10. Pedofilia, "precise responsabilità criminali"
(19.10.2000)
Gentile redazione di Interlex,
ho letto -e ovviamente condiviso- le opinioni espresse da Monti e Gandolfi su
Internet e pedofilia. Scambiare il mezzo per la causa e' piu' che banale, e'
criminale, dato che distoglie dal ricercare le vere cause.
Caso ha voluto che leggessi oggi (5 ottobre) sul sito della CNN che il National
Research Council della National Academy of Science (la versione americana del
nostro CNR) nel presentare la sua ultima ricerca su "Internet diventa
Adulta" (libera traduzione di The Internet's Coming of Age) ha dichiarato
che la prevenzione da parte delle forze dell'ordine dovrebbe mirare ad
identificare precise responsabilita' criminali dei singoli piu' che cambiare il
modo in cui Internet opera. In particolare uno degli autori del rapporto ha
affermato "se il gioco d'azzardo e' illegale in uno stato e la gente in
quello stato decide di giocare d'azzardo, noi non dobbiamo ritenere Internet
responsabile per le attivita' svolte dai suoi utilizzatori" (libera
traduzione).
Lo stesso ragionamento si applica per qualsiasi attivita' criminale, inclusa la
piu' rivoltante tra queste, ovvero la pornografia infantile. Credo non serva
aggiungere altro.
Il testo originale e' disponibile a:
http://europe.cnn.com/2000/TECH/computing/10/04/internet.vouchers.ap
Grazie e buon lavoro
Giampiero Giacomello
Department of Social and Political Science
European University Institute
S. Domenico di Fiesole, Italy
9. Aiuto, mi hanno rubato il dominio!
(21.09.2000)
I brani che seguono sono tratti da alcune
delle molte e-mail che prospettano problemi sui nomi a dominio, giunte a
InterLex nelle ultime settimane: Naturalmente sono stati mascherati sia i nomi
dei mittenti, sia quelli dei domini in contestazione.
Il mese scorso, mosso dal desiderio di
entrare a far parte del world wide web decisi di registrare un nome dominio
capace di descrivere in maniera chiara ed immediata ai potenziali utenti di
internet il servizio che vorrei realizzare: un portale che offra beni e servizi
on line ai consumatori. I nomi da me scelti, illudendomi che fossero esclusivi
ed originali, sono: www.abcdef.it, www.abcdef.com i quali risultavano liberi e
che ho regolarmente registrato. Qualche giorno fa, in una delle mie
lunghe navigate in rete ho scoperto con mio grande stupore l'esistenza di un
sito, ancora in costruzione, dal nome www.abcdef.org appartenente ad una
società di nome abcdef s.r.l. con sede in Roma.
Mi chiedo quali problemi può generare l'identità dei nomi dominio in
questione...
Salve, sono il proprietario di un sito
internet www.aaabbbccc.com un sito che vorrebbe diventare il portale della
città di aaabbb e pagarsi le spese con la pubblicità delle imprese e dei
negozi. Tuttavia mi sono visto convocare da una coop sociale di Imola (no profit)
poichè detentori del dominio www.aaabbbccc.it e detentori del marchio "aaabbbccc";
chiedendomi di cambiare nome poichè il
cittadino potrebbe fare confusione fra i due siti...
Buongiorno,
Sono xxxyyy della yyy S.R.L. di...
Vorrei porre una Domanda:
Circa un anno fa ho registrato un dominio .IT che porta il nome di un'Azienda
che opera a livello nazionale.
Oggi però, mi chiamano da questa azienda chiedendomi di cedergli il Dominio che
spetta a loro (visto il nome). Dicono che se non restituiremo loro il dominio
procederanno per vie legali.
COME MI DEVO COMPORTARE?
Lo abbiamo scritto a chiare lettere nella pagina che si apre ogni volta che
si fa clic sulla busta: non possiamo rispondere a quesiti che riguardano singoli
casi, non possiamo dare consulenze via e-mail o dalle pagine della rivista.
La ragione è semplice. Problemi come quelli sollevati nei tre messaggi presi
come esempio richiedono un'analisi molto accurata e la considerazione di
elementi che, in molti casi, non sono indicati nella richiesta.
Non sarebbe seria, e potrebbe al limite rivelarsi sbagliata, una risposta
frettolosa e superficiale, formulata sulla base dei pochi dati forniti in una
e-mail.
In casi di questo genere è indispensabile rivolgersi a un legale esperto della
materia.
Un discorso simile va fatto per un'altra categoria di messaggi che giungono
molto spesso, che contengono domande del tipo "come si fa a diventare
internet provider?" o "quali formalità si devono seguire per aprire
un negozio on line?".
Non prendetevela se non ricevete una risposta diretta: come dimostrano i tre
messaggi riprodotti qui sopra, tutto viene letto e tenuto in evidenza, per
programmare i contenuti della rivista in funzione delle esigenze della
generalità dei lettori.
8. Comunicare le password al soggetto preposto...
31.05.2000
Gentili signori,
sono amministratore di un dominio all'interno di una rete aziendale (aperta su
Internet mediante un proxy/firewall).
La rete è organizzata mediante vari controllori di dominio Windows NT e gli
utenti hanno accesso alle risorse di rete mediante una autenticazione User/Password.
In parallelo, continua ad esistere una rete di terminali connessi ad un IBM AS/400,
i cui programmi sono accessibili mediante una ulteriore autenticazione User/Password,
del tutto diversa ed indipendente. Su quest'ultima non ho alcun diritto
amministrativo.
La direzione aziendale sta attuando la politica tecnica così come suggerito dal
DPR 318, e l'aspetto di gestione della "parola chiave" mi lascia assai
perplesso:
tutti i dipendenti hanno ricevuto una disposizione nella quale si chiede di
comunicare al soggetto preposto alla custodia (chiaramente indicato) la password
di accesso al dominio, così come richiesto al punto a) dell'art. 2 del DPR in
oggetto.
Di conseguenza, vi sarà un fiorire di foglietti di carta o di e-mail contenenti
password che circoleranno per l'azienda e, anche se il soggetto preposto alla
custodia ha garantito che li conserverà in cassaforte, la loro circolazione mi
pare una evidente perdita di sicurezza. Tra l'altro, un Amministratore di rete
ha per default diritti superiori a quelli di un User,
Io ad esempio ho visibilità totale sulle risorse di rete eppure non ho alcuna
necessità di conoscere le password dei miei utenti, che anzi incoraggio a
modificare frequentemente ponendo limiti temporali di validità.
A vostro giudizio, la "...comunicazione ai soggetti preposti..."
riguarda la password o il fatto di averla modificata? Dove posso eventualmente
reperire interpretazioni consistenti, tali da poter modificare l'approccio
varato?
(Lettera firmata - 22.05.2000)
"Fiorire di foglietti di carta o di e-mail contenenti
password": questa è la conseguenza delle "misure minime di
sicurezza" imposte dal Governo per "proteggere" i dati personali.
Vengono i brividi a pensare che la norma deve ragionevolmente essere
interpretata nel senso che è necessario comunicare al "soggetto
preposto" le password, a ogni cambiamento... (M.C.)
7. Violato il server di InterLex?
(A proposito degli "agenti" del Web)
24.05.2000
Chiedo scusa, ma stamattina
non sto credendo a quello che leggo: non è il primo aprile, ma il Vs articolo
riportato nel subject sembra essere stato scritto in tale data. Se a Voi sembra
totalmente normale, mi viene il dubbio che il Vs server sia stato violato.
Riporto il 'passo' più eclatante, ma non è che il resto dell'articolo sia
tanto migliore:
Come funzionerà, in pratica, il sistema? Le simulazioni condotte dall'AIPA
prevedono che quando un agente scopre, attraverso un algoritmo di tipo
euristico, una qualsiasi condotta illegale da parte di un utente del Web,
invia il file sospetto al server operativo unificato, che analizza il codice. Se
il sospetto è confermato, fa partire un applet che si palesa sul browser o che
arriva come messaggio di posta elettronica [...].
Ripeto, non essendo il primo aprile, il tutto mi sembra uno scherzo di dubbio
gusto.
Desidererei, se possibile, ricevere spiegazioni.
Saluti
Guido Zualdi (18.05.2000)
-------------------
Ok, avete scherzato, ma la
questione non mi pare poi troppo buffa, se non erro negli Stati Uniti, in
Russia, e probabilmente da qualche altra parte c'è stata una bella
polemica in quanto il governo pretendeva l'installazione di non so quale
diavoleria presso ogni provider per poter monitorare tutto il traffico email
(non conosco gli esiti della vicenda, i media, almeno quelli che leggo io,
non ne hanno più parlato). Non mettete nella testa dei
"tecnici" idee del genere, che poi, alla fine, nel tempo
libero che gli rimane fra la costituzione di un'autority e l'altra, fanno anche
il megaserver.........
Cari saluti, Cristiano Volpi (18.05.2000).
Non sono idee che noi possiamo
mettere nella mente dei tecnici, ma che nascono nella mente dei politici. Vedi,
appunto, le proposte americane. E scherzando scherzando... (M. C.)
6. Esaltazione banalizzante dell'internet
(A proposito del programma del Governo - 2)
18.05.2000
Salve, mi fa sorridere per
l'ingenuità (finta?) e m'infastidisce il commento espresso dal
sig. Giacomello. Davvero pensa che siano sufficienti l'internet ed un
indirizzo e-mail per superare lo "scollamento" cronico esistente tra
politica e cittadino? Prima della "rivoluzione Internet" nei secoli ce
ne sono state ben altre, mi pare: politiche, economiche, culturali, ma certi
meccanismi restano sempre uguali.
Ciò che mi infastidisce è questa esaltazione banalizzante dell'internet: pare
che il mondo sia nato solo adesso e che tutto si debba ancora fare. E' vero il
contrario, e l'internet non si differenzia da tante altre innovazioni che sono
assorbite,strumentalizzate, riconvertite ad uso e consumo dai e dei poteri
forti.L'economia è arrivata prima della politica. Infatti da mezzo di
comunicazione capace di produrre spinte dal basso (e non le solite imposizioni
dall'alto degli altri media) che era, Internet sta diventando,grazie ai soliti
collaudati meccanismi, un banalissimo contenitore di merci e pubblicità, un
mezzo per speculare in borsa, per riempirsi la bocca nei salotti e nei convegni
facendo gli "esperti", e (orrore) un mezzo di discriminazione tra chi
"è internet" e chi non lo è. Bella evoluzione!
Tutto questo mentre gli estimatori e profondi conoscitori dello strumento, come
il sig. Giacomello, ridacchiano ironici e si danno di gomito di fronte
all'ignoranza di qualcuno.
Laura Recchia - Pianella (PE)
5. A proposito del programma del Governo
Cara Redazione di InterLex,
anzitutto complimenti per il lavoro in generale. Poi volevo fare un paio di
commenti al pezzo di Manlio Cammarata "Presidente, e la societa'
dell'informazione?"
Il pezzo mi e' piaciuto proprio. Si, sarebbe stato bello che il prof. Amato
avesse detto '...e chi non sa usare l'email NON entra!" E si, ma qui siamo
in Italia. Quando Massimo D'Alema e' diventato presidente del Consiglio, mandai
una mail per sapere se avesse un email, tipo president@withehouse.gov.
Nessuna risposta. Mai. Nemmeno "chi crede di essere lei per fare domande
cosi indiscrete". Almeno il prof. Amato sa usare l'email. Lo so perche'
quando era professore qui gli scrissi un paio di volte e mi rispose lui!
Incredibile. Spero proprio che mantenga (nei limiti) questa lodevole abitudine.
L'altro mio commento riguarda i ministri competenti per Internet. E si ci
mancava anche che ci fosse "il" ministro per Internet e poi, dopo
"il" portale e "la new economy ci portera' a tassi di sviluppo
stile anni 50 (governatore Fazio al CdS)," ci mancava proprio solo
quello. Cosi, Internet Society ci prendeva come esempio! Di come alcuni
governi NON capiscono Internet.
Grazie per la cortese attenzione e buon lavoro a tutti.
Giampiero Giacomello
Department of Social and Political Science
European University Institute
S. Domenico di Fiesole, Italy
4. Assurdo: il tribunale richiede per l'hosting
l'autorizzazione ex DLgs 103/95
Salve,
siamo un provider internet per il quale non e' previsto l'obbligo
dell'autorizzazione ma della sola dichiarazione (in verita' svolgiamo solo
servizi di web hosting).
Un nostro cliente ha avuto la necessita' di effettuare la registrazione presso
il tribunale di Roma di una pubblicazione da diffondersi via Internet (tipo
Interlex per intenderci).
Abbiamo consegnato al nostro cliente copia della nostra dichiarazione inviata al
Ministero con tanto di ricevuta della raccomandata AR. Tale documentazione va
allegata alla richiesta di registrazione visto che e' una rivista online.
La richiesta e' stata rigettata in quanto "non e' sufficiente la
dichiarazione ma e' indispensabile l'autorizzazione Ministeriale", secondo
i responsabili del Tribunale.
Le cose stanno proprio cosi'? Se no, ci sono precedenti o della documentazione
che possano fare in modo che il Tribunale di Roma accetti la richiesta del
nostro cliente sulla base della nostra dichiarazione?
(Lettera firmata - 19.04.2000)
Le dichiarazioni/autorizzazioni prescritte dal decaduto DLgs 103/95 erano dovute
per l'offerta di servizi di telecomunicazioni. Il servizio di hosting, per le
definizioni dell'articolo 1 dello stesso decreto legislativo, non è un servizio
di telecomunicazioni, quindi non è soggetto nemmeno all'autorizzazione. La
richiesta del Tribunale di Roma è quindi assolutamente illegittima, anche
perché l'articolo 21 della Costituzione sancisce che "La stampa non può
essere soggetta ad autorizzazioni".
Si aggiunga che sui limiti di applicabilità del regime di autorizzazione ora
c'è anche la sentenza del Tribunale di Udine
del 25 febbraio 2000. (M. C.)
3. Sanità solo sotto Windows?
Date: Thu, 23 Mar 2000
11.34.07
From: "Vincenzo Rotondi" v_rotondi@hotmail.com
To: g.guglielmi@sanita.it, dlwebmast@camera.it, antitrust@agcm.it,
relazioni.esterne@aipa.it, webmaster@aipa.it, uip1@senato.it, lettere@forza-italia.it,
web.clubp@agora.it, e.fini@democraticidisinistra.it, sanita@democraticidisinistra.it,
uffintan@tin.it, manassero@farmindustria.it, info@ilsole24ore.it, info@aiip.it,
redazione interlex.it
Subject: Lettera aperta
Gentili signori,
chi vi scrive è un semplice
cittadino curioso. Svolgo attività di consulenza ormai da diversi anni mettendo
in contatto aziende farmaceutiche straniere con consulenti e procuratori
italiani presso il Ministero della Sanità.
Il presente Ministero con
Circolare Ministeriale n. 9 del 18 luglio 1997 ha illustrato le modalità di
presentazione delle domande di autorizzazione all'immissione in commercio dei
medicinali. In particolare nel punto 6 di questo documento viene specificato che
le domande devono anche essere presentate su supporto informatico.
Le lamentele che ho ricevuto
riguardano proprio questo punto: il software che prepara automaticamente sia i
moduli della domanda che il dischetto con i dati funziona esclusivamente su
sistemi con Microsoft Windows e genera un dischetto che contiene un file di
Microsoft Access. Questo taglia fuori diverse aziende che, contrariamente a
quanto crediamo, usano anche altri sistemi operativi come Unix o Macintosh.
Non discuto la scelta del
Ministero di utilizzare il sistema forse più utilizzato ma credo sia doveroso
che almeno fornisca modalità alternative per la consegna dei dati informatici
come ad esempio la possibilità di utilizzare formati di interscambio per
database come il CSV (che è un file di testo leggibile da tutti i sistemi e
generabile da qualsiasi tipo di applicazione).
La cosa che trovo preoccupante
è che se avessi denunciato un qualsiasi ufficio pubblico per aver obbligato
degli utenti a compilare delle domande solo con penne di una certa marca (quindi
reperibili solo a pagamento) credo che si sarebbe sollevato un polverone; qui
nella totale leggerezza e inconsapevolezza di tutti sta succedendo la stessa
cosa, l'unica differenza è che le persone che nei vari uffici pubblici locali
hanno la responsabilità di gestire le nuove procedure informatiche non hanno la
minima conoscenza di informatica ma hanno il potere di emettere circolari e
decreti che a mio avviso stanno largamente favorendo aziende private come la
Microsoft.
Gli enti pubblici non possono
obbligare gli utenti ad utilizzare formati informatici proprietari dal momento
che esistono formati di interscambio pubblici come il PDF per i documenti
formattati, l'RTF e il TXT oppure il nuovo XML per i documenti di testo il CSV
per i database e i fogli elettronici.
Quello che chiedo a tutti voi
è di attivarvi affinché non si cada nella grave situazione in cui un bene di
dominio pubblico divenga fruibile solo per mezzo di strumenti di interesse
privato a causa di banale ignoranza.
Cordiali Saluti
Prof. Vincenzo Rotondi
2. Alcune riflessioni sui portali di Stato
Date:Thu, 23 Mar 2000
18.30.17
From: "campus elisabetta" <elisabetta.campus@tesoro.it>
To: <redazione interlex.it>
Subject: portali di stato
Mi inserisco con alcune
riflessioni sulla querelle dei portali di stato e della legge di riforma
dell'editoria. Le opinioni che esprimo sono unicamente personali.
Così come è stata posta, la questione dei portali di Stato quali supporto al
Sistema Azienda Italia - Sistema Paese - altro non è che una differente
modalità di promozione all'estero del made in Italy. L'attività non ha bisogno
dell'intervento statale, basta alla bisogna potenziare il sito dell'istituto del
commercio estero e delle varie associazioni di categoria degli operatori
all'estero. Se l'intento è quello di veicolare l'insieme delle informazioni, le
più svariate, presenti nei siti web delle aziende, per dare loro una
sistematicità che sia utile al Paese, non vedo perché di questa attività
debba farsi carico lo Stato.
Si tratta di un servizio
reso in termini generali alla collettività, in termini più specifici a
determinate categorie economiche-produttive. Dunque esula dai compiti statuali
così come gli andiamo definendo in termini di "sussidiarietà" e
"delegificazione".
Perché dunque assumere nuovi compiti dirigisti di coordinamento e "sovraordinamento",
seppure nel settore web, che per sua caratteristica è il meno sovraordinato e
coordinato sistema di comunicazione? Se le regole di decentramento delle
funzioni e delle competenze valgono nell'economia globale, non rilevo ragioni -
se non politiche - di un agire interventista.
Se, al contrario, si vogliono fornire strumenti, regole, condizioni ed
opportunità per sviluppare il settore dell'informazione digitale e di quello
che viaggia sul web, allora un intervento può essere auspicato, purché si
limiti a funzioni di indirizzo.
Allora la querelle si apre
sul medio periodo, con una programmazione degli interventi e la definizione
delle misure che si vogliono adottare: Buona norma democratica, in una
democrazia compiuta come la nostra, è quella di ascoltare le ragioni della
controparte, aprendo un forum con il mondo web, per capire se e come modificare
le regole di una società che di suo non se le è date né mostra l'intenzione
di darsele.
Un saluto
dott. elisabetta campus
1. In Germania Internet a tariffa
"piatta"
12.02.2000
Date: sab, 12 feb 2000
14.28.52
From: Emanuele Mancuso <emancuso@abolizione.org>
To: isoc_forum@listserver.isoc.it
Subject: Deutsche Telekom annuncia abolizione della Tariffa Urbana!
Dopo British Telecom, anche Deutsche Telecom offre accesso ad Internet alla
tariffa fissa di meno di 100 mila lire al mese.
La Telecom tedesca ed il governo Schröder lanciano l'ingresso in Internet del
paese.
Italia sempre ultima?
Tratto da:
Deutsche Telekom:
http://www.dtag.de/dtag/presse/artikel/0,1018,x528,00.html
Articoli:
http://www.techserver.com/noframes/story/0,2294,500166652-500212178-
500989201-0,00.html
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