La
democrazia elettronica è una promessa
di Manlio Cammarata -
30.07.97
Tre mesi fa
nessuno avrebbe scommesso una lira sui risultati
dell'azione del Garante per la tutela dei dati personali.
Ma le cifre diffuse nella conferenza stampa di ieri, 29 luglio, inducono a un
certo ottimismo, soprattutto se si considerano le
condizioni nella quali la struttura ha dovuto operare. Da
una parte le sedi provvisorie, l'organico incompleto, la
mancanza di attrezzature, le procedure da inventare, il
personale da formare. Dall'altra le attese dei cittadini,
molto più attenti di quanto si potesse immaginare
all'inizio, e i diversi atteggiamenti degli enti e delle
imprese, in parte terrorizzati dai vincoli e dagli
adempimenti, in parte già all'opera per aggirare le
norme.
Il dato più significativo che emerge da questo primo
bilancio non è tanto nelle cifre del lavoro svolto,
quanto nelle indicazioni che si possono trarre dai
contenuti dei primi interventi: una politica di rigore
nell'applicazione delle regole, ma nello stesso tempo
un'azione decisa per "sburocratizzare" la legge
675 e rendere possibile l'avvento di quella "cultura
del rispetto" che costituisce il nucleo della
normativa, ma che appariva soffocato da un'insostenibile
massa di adempimenti e formalità.
Anche se il
Presidente dell'autorità ha diplomaticamente affermato
il contrario, il testo della legge modificato con il decreto del 25
luglio dimostra come molti adempimenti burocratici della
prima versione fossero effettivamente inutili e
devastanti per il funzionamento dell'Ufficio (basta
calcolare a spanne quanti milioni di notificazioni sono
stati eliminati dai commi aggiunti all'articolo 7).
Purtroppo il testo così emendato diventa ancora più
complesso da interpretare: per capire a chi rimane
l'obbligo della notificazione occorre fare una lunga
somma algebrica delle regole e delle eccezioni, e per
applicare correttamente le norme più che al
giureconsulto si deve ricorrere all'esperto di
enigmistica. Dalla sintesi delle semplificazioni e degli esoneri si
evince il principio: eliminare tutte le notificazioni di
trattamenti ovvii, perché indispensabili per lo
svolgimento dell'attività del titolare, purché non
riguardino dati sensibili o i trattamenti a scopo
commerciale. Di fatto restano nel mirino del Garante,
oltre ai soggetti che trattano dati sensibili, i
"trafficanti di dati". In questo modo c'è lo
spazio per intervenire più facilmente contro gli abusi.
Prendendo in
prestito il linguaggio dell'informatica, possiamo dire
che con questa seconda patch la legge non è
più in versione beta e il programma appare stabilizzato,
anche se ancora migliorabile con future release
e con gli indispensabili add-on, come i decreti
sulle misure minime di sicurezza, le attività
telematiche e così via. Se anche queste norme seguiranno
i principi di buon senso che hanno ispirato le prime
modifiche, potremo tirare un sospiro di sollievo.
Resta da
considerare un'anticipazione fatta nella conferenza
stampa: in settembre saranno pubblicati su Internet, con
largo anticipo sulle scadenze, gli schemi dei moduli per
le notificazioni. In questo modo si potranno raccogliere
anche via e-mail le opinioni di tutti i soggetti
coinvolti e predisporre tracciati definitivi non
"lunari".
E' la prima applicazione dei principi, tanto cari al
presidente Rodotà, della "democrazia
elettronica". Fino a ieri sembravano utopia, oggi
sono una promessa.
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