Lo sgradevole odore della beffa
di Manlio Cammarata - 16.01.03
Quanti sono gli italiani che hanno o avranno realmente la possibilità di un
collegamento ADSL? La questione è sempre più complicata, come dimostra questo
messaggio di Franco Gatta:
Mi riallaccio al discorso sul digital divide ed in
particolare al problema della reale copertura dei mille e passa comuni d'Italia.
Mi ricollego al cenno del direttore sulla situazione della provincia nord di
Roma che, essendo (per fortuna di chi ci abita) ancora poco urbanizzata ed
industrializzata, è tra quelle non ancora raggiunte dall'ADSL (vedi Attenzione, il digital divide è in casa nostra,
ndr).
Vivo a Castelnuovo di Porto che, a leggere gli elenchi Telecom, sarebbe "ADSLizzata".
In realtà non è così. Perché delle cinque numerazioni qui esistenti
(901-903-904-907 e 908, solo 904 e 908 lo sono; le altre (cui si attestano la
stragrande maggioranza delle utenze) non lo sono. Tra queste, i Carabinieri, il
Comune e la Pretura...
La prima domanda è banale: perché nel comune di Castelnuovo di Porto solo per
due numerazioni su cinque è disponibile il collegamento ADSL? Con ogni
probabilità, rispondono i tecnici, è perché solo le linee d'utente che
iniziano per 904 e 908 sono collegate direttamente alla centrale telefonica
(stadio di linea). Le altre, presumibilmente a causa della maggiore distanza,
fanno capo a delle "prolunghe", nelle quali non è tecnicamente
possibile installare i dispositivi DSLAM (vedi Paolo Nuti:
per la larga banda occorrono soluzioni integrate del 12 dicembre scorso).
Ciò significa che gli utenti con numerazioni diverse l'ADSL non lo avranno né
ora né mai.
Ma a questo punto nasce un'altra curiosità: Telecom Italia proclama
che che saranno presto collegati alla larga banda 1300 comuni, con il 74 per
cento della popolazione. Come è calcolato quest'ultimo dato? Sommando la
popolazione "lorda" dei 1300 comuni, o considerando solo il numeri
degli abbonati che realmente possono disporre dell'ADSL? Castelnuovo di Porto ha
circa 10.000 abitanti: se tutti concorrono a creare quel 74 per cento, allora
siamo di fronte a una vera beffa.
Una precisazione da parte dell'operatore telefonico sarebbe utile e gradita.
E sarebbe importante anche sapere se il Governo, e in particolare se il
Ministro per l'innovazione e quello delle comunicazioni, sono alla ricerca
di qualche soluzione che metta a disposizione degli utenti, in tempi
ragionevoli, sistemi alternativi all'ADSL per tutti gli utenti che ora vedono la
larga banda come un miraggio irraggiungibile. Sistemi che non mancano, come ha
spiegato Paolo Nuti nell'intervista già citata, ma per i quali occorrono
incentivi reali e soprattutto la "volontà politica" di eliminare
ostacoli e lentezze burocratiche.
Come ci spiegava qualche mese fa un altro autorevole esperto della materia,
il settore pubblico dovrebbe costituire l'elemento trainante per la diffusione
della larga banda (vedi Chirichigno: l'Italia ha il
dovere di investire nella larga banda). Ma come può verificarsi questa
previsione nei luoghi in cui proprio per il settore pubblico (ad esempio per il
Comune di Castelnuovo di Porto) non c'è la possibilità tecnica della
connessione? Qualcuno ha una risposta per questa domanda?
Ma vediamo un altro aspetto del problema. Una notizia dei giorni scorsi
riguarda un accordo tra Telecom Italia e Netsystem, operatore che offre via satellite la connessione
all'internet, presentandola come l'alternativa all'ADSL "in tutti gli 8.100
comuni italiani". E qui l'odore della beffa è ancora più forte di quello
emanato dalle cifre sulla copertura dell'ADSL, perché il collegamento
satellitare offerto da Netsystem (a parte il maggior costo delle apparecchiature
d'utente) è solo in downlink, cioè dal provider all'abbonato. Nella
direzione opposta si deve usare una normale connessione telefonica, con i limiti
di banda e soprattutto con i costi di una connessione telefonica a tempo,
mentre con l'ADSL si può essere collegati 24 ore su 24 a tariffa fissa.
Dunque il satellite "in discesa" non è alternativo all'ADSL. E
c'è da sperare che nel prossimo futuro la pubblicità di Telecom Italia non lo
presenti come tale, perché allora la somma del danno e della beffa salirebbe a
un livello intollerabile.
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