Vedi anche Tra
la persona e l'algoritmo, l'internet vent'anni dopo
L'8 maggio 2017 questa rivista compie vent'anni. La data del
primo numero, 8 maggio 1997, non fu scelta a caso: il giorno dell'entrata in vigore della legge
sulla protezione dei dati personali, primo atto della nascente
"cittadinanza digitale". Questa era la prima pagina:
Che cosa significa oggi "cittadinanza digitale"? Significa molte
cose, prima di tutte la nostra esistenza in rete. Esistenza che si svolge
attraverso un grande numero di apparecchi, dallo smartphone al computer
da tavolo. Ma ci fa essere in rete anche con l'orologio, tanto per fare un esempio,
purché sia "intelligente".
Siamo sempre più circondati da cose intelligenti, come i nuovi
televisori connessi alla Rete, che fanno compagnia al frigorifero e alla
lavatrice, per non parlare dell'automobile. Comunichiamo con tutto e con tutti,
con un'infinità di mezzi. Con i social network, per esempio, pieni di
"amici" che forse esistono solo in rete, con le videochiamate via internet
che non costano nulla, anche se il nostro interlocutore è dall'altra parte del
mondo.
Ma ci sono situazioni in cui facciamo fatica trovare almeno un po' di
intelligenza, non importa se negli uomini o nelle macchine. Per esempio, quando
cerchiamo un'informazione o vogliamo seguire una "pratica" su un
sito della pubblica amministrazione. E scopriamo che ogni amministrazione ha
un'idea diversa su come accertarsi della nostra identità digitale.
In tutto questo non siamo mai soli. C'è qualcuno che ci osserva e ci ascolta
in ogni momento, come il Grande Fratello di orwelliana memoria. Chi è?
Perché lo fa? A che cosa gli servono tante informazioni sul nostro conto?
Abbiamo qualche modo di sottrarci al controllo continuo, invasivo, subdolo, di
chi guadagna sui fatti nostri di cui parlavamo sul primo numero di
InterLex?
Cercano di convincerci
che Big Data, machine learning, algoritmi,
profilazione, Internet of Things e
varie fantastiche invenzioni miglioreranno la nostra
"esperienza". Ma l'innovazione è sempre
progresso?
Parliamone, discutiamo. Ma a modo nostro. Al tempo delle chat, di
WhatsApp, di Facebook e di Twitter, vogliamo riflettere e discutere senza l'assillo dei 140 caratteri,
dei pasticci sui non-tasti del telefonino, del rumore
invasivo di parole in libertà che supera i segnali
dell'intelligenza.
Dunque chiamiamolo ancora "Forum". Come
vent'anni fa, chiunque può
intervenire con un articolo, o
anche un breve saggio, sui tanti temi della
cittadinanza digitale.
Dalla privacy alle fake news, dall'amministrazione
elettronica al diritto d'autore, dalla gestione dei
documenti ai problemi della sicurezza.
In settembre faremo il punto con un webinar dall'aula telematica di Unitelma Sapienza.
In dicembre sarà la volta
del convegno conclusivo a Roma. Che, naturalmente, sarà trasmesso in streaming..
Tutti gli aggiornamenti saranno pubblicati nella pagina del programma del Forum.
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