Pagina pubblicata tra il 1995 e il 2013
Le informazioni potrebbero non essere più valide
Documenti e testi normativi non sono aggiornati

 

 Attualità

L'opposizione progetta la secessione del World Wide Web
di Manlio Cammarata - 23.03.2000

Bollettino medico.
Per l'internet-fobia è terminata la fase di allarme, restano pochi focolai epidemici e alcuni casi isolati, però di notevole gravità. Si diffonde invece un nuovo morbo, l'internet-mania, che si presenta in diverse varianti. La più nota di queste è l'internet-lalia, accompagnata in molti casi da internet-bulimia. I soggetti colpiti parlano continuamente dell'internet e si abbuffano in sontuose cene in cui discutono di e-commerce, new economy e trading on line.
Quando la malattia colpisce un parlamentare o un membro del Governo, il soggetto una mattina si sveglia  e attacca entusiastici discorsi sui luminosi destini della società dell'informazione, sull'urgenza di mettere l'Italia al passo con le nazioni più evolute, sulle grandiose opportunità che il Web offre alla piccola impresa italiana e via esultando.

Il contagio si è esteso all'informazione. Prendete i giornali di un anno fa e contate la percentuale di articoli dedicati ad argomenti in qualche modo collegati alla società dell'informazione. Poi fate il confronto con i giornali - o i telegiornali - di oggi: non c'è dubbio, si tratta di un'epidemia.
La situazione presenta anche aspetti positivi. Bene o male, si diffonde la conoscenza delle conseguenze favorevoli dell'evoluzione tecnologica e si apre quello schermo di diffidenza e di ostilità che fino a pochi mesi orsono costituiva uno dei più importanti freni allo sviluppo.
Si sono anche messe in cantiere iniziative efficaci, come quelle per la diffusione dell'informatica nella scuola e dei prestiti agevolati per l'acquisto dei PC da parte dei giovani. Servono, se non altro, a diffondere l'idea che la convivenza con le tecnologie non è più una scelta, ma una necessità.

Ma i casi in cui l'internetmania presenta un decorso favorevole sono pochi. Sembra che spesso tenda a cronicizzarsi, mentre in qualche caso raggiunge forme di delirio. Solo così si spiega la proposta di legge pubblicata sul sito di Forza Italia, in cui si riprende e si amplifica la trovata governativa del "portale di Stato".
Una trovata alla quale si è  opposto anche un esperto del calibro di Francesco Caio, che in un'intervista sul Sole 24 Ore del 17 marzo ha detto: "Portale Italia? Mi domando che senso ha l'entrata in campo dell'arbitro... Mi sembra molto meglio lasciare agire le aziende".
Come abbiamo già scritto su queste pagine, il portale di Stato è una proposta sballata e dannosa per una serie di motivi chiarissimi:

1. non serve, perché il servizio viene offerto da molti operatori gratis o a prezzi più che accessibili anche per imprese molto piccole;
2. toglie il lavoro a molte aziende di servizi che preparano le "vetrine" e i cataloghi;
3. se utilizza la cosiddetta "rete del Fisco", favorisce un'azienda di Telecom Italia (vedi Una proposta sbagliata da ritirare subito e I portali di Stato e l'informazione dimenticata).

Ora vediamo la proposta del principale partito dell'opposizione.
Articolo 1
Il Ministero del Tesoro, Bilancio e Programmazione economica è socio fondatore di tre società per azioni rispettivamente denominate "Portale del Sud e del Mediterraneo" (www. Portale Sud.it), "Portale del Nord" (www. Portale Nord.it), "Portale del Centro" (www. Portale Centro.it).

E' proprio il caso di dire che qui casca l'asino perché, come sa anche l'ultimo neofita dell'internet, nei nomi a dominio non ci possono essere spazi. Sicché, nel momento in cui fosse rispettata l'improbabile legge, i siti sarebbero irraggiungibili...
Ma la questione più grave è un'altra. La forza della Rete è proprio nella sua globalità e nella sua "non-territorialità". Non importa da dove un'informazione viene diffusa e dove viene ricevuta. Cercando un prodotto si può trovare un'azienda indiana vicino a una brasiliana e a una francese. Che senso ha dividere l'Italia in tre parti? Non si può fare la secessione del Web.

Andiamo avanti.
Le società hanno oggetto sociale articolato come segue:
a) sviluppo di una rete "Internet based" dedicata alla promozione del lavoro, del turismo e della piccola e media impresa del Sud, del Nord e del Centro;
b) l'architettura della rete dedicata è stilizzata come segue:
- ogni impresa interessata introdurrà nel suo sito una propria "griglia" informativa standardizzata e/o uniforme ed una procedura standardizzata e/o uniforme per attivare contatti e transazioni;

Che significa "l'architettura della rete dedicata è stilizzata"? Evidentemente l'estensore del testo non sa che cos'è una rete dedicata e che è molto difficile "stilizzarla". Ma anche qui c'è un errore concettuale imperdonabile: una griglia (griglia?) "standardizzata e/o uniforme" è la negazione della libertà delle imprese, che devono potersi presentare nella forma che ritengono più adatta ai loro prodotti e al loro mercato. E' la morte della concorrenza, senza dimenticare che la forza della Rete è anche nella libertà di espressione, nella fantasia di chi va on line, anche per fini commerciali.

L'articolo 1 prosegue elencando in dettaglio come devono essere fatti i siti, materia che potrebbe essere oggetto non di una legge e nemmeno di un regolamento, ma forse di una circolare, se mai si dovesse accettare il principio del portale di Stato. Altro che libero mercato! Qui siamo ai "piani quinquennali" di antica memoria.
Quando meno te l'aspetti, rispunta la nostalgia dei soviet.