La puntata di Report del 2 aprile scorso ha suscitato scalpore più per le sgangherate
minacce rivolte a Sigfrido Ranucci che per il suo contenuto. Ma è su questo che
dobbiamo riflettere, perché le prospettive sono inquietanti. Dalle protesi bioniche che consentono di superare invalidità fisiche ai
circuiti impiantati nel cervello per superare problemi neurologici. E' una nuova
frontiera della tecnologia, che già oggi rende migliore la vita di molte
persone. Una mano perduta può essere sostituita da un oggetto tecnologico che
ne riproduce le funzioni, un "esoscheletro" può ridare la mobilità a
una persona con le gambe paralizzate. Di più: un "chip", un minuscolo
circuito digitale impiantato nel cervello, migliora in misura sostanziale le
condizioni di una persona colpita dal morbo di Parkinson. E' già la realtà, né futuribile né fantascienza.
La stessa tecnologia, in rapida evoluzione, può essere impiegata per estendere le facoltà
fisiche e mentali dell'uomo, fino alla prospettiva inquietante della costruzione
di un "superuomo". Il "trans-umano" potrebbe dividere
la società tra gli individui "bionici", i cyborg, e quelli
"normali", destinati a diventare una specie di razza inferiore. Una
prospettiva sinistra, che ci riporta a tempi bui non troppo lontani.
Vantaggi e rischi di queste tecnologie sono stati i temi dell'inchiesta di Report andata in onda lo scorso 2 aprile.
Salita agli onori delle cronache per le minacce lanciate contro il conduttore
Sigfrido Ranucci da un tale che si presentava come attivista del Movimento 5
Stelle. Ranucci, per il misterioso "Marcello", era reo di aver
intervistato il segretario di un'associazione transumanista: «...ti pentirai
amaramente di aver mandato in onda l’intervista a Stefano Vaj parlando di
transumanesimo nel modo in cui hai fatto».
I media hanno dato conto delle minacce e delle ovvie manifestazioni di
solidarietà espresse al conduttore, in un virale copia-e-incolla privo di qualsiasi analisi o tentativo di
approfondimento del tema della trasmissione.
Invece la questione è seria e deve essere affrontata, perché le stesse tecnologie
che possono giovare all'uomo, possono anche "disumanizzarlo",
trasformandolo un una macchina pronta ad obbedire agli ordini di qualcuno.
I primi segni di questa tendenza sono già visibili. Sono le tecnologie
che consentono ad alcuni soggetti di registrare informazioni personali di
miliardi di persone e di utilizzarle per influenzare le loro decisioni e i loro
comportamenti. In sostanza, di limitarne la libertà. Ma questa è solo la prima
parte del problema e la conosciamo già.
Dopo c'è l'intervento diretto sul corpo umano. Un piccolo chip dall'apparenza innocua, inserito sotto la pelle della mano,
può essere utile per eliminare le code alle biglietterie e ai tornelli della
metropolitana. Ma anche a registrare gli spostamenti di una persona, combinando
queste informazioni con quelle rivelate da altri dispositivi, come lo
smartphone. Questo fornisce ai "padroni dei dati" non solo i dettagli
degli spostamenti, ma anche le relazioni con gli altri, gli acquisti, le
opinioni politiche, le credenze religiose, le tendenze sessuali...
Ma c'è di più, molto di più. Se un chip impiantato nel cervello può correggere
un disturbo neurologico, se la captazione di un impulso nervoso del braccio può
muovere la mano bionica di una persona che ha perduto quella naturale, se uno
stimolatore cardiaco invia a un medico – a un robot-medico –
informazioni sullo stato di un cuore malato...
Se tutti questi dispositivi possono essere controllati dall'esterno (l'internet
di tutte le cose), a che distanza siamo dal controllo dei pensieri di
qualsiasi persona attraverso le onde cerebrali, già ampiamente
"leggibili" anche dal dottor Frankenstein del nostro tempo?
Leggiamo un passaggio dell'inchiesta di Report.
E' una parte dell'intervista del curatore Giorgio Mottola all'avvocato Stefano
Vaj:
GIORGIO MOTTOLA FUORI CAMPO
Partiti transumanisti sono spuntati in tutto il mondo e negli Stati Uniti
hanno espresso persino un candidato alla presidenza durante le ultime
elezioni. Ma in Italia alcune frange del transumanesimo sembrano ricollegarsi
a una traduzione culturale piuttosto lugubre del passato. Stefano Vaj ha
scritto un saggio dal titolo inequivocabile “Per la difesa etnica totale”,
in cui parla di omogeneità razziale e in altri testi ha sostenuto che una
società sana è una società totalitaria. L’avvocato transumanista è
spesso al centro di polemiche anche per via dello stemma del suo studio
legale.
GIORGIO MOTTOLA
Ho notato anche lo stemma, sembra quello delle SS.
STEFANO VAJ – SEGRETARIO ASSOCIAZIONE TRANSUMANISTI ITALIANI
C’è stato anche qualcuno che ha detto che è una svastica. Può essere
anche, che ne so, un’alabarda spaziale. Ognuno ci vede quello che vuole.
GIORGIO MOTTOLA
Nel vostro manifesto scrivete anche che siete pronti a prendere in mano il
destino della specie. Volete conquistare l’umanità?
STEFANO VAJ – SEGRETARIO ASSOCIAZIONE TRANSUMANISTI ITALIANI
Noi vogliamo assolutamente traghettare l’uomo verso il superuomo. L’etica
transumanista ci prescrive, ci ordina di arrivare all’oltreuomo.
Può bastare. Ma per allargare il quadro può essere utile un'informazione che si trova su
Wikipedia in un'ampia pagina dedicata al transumanesimo:
Il transumanesimo è dunque:
Supporto per il miglioramento della condizione umana attraverso tecnologie di
miglioramento della vita, come l'eliminazione dell'invecchiamento e il
potenziamento delle capacità intellettuali, fisiche o fisiologiche dell'uomo,
come affermano il ricercatore biochimico Aubrey de Grey e Larry Page,
cofondatore di Google. [...]
Google, come sappiamo, è la prima delle sette sorelle dei Big Data (o sei,
cinque, otto...), quella che forse più di tutte raccoglie e rivende dati
personali per i fini più diversi e non sempre trasparenti, come vediamo nel
caso Facebook-Cambridge Analytica.
C'è di che essere preoccupati. E occorre insistere sulla necessità di
fondare, al di là di poco efficaci speculazioni filosofiche o epistemologiche,
una "tecnoetica" che porti a regole comuni per l'impiego delle
tecnologie più invasive nella società dei Big Data, dell'intelligenza
artificiale (qualsiasi cosa sia), dell'internet delle cose (che ci spiano) e delle protesi bioniche.
(Vedi anche Nuovo
Datagate: è tempo di fondare l'etica delle tecnologie).
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