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InterLex - RIVISTA DI DIRITTO TECNOLOLOGIA INFORMAZIONE

 

Mentre miliardi di persone si lasciano lentamente avviluppare dalle sabbie mobili dell'internet...

- Francesco Canepa* -  27 dicembre 2017

Carissimo Cammarata,

ma come ti è venuto in mente di farci trascorrere un pomeriggio prenatalizio a discutere di "cittadinanza digitale" ?
Già tra "ius soli", "ius culturae", "ius sanguinis", non ci si capisce nulla e vogliamo disquisire di cose ancor più incomprensibili ed impalpabili come questa!

Io, modestie a parte, non sono nativo digitale e rivendico il diritto di ignorare completamente tutto ciò che sta al di là dello schermo del mio pc o del mio cellulare: sono, e me ne vanto, un moribondo analogico.

Ma fortunatamente avete evocato anche concetti talmente antichi che mi offrono il destro per poter offrire un piccolo contributo, del quale, ovviamente, la responsabilità andrà caricata al... Signor Direttore della testata. Absit spada verbis!

Partirei dall’accenno alla "lobby degli OTT" (brutalmente assimilata a quella delle "sette sorelle" d’antan che sarebbe responsabile dell’orwellizzazione dell’intero pianeta almeno per il millennio in corso.
Praticamente, mentre miliardi di persone si lasciano lentamente avviluppare dalle molliflue sabbie mobili di internet, gli "OTT" ( uno in più delle "SETT" di cui dianzi ) ci succhiano la linfa vitale: data di nascita, recapito, iban, gusti e così via.
Addirittura, mentre noi usiamo felici la carta di credito in un POS fisico, la transazione viene egualmente registrata da tale "Google"!

Ma è possibile che nessuno intervenga contro queste vere e proprie bande ? In fondo sono solamente "OTT"!
Ma è qui che ci sbagliamo, noi utenti finali intendo dire: perché le forze governative di tutti gli Stati sono schierate da decenni per rimediare a questa situazione intollerabile su tutti gli schermi, vuoi di pc, vuoi di cellulare.
Oh gran bontà de’ cavalieri antiqui che, per parlare della sola Europa, dagli anni ’90 sono intervenuti con tutti i tipi di normativa a disposizione per combattere questo fenomeno, allora ancora di modeste dimensioni.

Una volta tanto persino il nostro Paese non è stato lì a dormire, ma già dal 1996 istituiva un presidio per combattere il fenomeno: veniva creato il "garante per la protezione dei dati personali", poi più familiarmente e più multiculturalmente detto "garante privacy".
Neppure otto anni dopo arrivava anche il "codice in materia di protezione dei dati personali", più noto come "codice privacy".

E così di norma in norma siamo arrivati al regolamento UE 679\2016, che entrerà in vigore il prossimo 25 maggio.
Direi che a questo punto lo schieramento delle artiglierie si può ritenere completo ed invalicabile e finalmente la "lobby degli OTT" dovrà rassegnarsi a cessare la sua oramai inutile attività, perché internet è stato reso sicuro anche per i futuri nativi digitali di qui all’OTTava generazione.

Io comunque sino al XXIV maggio 2018 starei in campana... no la prima guerra non c’entra, è che fino ad allora i banditi avranno le mani libere e chissà cos’altro ci potranno fare.

Non possiamo infatti far finta di non sapere che oramai i nostri elettrodomestici sono "venduti" alle "OTT"; non possiamo ignorare che fin dai tempi della "scatola nera" sulle auto ai fini della polizza RCA, sanno cosa facciamo sui sedili della nostra automobile; non possiamo far finta di non capire che attraverso le schede di partecipazione ad un innocente concorso a premi di un insospettabile "big brand", rendiamo noti i nostri dati anagrafici e bancari (dove ci verrà accreditato il premio); insomma, persino io, comincio a sentire puzza di bruciato !

Ma dal 25 maggio il famoso "diritto di avere diritti" (Stefano Rodotà ), almeno sugli schermi di pc e cellulari, troverà la sua realizzazione e potremo navigare spensieratamente.

Mi chiedo se dopo quella data non dovremo più sottostare all’obbligo di gradire qualche biscottino offerto dai siti, anche se non è l’ora del tea: non in tutti, per carità, ma almeno in quello della Camera dei deputati, oppure in quello della Presidenza del consiglio, oppure della Corte costituzionale!

Mi chiedo come si concilieranno nell’articolo 17 il diritto all’informazione ed alla memoria sociale con quello della memoria individuale : il "diritto all’oblio" per essere chiari. E, se vogliamo, con il diritto alla rettifica, che è cosa ben diversa, ovviamente.
Mi chiedo come nel mondo "cyber" post internet potrà mai essere garantita la "net neutrality", o prevenuto il "data breach". Basterà l’articolo 615 bis del nostrano codice penale ?

Mi chiedo come verrà garantita la nostra "corrispondenza amministrativa", magari timbrata SPID, in un cloud, magari denominato PSN. Lo statunitense FOIA è compatibile con i principî del nostro Ordinamento?

Mi chiedo come custodiremo il nostro "bio-testamento", di recentissima introduzione anche nel nostro Paese, in maniera che sia però disponibile quando servirà. E dato che noi saremo più di là che di qua chi e con quali modalità digitali lo potrà sbloccare?

Coraggio!

Ancora pochi mesi e saremo in una botte di ferro... anzi di carta, perché con la consueta firmetta su "accetto" e "OK" potremo continuare a trastullarci con PC e cellulare completamente nudi e innocenti di fronte alla domata "lobby degli OTT".

…..e il naufragar m’è dolce in questo mare !!!

Internet 27 dicembre 2017

Francesco Canepa

 

*  Avvocato

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