Elezioni: un ministero alla
Microsoft se vince il Polo?
04.04.01
Se fosse uscita solo due giorni
prima, tutti avrebbero pensato a un pesce d'aprile. Ma la notizia è di ieri, 3
aprile, ed è questa: in caso di vittoria elettorale del Polo, ministro
"per l'informatizzazione" sarebbe nominato il dottor Umberto Paolucci,
attualmente vice-president della Microsoft. L'uomo giusto al posto
giusto, visto che il maggior cliente italiano della casa di Redmond è la
pubblica amministrazione.
"Soggezione
informatica dello Stato italiano alla Microsoft" si intitolava la
lettera aperta pubblicata su queste pagine il 19 ottobre scorso.
Si è aperto un dibattito, sono giunte più di duemila
adesioni in poco più di un mese, in Parlamento è stato presentato un
emendamento alla legge finanziaria per favorire l'introduzione del
"software aperto" nella pubblica amministrazione . L'emendamento non
è passato, ma è stato trasformato in una "raccomandazione"
del Senato al Governo.
Il Governo ha accettato è si è impegnato ad emanare entro 180 giorni un
regolamento per l'esame di progetti e la progressiva adozione di sistemi
operativi e soluzioni applicative non proprietari, in funzione delle esigenze
informatiche delle singole amministrazioni, tenendo conto dei possibili risparmi
di spesa e delle opportunità di sviluppo della produzione di software nazionale
senza impegnare il bilancio dello Stato.
Pochi giorni fa la "lettera
aperta" ha avuto una risposta dall'Autorità per
l'informatica nella pubblica amministrazione, indirizzata ai Ministri della
funzione pubblica e del tesoro. Una risposta prudente, ma in linea con buona
parte delle indicazioni della lettera aperta e del dibattito che ha provocato.
Si legge infatti nel documento firmato dal presidente dell'AIPA, Guido Mario Rey:
...l'Autorità ha, anche, avuto
modo di affermare, con riferimento ai prodotti "Microsoft Office", che
"sono presenti sul mercato suite alternative di prodotti per l'automazione
d'ufficio che, in un meccanismo di approvvigionamento di beni e servizi a
carattere generale e ad adesione obbligatoria per le Amministrazioni centrali,
non possono essere esclusi". L'Autorità ha, pertanto, concluso
sostenendo che: "la salvaguardia della par condicio di tutti i fornitori
suggerisce che la CONSIP, considerato il grande impatto tecnico ed economico che
le convenzioni avranno sull'acquisizione di beni e servizi standard nelle
pubbliche amministrazioni, definisca convenzioni con tutti i maggiori produttori
di software di automazione d'ufficio. Un diverso approccio comporterebbe una
rischiosa forma di dipendenza da un unico fornitore.
E ancora:
...al di la del compiacimento per
questo lusinghiero risultato, resta il fatto che la diffusione, così rilevante,
dei prodotti Microsoft Office nell'ambito della Pubblica Amministrazione non
è che il riflesso, in un particolare settore, di ciò che avviene in tutto il
mercato dei prodotti d'ufficio, sia nazionale che internazionale. Questa
considerazione, però, non deve far dimenticare che il settore della Pubblica
Amministrazione, superando una logica di convenienza economica ed operativa, di
breve e medio periodo, deve ricercare altre soluzioni, per evitare i rischi dell'unicità
del fornitore. La dipendenza dalle sue politiche commerciali, infatti, può
determinare lievitazione dei costi, per una tipologia di sistemi che deve,
ormai, essere considerata mission critical, così come i più tradizionali
sistemi applicativi collegati al core business delle amministrazioni.
"Evitare l'unicità del
fornitore": ma qualcuno vuole anche farlo ministro! |