Via libera con importanti emendamenti
alla direttiva "sulla brevettabilità del software". E' una
vittoria?
25.09.03ULTIMA ORA. Alcune associazioni che sostengono la
"libertà di software" esultano: il Parlamento europeo ha approvato
ieri la "Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio
relativa alla brevettabilità delle invenzioni attuate per mezzo
di elaboratori elettronici" (tristemente nota come la "direttiva
sulla brevettabilità del software"), con una nutrita serie di
emendamenti che salverebbero i principi della non-brevettabilità delle idee
che sono alla base dei programmi e manterrebbero la libertà di pubblicazione
e l'interoperabilità. Attenzione, però: è solo la "prima
lettura", il testo dovrà essere ulteriormente elaborato.
La notizia è stata lanciata ieri sera sul sito della Foundation
for a Free Information Infrastructure (FFII), che pubblica quello
che potrebbe essere il testo
finale della direttiva, oltre ai primi entusiastici commenti.
A tamburo battente sono giunte le prime reazioni in Italia, da parte di
Pietro Folena (DS) e da Fiorella Ghilardotti (DS-PSE).
"E' un risultato sia in termini di libertà di ricerca - recita il comunicato
di Folena - sia in termini di tutela della concorrenza. Brevettare il software avrebbe
potuto segnare un duro colpo ai sistemi GNU/LINUX e al software libero in generale, che oggi rappresenta la vera alternativa all'oligopolio del
software proprietario".
Ghilardotti sintetizza da Bruxelles i passaggi più significativi:
"1) Limitazione della brevettabilità alle invenzioni che abbiano un
"contributo tecnico" che esclude il trattamento, la manipolazione e la presentazione delle informazioni, ossia i programmi software puri;
2) Una più severa limitazione della brevettabilità rispetto all'applicazione
industriale del prodotto inventato. Vale a dire: si può brevettare il prodotto inventato attraverso l'uso del software ma non il programma che ci
sta dietro;
3) Una rivendicazione di brevetto per un programma per elaboratore, relativa al solo programma, non è accettabile. Gli Stati membri sono obbligati a
garantire che questa norma venga applicata in sede giurisdizionale;
4) E' garantita l'interoperabilità; ossia la possibilità di collegare impianti per
garantire reti aperte ed evitare abusi di posizione dominante. Dunque; non si può far valere la protezione del brevetto rispetto ad
un'invenzione utilizzata ai fini dell'interoperabilità".
Da un primo, sommario esame del testo, ancora lontano dalla sua forma
definitiva, emergono non poche incertezze, tanto che altri parlamentari
italiani (Frassoni e Cortiana, Verdi), avrebbero parlato di una "parziale
sconfitta".
Ma il fatto che il provvedimento non sia passato in quella che avrebbe dovuto
essere la versione definitiva è nello stesso tempo è una vittoria, anche se
parziale, di tutte le associazioni, gli studiosi e i singoli cittadini che si
battono per la libera circolazione delle idee e per un progresso non dominato
dagli interessi dell'industria, e in particolare dei produttori di software:
il primo draft era molto simile a una nota della Business
Software Alliance (BSA), della quale è parte Microsoft...
Contro il progetto si è mobilitata tutta la Rete, con una serie di azioni che
non hanno precedenti e hanno ottenuto un risultato significativo, anche se non
la vittoria finale.
Naturalmente si dovrà leggere con molta attenzione il testo definitivo.
Potrebbero esserci dettagli tali da limitare in qualche modo l'efficacia degli
emendamenti. E la piccola vittoria di ieri, se si confermerà tale, non
significa necessariamente la sconfitta finale degli interessi dell'industria.
Basta scorrere il testo di un'altra
proposta di direttiva, "relativa alle misure e alle procedure volte
ad assicurare il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale" per
trovare nuove, serie minacce alla libera circolazione delle idee.
E poi si deve vigilare su quanto succede a livello nazionale. Il comunicato
di Folena conclude così: "Purtroppo però oggi non posso essere del tutto
sereno, perché il ministro Stanca ha firmato un protocollo
di intesa con Microsoft che rischia di divenire fornitore privilegiato dello Stato italiano, con la scusa che questa ci farà vedere un po' di codice del
suo prodotto di punta, ovvero Windows".
E' un altro argomento spinoso (si veda anche il comunicato
di Free Software Foundation Europe), che affronteremo nei prossimi numeri.
(M.C.)
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