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Buste paga via posta elettronica: sì, ma come?
di Paolo Ricchiuto
Buste paga via posta elettronica? C'è la PEC...
di Manlio Cammarata
Cedolini, il vero
problema è la privacy di Fabio Annovazzi Ha suscitato qualche interesse
la questione dei cedolini degli stipendi da inviare via PEC, con le diverse
interpretazioni della posizione del
Ministero del lavoro.
Tra le e-mail arrivate in questi giorni ce n'è una che indica una soluzione
diversa. "Nell'azienda dove lavoro - scrive un letttore - il cedolino stipendio viene reso disponibile in formato pdf su una
apposita sezione del sito intranet aziendale il giorno stesso in cui lo stipendio viene accreditato.
L'accesso al sito intranet avviene nel rispetto delle norme (login e password) previste dalle famose
regole tecniche emanate in seguito al DLgs 196/03 e ciascun dipendente ha la visibilità dei propri
cedolini". Il lettore chiede se questa soluzione rispetta la normativa
vigente. Ma si deve fare una domanda "a monte": qual è la normativa
vigente?
Formalmente, è la legge n. 4 del 1953, richiamata appunto dal Ministero del
lavoro. Per il pubblico impiego c'è la norma della legge finanziaria 2005 (art.
1, c. 197), con il decreto del Ministero dell’economia del 12 gennaio 2006.
Queste regole possono valere anche per il settore privato?
Considerando che, a partire dalla firma digitale, molte norme sulla
dematerializzazione si applicano sia alla pubblica amministrazione sia ai
privati, la risposta potrebbe essere affermativa. In effetti, il comma 197
rappresenta il superamento, a livello legislativo, delle disposizioni del 1953,
che per il settore pubblico possono considerarsi implicitamente abrogate. Questo
è logico, è normale conseguenza della diffusione delle nuove tecnologie. Ma
allora, perché non farne una regola? Perché non studiare qualche norma di
carattere generale che metta in soffitta le vecchie leggi, quando la tecnologia
impone (o semplicemente consiglia) soluzioni che prima non potevano neanche
essere immaginate? Dal documento del Ministero del lavoro emerge la
difficoltà di fondo: sfruttare l'innovazione conciliandola con le vecchie
leggi. Le soluzioni non possono essere che complicate, fino all'inapplicabilità
pratica.
Allora le risposte devono essere trovate in altro modo. Si devono "reingegnerizzare
i processi" avendo come riferimento non il rispetto formale delle vecchie
regole, ma l'uso dei nuovi strumenti in funzione del risultato che si vuole
ottenere. Però, sembra che ogni soluzione generi un nuovo problema: nell'uso
della posta elettronica, ci ricorda l'intervento di
Fabio Annovazzi, c'è un grave problema di riservatezza delle informazioni.
E la crittografia comporterebbe altre complicazioni... (M.
C.) P.S. Paolo Ricchiuto chiede di precisare che l'espressione
"Ricchiuto sostiene..." contenuta nel mio pezzo Buste paga via posta elettronica? C'è la PEC...
non significa che è lui che sostiene, ma che, secondo la sua interpretazione,
"il Ministero sostiene". Ecco fatto.
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