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"Manine" legislative e trasparenza dell'attività politica

Varie ed eventuali - Manlio Cammarata - 24 ottobre 2018

Manine e manone che modificano in silenzio i testi legislativi in itinere. Colpi di mano che aggiungono norme alle norme: un vecchio problema, che rimanda all'altrettanto vecchia questione della "trasparenza" delle istituzioni. 

Un Ministro della Repubblica, anzi, un vicepresidente del Consiglio, denuncia dagli schermi televisivi che una "manina" avrebbe modificato un testo legislativo approvato ufficialmente dal Governo. Aggiunge che "presenterà" una denuncia alla Procura della Repubblica (avrebbe dovuto farlo prima di parlarne alla TV,e non si sa ancora se l'abbia fatto).

La notizia va subito in "caciara" politica, secondo la prassi nell'era di Facebook e di Twitter E nessuno affronta con serietà un problema gravissimo, con riflessi costituzionali non di poco conto. Nei fatti, arriva alle Camere, o al Presidente della Repubblica, un testo diverso da quello deliberato dal Governo.

Quella delle "manine" non è una novità. Su questa rivista compare in un articolo del 2001, "Tutti gli atti e i provvedimenti del processo..." e ritorna nel 2009 in Telemarketing: il governo allarga il buco di Paolo Ricchiuto.

Il problema delle "manine" ne richiama un altro, quello dei provvedimenti approvati "al buio": è accaduto più volte che un comunicato stampa ufficiale del Governo annunciasse l'approvazione di un provvedimento, ma che nessun testo comparisse sul sito di Palazzo Chigi. In questi casi, fonti "non ufficiali" confidano sottovoce che è stata approvata la copertina di un fascicolo vuoto, per rispettare una scadenza tassativa, ma che il testo deve ancora essere scritto.

E' un problema di "trasparenza", quella "trasparenza" sancita da diverse leggi e proclamata a ogni pie' sospinto da politici in campagna elettorale (a proposito: perché non si trasmettono in streaming le sedute del Consiglio dei ministri?).
Per fermare le manine basterebbe un piccola norma che prescrivesse l'obbligo di pubblicare subito i provvedimenti varati dal Governo, muniti di firma digitale del Presidente del consiglio e marca temporale. Eventualmente con la riserva di aggiornamenti formali.

Ma c'è una strada più breve, anche se informale: pubblicare il testo su Facebook, magari nella pagina di qualche componente del Governo che ha fatto della "trasparenza online" un suo cavallo di battaglia in campagna elettorale. E anche prima della campagna elettorale.
Nessuno potrebbe parlare più di manine misteriose.

Certo, la conoscenza dei provvedimenti in discussione avrebbe effetti collaterali da valutare. Per esempio, renderebbe impossibili non solo le incursioni delle "manine" e delle "manone" (vedi l'articolo di Paolo Ricchiuto), ma anche qualche "colpo di mano" legislativo, magari in pieno Ferragosto. E anche errori e sviste, come l'abrogazione di una legge operata con un decreto legislativo, in violazione della legge-delega (vedi Lo schema del "decreto privacy": non solo incostituzionale).

Non finisce qui, perché l'impossibilità di accedere ai testi normativi non riguarda solo la pubblicazione degli atti del Governo. E' l'intero, mastodontico e caotico sistema normativo del nostro Paese che non è disponibile ai cittadini e che impone agli operatori del diritto di comperare la legge da editori privati.

In Italia se ne parla dal 1993 (vedi Il Palazzo non è di vetro e Thomas non abita qui (e non trova casa) e tanti altri articoli nella vecchia sezione di InterLex Diritto di accesso). In Francia le leggi online sono accessibili a tutti dal 1998 (Légifrance: Le service public de la diffusion de droit). Negli Stati Uniti la Library of the Congress era accessibile via internet ancora prima dell'invenzione del World Wide Web e nel 1995 c'era già un motore di ricerca, Thomas .

Noi, dopo una quantità di soldi spesi a vuoto per un progetto innovativo (Normeinrete, finito nel nulla), abbiamo "Normattiva", che poi è la Gazzetta ufficiale, il cui modello informatico risale a una data imprecisabile del secolo scorso. 
Ritornerò presto sull'argomento. Nel frattempo, qualcuno riesce a trovare il testo vigente – ufficiale – della legge sul diritto d'autore?

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