1998, in una mia intervista per InterLex sulle regole per Internet,  ribadivo la necessità di consolidare ed accettare lo spirito anarchico che ha favorito lo sviluppo del fantastico WWW e semmai ergere difese intelligenti per la sicurezza (in tutti i suoi significati)  del suo popolo di navigatori.  A me sembra che i provvedimenti e disegni di legge che sinora si mettono in campo contengano troppi criteri che, rispetto all'era della net-society, abbiano il profumo (o puzza?) della preistoria.

E poi che dire delle tecniche e tattiche della polizia postale?  Mi ricordano quando, da ragazzini, mettevamo sul marciapiedi un vecchio portafoglio con della carta dentro, per gonfiarlo, ben legato ad un filo sottile ma resistente con il quale farlo scappar via dalle rapaci mani dell'immancabile incauto passante: ma erano scherzi e nessun passante, anche se attaccato alla vile moneta, si suicidava  per le nostre sgangherate risate.
Non ho mai gradito la messa in campo delle tecniche di provocazione, fingendosi bambini  o fanciulline curiose; qualche incauto e potenziale pedofilo può sempre cadere nella trappola: è la tecnica del ragno che tesse la sua tela in prossimità dei fiori.  Ma quanti di questi incauti sono veramente incalliti e quanti al contrario fanno il passo che li bollerà per sempre come reprobi, solo perché si sentono protetti da un insicuro anonimato?

E poi, pensare di coinvolgere nei metodi di difesa i provider, imponendo loro pene e sanzioni in caso di inadeguatezza!  Chi misurerà l'adeguatezza di queste misure? Mi vien da sorridere (ma bisognerebbe deridere) quando si parla di filtri: come può un software essere così intelligente da lanciare allarmi o bloccare un contenuto di pagine immesso da chi voglia fare, della pedofilia, un business, soprattutto quando la sua produzione avviene off shore?
Ma siamo seri: allora mandiamo finti adolescenti ad attizzare vergognose ed improbe pulsioni, nei circoli sportivi, negli oratori, negli ostelli della gioventù, nelle sale cinematografiche dove si proiettano cartoni animati, nei giardini pubblici...  ed apriamo, presso i centri di smistamento, tutti i pacchi e le lettere destinate ai minori, anche quelle pubblicitarie: potrebbero contenere provocazioni e suggestioni di legami pericolosi.

E tutto perché non si sanno adottare e mettere severamente in atto le norme già esistenti del nostro diritto. E quando si coglie sul fatto un pedofilo, soprattutto se recidivo, lo si dovrebbe sottoporre, oltre che ad una adeguata terapia medica e psicologica, sempreché sia efficace, alle pene previste senza alcuna possibilità di sconti e libertà provvisorie o arresti domiciliari. Ma sono certo che, fra altri cinque anni, ci ritroveremo ancora a parlare delle stesse cose: nel frattempo il WWW sarà divenuto una gabbia ultrasorvegliata, per paura della pedofilia, del terrorismo, delle frodi e chissà di quali altre perversità (informatiche?) l'uomo maldisposto verso i suoi simili si potrà inventare.   Ai puristi e ai sognatori del fantastico mondo del Web non resterà che tornare ad incontrarsi nel ristretto mondo delle osterie o delle piazzette dei paesi.