La Rete ci difende dai rischi
della Rete
di Manlio Cammarata - 07.06.01
Bollini sui siti internet? Le notizie si
accavallano. Mentre i garanti europei pensano di attrezzarsi per applicare un
sigillo di garanzia ai siti che rispettano le norme sulla protezione dei dati
personali, le Camere di commercio italiane varano un sistema di
"certificazione on line" per i siti web delle imprese (vedi Imprese
certificate e garantite sul web).
Intanto l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni si prepara a investigare
sui bollini del software ("Pirateria",
arrivano gli ispettori dell'AGCOM?) e annuncia la prossima attivazione del
ROC, il registro degli operatori di comunicazione previsto dalla legge 249/97,
richiamato dalla squinternata legge 62/01,
quella che estende all'editoria elettronica e digitale l'obsoleto regime della
stampa su carta.
Siamo curiosi di vedere come il regolamento
dell'AGCOM ha risolto il pasticcio giuridico combinato dall'articolo
16 della legge sull'editoria, che con il pretesto della semplificazione ha
creato un inestricabile pasticcio di norme: torneremo sull'argomento appena il
testo sarà pubblicato. Per quello che si può capire da qualche indiscrezione,
l'iscrizione nel ROC si risolverebbe in un sostanziale "bollino"
applicato anche ai siti informativi gestiti da imprese (la legge 249/97 non
prevede l'iscrizione nel ROC degli operatori che siano persone fisiche). Resta
dunque aperta la questione della "registrazione" della maggior parte
dei siti web di natura informativa, per i quali più di un anno fa autorevoli
esponenti della corporazione dei giornalisti proponevano un "bollino di
qualità", da apporsi a cura della corporazione stessa (vedi Richiamare
"all'Ordine" la libera informazione?).
Dunque stiamo per assistere a una proliferazione
di bollini sui siti web? La prospettiva non è poi così stravagante, se si
riflette un momento sull'utilità del meccanismo di certificazione che
costituisce il presupposto del sistema. Per rendersene conto, basta prendere
qualsiasi apparecchiatura elettrica, anche la più semplice, come un ferro da
stiro: da qualche parte c'è un'etichetta che indica le caratteristiche
essenziali (tensione, potenza ecc.) e una ricca serie di marchietti. Questi sono
assegnati da appositi enti che verificano la rispondenza a determinate
specifiche, per lo più riguardanti la sicurezza.
Trasportando questo principio sul web, vediamo
che non è difficile applicare un sistema grazie al quale un ente (per esempio,
un'autorità garante della riservatezza) verifica il rispetto di certe regole da
parte di un sito, lo iscrive in un elenco consultabile via internet e gli
attribuisce il bollino. L'utente clicca sul bollino, un'apposita procedura va a
verificare che il sito sia effettivamente iscritto nell'elenco e presenta un
messaggio di conferma. In alcuni casi, come in Cert.Impresa,
l'utente riceve anche una serie di informazioni.
Del resto il sistema è già in uso da tempo, anche se in genere l'utente non se
ne accorge, per i siti "certificati" del commercio elettronico.
Alla fine dei conti, il sistema dei bollini è
utile e torna a vantaggio sia degli operatori del web, sia degli utenti. E un
sito internet che presentasse più bollini di un ferro da stiro o di un modem,
sarebbe un sito più "attendibile" o più sicuro di un altro, privo di
bollini come una banana di incerta provenienza, ma forse più saporita.
Il nocciolo della questione è stabilire chi e su quali basi potrà rilasciare i
vari bollini e che cosa attesteranno i bollini stessi. In altri termini, quali
rapporti si dovranno o potranno instaurare tra i diversi soggetti della Rete e
le solite autorità più o meno competenti.
Nel caso dei siti di informazione, per esempio,
se si cancellassero le vecchie norme e si stabilisse che la presenza del bollino
attesta la sottoscrizione di una carta di autoregolamentazione e l'assunzione di
precise responsabilità, sarebbero risolti tutti i problemi di protezione degli
utenti e degli stessi operatori, naturalmente con la previsione di adeguate
sanzioni per chi non rispettasse gli impegni.
E' necessario avviare una riflessione su un meccanismo di questo tipo, il solo
che può risolvere i molti problemi che nascono dalla possibilità di diffondere
qualsiasi tipo di contenuti, da parte di chiunque, al di fuori di ogni reale
possibilità di controllo.
Alla fine della storia, il problema rimane quello
della consapevolezza della natura della Rete, come ci ricorda Livraghi (La
lezione di un finto virus): "C'è chi, preoccupato di perdere i suoi
privilegi nel sistema informativo, punta il dito contro l'internet. È nella
rete, dice, l'origine del male. Dove le informazioni circolano liberamente,
fuori dal controllo di chi è istituzionalmente incaricato di fornirle e
spiegarle, aumentano i rischi. Quindi la rete dev'essere imbavagliata,
controllata, censurata. Questa non è solo un'idiozia; è anche una pericolosa
insidia per la nostra libertà.
Naturalmente è vero il contrario. La rete, usata bene, è la nostra migliore
difesa contro le deformazioni del sistema informativo"... |