Anno XIII - N. 386 - 25 maggio 2009

Se l'orrore del nuovo e la burocrazia frenano l'innovazione

Firma digitale, ancora resistenze

Presentato al Senato un disegno di legge che modifica il codice civile. Per evitare l'uso della firma digitale nei contratti a distanza.
Un altro espediente per rimandare all'infinito la diffusione di uno strumento essenziale per la dematerializzazione dei documenti.
Cambiare il codice civile per uccidere la firma digitale
   (M. Cammarata)
Disegno di legge S.1447 - Modifica dell’articolo 1341 del codice
    civile in materia di condizioni generali di contratto
Le certezze legate all'identificazione del titolare del dispositivo di firma sono sufficienti anche per l'applicazione della normativa antiriciclaggio. nei casi in cui il soggetto che compie una operazione considerata "a rischio" non sia fisicamente presente.
Firma digitale e antiriciclaggio: la chiusura del cerchio
   (P. Ricchiuto)
Attualità
Tecnologia e burocrazia spesso non vanno d'accordo. Come nel caso della telemedicina, un "luogo" della medicina che invece il Ministero e le Regioni considerano come una "tecnica". Con la conseguenza di discriminare i pazienti in situazioni difficili.
Telemedicina: se la burocrazia non capisce l'innovazione
    (S. Pillon)
Ancora in primo piano
Leggi che non tengono conto delle leggi precedenti, burocrazia che vanifica le innovazioni e le semplificazioni. Il quadro dell'innovazione diventa sempre più incoerente e contraddittorio. Vediamo alcuni esempi significativi.
Innovazione, la rivincita della burocrazia (M. Cammarata)
Legge 28 gennaio 2009, n. 2  (Estratto)
Un nuovo tentativo, in odore di illegittimità, per snaturare definitivamente il CNIPA, erede dell'AIPA: digitapà...
Schema di DPR per il "riordino" del CNIPA
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Modifiche peggiorative per un ente che si dovrebbe abolire

Ordine dei giornalisti: inutile proposta di legge

Presentato alla Camera un progetto per la modifica della legge del 1963 sulla professione giornalistica. Un testo che chiude sempre più le porte e conferma la natura corporativa dell'Ordine dei giornalisti inventato dal fascismo. 
14 maggio 2009. Cambiare le regole per l'accesso alla professione di giornalista. Renderle simili a quelle in vigore nella maggior parte dei paesi democratici e riconoscere le novità imposte dallo sviluppo della società dell'informazione. E' un'esigenza sentita da molti. La prima cosa da fare sarebbe abolire l'Ordine dei giornalisti e sostituirlo con un organismo associativo-sindacale indipendente.
Ma alla Camera dei deputati è stato presentato un progetto di legge che non cambia l'assetto generale, disegnato nel lontano 1948, con un carrozzone pubblico che sempre più si rivela incapace di una reale tutela della professione. Si limita a filtrare l'accesso e solo in qualche caso fa la voce grossa contro un iscritto che violi clamorosamente la deontologia. Il progetto depositato alla Camera il 22 aprile scorso dai deputati Pisicchio, Zampa, Mazzuca, Pionati, Erlo, Giulietti, Rao, Salvini e Lehner porta il numero C.2393 e si intitola "Modifiche alla legge 3 febbraio 1963, n. 69, in materia di ordinamento della professione di giornalista".(continua)
Progetto di legge C.2393 - Modifiche alla legge 3 febbraio 1963, n. 69, in
  materia di ordinamento della professione di giornalista
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Progetto di legge C.1921 "Modifiche all’articolo 1 della legge 7 marzo 2001, n. 62, in materia di definizioni e disciplina del prodotto editoriale, e all’articolo 16 della legge 8 febbraio 1948, n. 47, per l’abrogazione del reato di stampa clandestina"
Pubblicazione iscritta nel registro della stampa del Tribunale di Roma con il n. 585/97 Direttore responsabile Manlio Cammarata
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