Pagina pubblicata tra il 1995 e il 2013
Le informazioni potrebbero non essere più valide
Documenti e testi normativi non sono aggiornati

Le regole dell'internet

"Filtraggio" dei siti: misure liberticide e inutili

di Manlio Cammarata - 03.03.06

 
Si scrive sempre "casino", ma si può pronunciare in due modi diversi, con differenti significati: casinò, alla francese, e si intende una casa da gioco. Oppure casìno, all'italiana, e si intendono diverse cose. Secondo il Devoto-Oli:  "1. arc. Piccola casa signorile di campagna che serviva part. durante le partite di caccia o di pesca. 2. Edificio destinato a sede di circolo e spec. di casa da gioco. 3. Casa di prostituzione. fig., volg., bega; confusione; frastuono.
Ecco, qui abbiamo insieme i significati n. 2 (casa da gioco) e figurato/volgare: da una parte i siti internet di giochi e scommesse e dall'altra la confusione creata dalle nostre autorità con la farsa del "filtraggio" degli operatori che non pagano le tasse in Italia.

I fatti sono noti: con i commi 535 e seguenti della legge finanziaria per il 2006 il Governo ha imposto una "schedatura" dei siti internet che offrono giochi e scommesse in difetto di concessione, autorizzazione, licenza od altro titolo autorizzatorio o abilitativo o, comunque, in violazione delle norme di legge o di regolamento o dei limiti o delle prescrizioni definiti dall'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato (AAMS). Alla schedatura segue l'obbligo imposto ai provider (a pena di sanzioni non indifferenti) di "dirottare" gli accessi compiuti dai propri utenti ai siti "schedati" verso un apposito server della stessa AAMS (vedi il decreto del 7 febbraio 2006).

L'effetto è questo: chi cerca di collegarsi a uno dei siti cosiddetti "illeciti" si trova di fronte a una pagina dell'AAMS che dice: "AVVERTENZA - SITO NON RAGGIUNGIBILE - In applicazione del decreto dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato (AAMS) del 7 febbraio 2006, con il quale è stata data attuazione all'art.1, commi da 535 a 538, della Legge 23 dicembre 2005, n°266, disciplinanti l'offerta di giochi per via telematica, il sito richiesto non è più raggiungibile poiché sprovvisto delle autorizzazioni necessarie per operare la raccolta di giochi in Italia".

In questo modo, tanto per incominciare, l'amministrazione dei monopoli acquisisce alcuni dati degli utenti, che in molti casi sono "dati personali" ai sensi dell'art. 4, c. 1 del "codice della privacy" (DLgv 196/03: 1. Ai fini del presente codice si intende per:.. b) "dato personale", qualunque informazione relativa a persona fisica, persona giuridica, ente od associazione, identificati o identificabili, anche indirettamente, mediante riferimento a qualsiasi altra informazione...).
Un trattamento quasi certamente illecito, perché compiuto in assenza della prescritta informativa all'interessato e forse anche perché estraneo ai compiti istituzionali dell'ente: che ne pensa il Garante per la protezione dei dati personali?

Ma la riservatezza è un aspetto collaterale della questione. Gli effetti diretti sono due: a) una sostanziale censura dell'informazione, perché l'accesso a quei siti non è necessariamente finalizzato al gioco o alla scommessa; b) una limitazione alla libera circolazione dei servizi all'interno dell'Unione europea, perché molti siti "censurati" hanno stabilimento in Paesi UE (sugli aspetti giuridici vedi Illegale l'operatore o illegittimo il decreto? di Andrea Pascerini).

Tanto dovrebbe bastare per bollare l'iniziativa come illegittima, ma il problema è più ampio. Infatti questo "filtraggio" è l'ennesimo attacco alla libertà della Rete, per di più con un pretesto veramente fragile: gli introiti che il fisco italiano perde non potendo tassare giochi e scommesse organizzati da "case da gioco" telematiche basate all'estero (vedi La riforma occulta della Costituzione di Paolo Nuti, L'Indice dei Siti Proibiti di Corrado Giustozzi e il comunicato di ALCEI). Insomma, sono "prove tecniche di censura".

Il bello è che tutto questo ambaradan non serve a nulla: basta collegarsi a un sito come quello della Lotteries and Gaming Authority di Malta (che è nell'Unione europea) per accedere a centinaia di siti di giochi e scommesse, (pochissimi dei quali presenti nell'elenco dell'AAMS). E se proprio ci si vuole collegare a uno di quelli messi all'indice in Italia, basta aprire una connessione al DNS di un provider non italiano: è questione di un minuto inserire il relativo IP nelle "proprietà" della connessione TCP/IP...
Dunque, con quali criteri sono stati "messi all'indice" solo certi siti, mentre molti altri sono esclusi dal "filtraggio" anche se non risultano autorizzati in Italia? Senza contare che, a mano a mano che "si mettono in regola" certi operatori vengono tolti dall'indice e altri potrebbero entrarci? Una confusione che si ripercuote pesantemente sull'attività dei provider, sempre più vicini al ruolo di censori della Rete.

Insomma, per bloccare on line i casino (con l'accento sulla "o") si è combinato un gran casino (con l'accento sulla "i"). Che si conclude - come al solito - in un aggravio di compiti per i provider, senza peraltro intaccare seriamente la sostanziale libertà che rimane nel codice genetico dell'internet.

 

Inizio pagina  Indice della sezione  Prima pagina © InterLex 2006 Informazioni sul copyright