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InterLex - RIVISTA DI DIRITTO TECNOLOLOGIA INFORMAZIONE

 

Un regolamento non basta per difendere la persona

Privacy e sicurezza - Manlio Camarata - 25 maggio 2018


Da oggi "si applica" il Regolamento europeo sulla protezione dei dati (GDPR, per gli addetti ai lavori). Ma le regole sui trattamenti non bastano. Manca la conoscenza diffusa dei diritti che ciascuno di noi ha nei confronti di chi guadagna sui suoi dati, non solo per scopi commerciali, ma anche per influenzarlo e limitare la sua libertà di sapere e di scegliere. Allora si istituisca la "giornata della privacy", un "P-Day" che coinvolga le istituzioni, l'informazione e i cittadini digitali. Per sapere e per capire.

P-Day. Facciamo del 25 maggio la giornata della privacy

25 maggio 2018: oggi il Regolamento generale sulla protezione dei dati dell'Unione Europea esce dalla fase che si voleva preparatoria e diventa operativo a tutti gli effetti.

"Si voleva", perché i due anni trascorsi dalla sua entrata in vigore dovevano servire a preparare il passaggio tra due impostazioni profondamente diverse. Più burocratica e formale la prima, più sostanziale la seconda, con la responsabilizzazione (accountability) dei titolari dei trattamenti.
Ma nulla, o quasi è stato fatto.

Ci troviamo così in una situazione che ha qualcosa di surreale, con il Garante italiano che diceva, ieri, 24 maggio: “Il mio auspicio è che si definisca prestissimo, in realtà io confidavo che si potesse arrivare alla data del 25 maggio con il nuovo decreto legislativo approvato perché il tempo di lavorazione da parte dei vari ministeri è stato molto lungo, la commissione lo sta esaminando. Capisco le esigenze di approfondimenti, ma rivolgo un appello al Parlamento con molto rispetto e sommessamente: che si faccia presto” (da Il Sole 24 Ore).

Ieri, il giorno prima del termine assegnato dall'Europa. Avrebbe potuto dirlo due anni fa, avrebbe dovuto dirlo un anno fa, in modo che la delega al Governo per la "armonizzazione" fosse compresa nella legge di delegazione europea 2015-2016, invece che in quella emanata nell'ottobre scorso. Avrebbe dovuto impiegare i due anni di intervallo tra l'entrata in vigore e l'applicabilità per rivedere le disposizioni di sue competenza e rendere il nuovo quadro "applicabile" da oggi.
Invece, a tempo scaduto, "auspica" che si faccia presto!
(Vedi anche Regolamento UE 679/216. E' passato un anno, inutilmente, del 25 maggio 2017)

Non è difficile prevedere che ci vorrà un altro anno prima che il nuovo assetto vada a regime, anche considerando le perplessità sulla ipotizzata proroga della scadenza del termine per il decreto legislativo (vedi Armonizzazione: il fantasma della delega prorogata di Paolo Ricchiuto). Provvedimento che concederà al Garante ulteriori mesi per gli adempimenti di sua competenza

Ma, anche quando sarà tutto in ordine, resteranno i limiti di una normativa che, come tale, non può essere che astratta e generica. Quando si parla di diritti della persona occorre qualcosa di più. Occorre la consapevolezza, da parte di tutti e di ognuno, della titolarità dei propri diritti. Occorre un'azione comune per l'affermazione e la difesa di questi diritti. E' necessario parlarne, anzi gridare forte.

Big Data, Internet of Things, Social Network, raccolta indiscriminata e spesso subdola di dati personali, profilazioni occulte: sono altrettante minacce alla dignità e alla libertà delle persone. E' necessario che tutti capiscano i rischi determinati dalla raccolta e dalla elaborazione di dati personali, da parte di organizzazioni che perseguono di volta in volta obiettivi commerciali o politici.

Per questo può essere utile – o forse indispensabile – un'occasione di riflessione, di divulgazione e di discussione pubblica su questi temi, fondamentali per lo sviluppo della cittadinanza digitale. Che ormai è una faccia della cittadinanza tout court.
Dunque una "giornata della privacy", come molte altre che contribuiscono a creare o mantenere la conoscenza di temi di grande importanza. 

Il 25 maggio (data che, nonostante i problemi, segna una svolta sostanziale) potrebbe essere, dal prossimo anno, il P-Day, il giorno della privacy.

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