La notizia: Google e Apple collaborano per creare una soluzione di
"tracciamento dei contatti", strumento indispensabile per contenere la
pandemia del Coronavirus. Il sistema sarà pronto in un paio di settimane e
potrà essere installato, identico, nei cellulari delle due società che
controllano tutto il mercato.
Vengono i brividi al pensiero di una specie di "arma definitiva" per
la sorveglianza di massa, a disposizione degli Stati e dei signori dei Big Data.
Ma le due aziende assicurano che garantirà l'anonimato, con procedure
verificabili.
Per capire la portata del progetto, è necessario ricordare lo scenario
generale, che si può riassumere con qualche numero: fino a oggi, le vittime del
Covid-19 sono più di 20.000, solo in Italia (e solo quelle censite). Ventimila
morti e non è finita. Nel mondo sono già quasi due milioni di casi e in molte aree la
diffusione del virus è appena all'inizio.
Solo per fare un confronto: l'11 settembre 2001 a New York ci furono circa 3.000
vittime; oggi la città ne conta già 10.000.
Se la fredda neutralità dei numeri non basta, soccorrono le immagini. Quelle
della Lombardia, con le colonne di camion militari che trasportano le salme ai
forni crematori; quelle delle fosse comuni a New York; quelle delle strade
vuote, con le pattuglie che controllano le poche macchine che passano. O,
ancora, un Papa triste che celebra i riti pasquali in un'immensa piazza deserta,
metafisica, con sullo sfondo i lampeggianti blu a ricordare un'emergenza che,
solo poche settimane prima, nessuno poteva immaginare.
In tutto questo gli scienziati avvertono che il contagio può essere
contenuto se si limitano gli spostamenti delle persone e se si può ricostruire
con chi un soggetto contaminato ha avuto contatti ravvicinati nei giorni
precedenti.
Ecco il lockdown che ci costringe tutti a casa, mentre elicotteri e droni
volteggiano sulle nostre teste appena mettiamo il naso fuori. Ed ecco le app che
controllano i nostri movimenti e ricostruiscono i nostri contatti, perché tutti
abbiamo almeno un telefono cellulare.
Questa situazione di emergenza può avere sviluppi terribili, come scrive il
filosofo sudcoreano Byung–Chul Han in un lungo articolo pubblicato in Italia su Avvenire "La
società del virus tra Stato di polizia e isteria della sopravvivenza". Da
leggere assolutamente, insieme a "Il mondo dopo il virus" del filosofo
e storico israeliano Yuval Noah Harari, sul Financial Times il 20 marzo scorso (tradotto in
italiano su Internazionale).
Per completare il quadro si deve aggiungere la coscienza ormai diffusa della
violazione sistematica, di massa, della nostra vita privata da parte dei
signori dei Big Data, attraverso i furbofoni e gli altri dispositivi tecnologici
di cui non possiamo più fare a meno (e in barba all'inutile baraccone di norme
e autorità varie che dovrebbero difendere la cosiddetta privacy).
Finalmente se ne accorge un numero crescente di persone.
In questo scenario arriva Google, senza dubbio il soggetto che più di ogni
altro controlla le nostre vite, con Apple, l'unico suo concorrente nel campo dei
furbofoni. Insieme annunciano – e descrivono
con molti dettagli – la soluzione "definitiva" per il contact
tracing, soluzione che deve assicurare anche la riservatezza dei dati.
Il meccanismo sembra chiaro e affidabile, come spiega Andrea Gelpi (vedi Android e iOS, quali garanzie per l'anti-Covid-19?). Ma
diverse persone con le quali ho parlato in questi giorni non vogliono sentire
ragioni. «Io non lo accetterò mai», dice qualcuno. «Se sarà obbligatorio,
lascerò a casa il telefonino», aggiunge qualcun altro.
E' l'effetto perverso, ma comprensibile, su chi non ne può più di essere
spiato e tracciato in ogni istante, a casa e fuori, da migliaia di dispositivi
"intelligenti" che limitano la sua libertà.
Però qui il punto fondamentale è un altro. È, letteralmente, una
questione di vita o di morte. Perché essere avvertito tempestivamente di
avere avuto un contatto a rischio, e quindi sottoporsi per tempo al
"tampone", significa poter essere curato prima che l'infezione produca
effetti letali, oltre che evitare di contagiare altre persone.
Sembra chiaro, comunque, che l'attivazione del sistema non sarà obbligatoria
(e questo ne diminuirà l'efficacia), Ma il vero problema è che l'arma di
sorveglianza di massa "definitiva" potrebbe restare sui nostri
apparecchi ed essere usata anche per altre, meno nobili funzioni.
E allora? Allora è necessario ripensare e riscrivere le norme (leggi: GDPR e
collegati) che stanno dimostrando di essere del tutto inefficaci. E' necessario
passare dalla visione formalistica e burocratica a suon di "base
giuridica", "valutazioni di impatto", "informativa
breve" e via elencando, a un sistema di controlli sostanziali. Non è
facile, ma è l'unica strada da percorrere affinché gli Stati e i big delle
tecnologie non si impadroniscano definitivamente delle nostre vite.
Vedi anche COVID-19, il
furbofono può aiutare ad arginare il virus e Covid-19, salute pubblica, contact tracing e GDPR
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