Wi-Fi e larga banda: continuano a
prenderci in giro?
19.06.03L'era di Wi-Fi è incominciata finalmente anche il Italia? Il decreto
ministeriale 28 maggio 2003 "Regolamentazione dei servizi
Wi-fi ad uso pubblico" potrebbe segnare la tanto attesa partenza
dei servizi, offrendo (fra l'altro) una soluzione praticabile per portare la
larga banda nelle zone "svantaggiate" dove le connessioni ADSL non
arriveranno in tempi brevi. E forse non arriveranno mai (vedi
l'intervista a Paolo Nuti: per la larga banda occorrono
soluzioni integrate). Lo aveva detto, non molto tempo fa, anche il Ministro
delle comunicazioni: col Wi-Fi potremo portare dovunque la larga banda.
Ma la prima lettura del testo solleva qualche dubbio. Si legge infatti che
il provvedimento riguarda le autorizzazioni generali per la fornitura del
servizio di Radio LAN "in locali aperti al pubblico o in aree confinate
a frequentazione pubblica quali aeroporti, stazioni ferroviarie e marittime e
centri commerciali". Dunque non si parla di Wi-Fi per connettere, per
esempio, due uffici della stessa società che si trovano sui due lati di una
strada, o per dare l'accesso all'internet a larga banda in una zona limitata,
come un piccolo paese.
Si tratta di una limitazione inaccettabile, che sembra anche in contrasto con
le disposizioni comunitarie.
Può darsi che siano possibili interpretazioni "allargate" delle
disposizioni del decreto, può darsi anche che un secondo decreto affronti il
problema del Wi-Fi per usi diversi da quelli "in aree confinate". Ma
occorre fare subito chiarezza su questo punto.
Come abbiamo scritto più volte, il digital divide della larga banda è un
fattore di frenante per lo sviluppo del Paese (si veda anche l'intervista a Chirichigno: l'Italia ha il dovere di
investire nella larga banda). C'è la tecnologia per risolvere (almeno in
parte) a costi accettabili il problema: perché non usarla?
Forse per fare un favore a qualche operatore mobile che teme, forse a torto,
che la diffusione degli accessi wireless possa limitare il suo mercato?
Occorre chiarezza, perché ne abbiamo abbastanza di proclami che non
trovano riscontro nella realtà (vedi, ancora, Larga banda, ci prendono in
giro?).
A questo proposito vale la pena di segnalare un fatto strano. Ai primi di
aprile era apparso sul sito di Telecom Italia un nuovo elenco di località che
sarebbero state servite dall'ADSL "entro la fine di giugno".
Dopo pochi giorni l'elenco è scomparso. Qualcuno ha una spiegazione?
(M. C.)
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