Non si arresta il flusso di e-mail e di interventi sulla questione del decoder
"coattivo" imposto dall'operatore satellitare Sky Italia a tutti i
suoi abbonati. La protesta è sempre la stessa: non possiamo vedere tutti i
canali che vogliamo, non possiamo impostare l'accesso rapido ai nostri
preferiti, la qualità del suono è scadente, abbiamo speso una bella cifra per
il decoder "unico" imposto dalla legge e ora non possiamo più
usarlo...
La conclusione è: come possiamo far valere i nostri diritti?
La prima risposta che viene alla mente è semplice: ci sono associazioni di
consumatori il cui compito è anche quello di tutelare i diritti dei loro
associati, interpellando con decisione le autorità di garanzia che
dovrebbero intervenire per far cessare gli abusi. Ma non sembra che le
associazioni stiano svolgendo azioni veramente incisive e le autorità o non
trovano nulla di irregolare nella situazione o sono in tutt'altre faccende
affaccendate.
Ci sono anche altri problemi che riguardano in primo luogo le imprese che
costruiscono e distribuiscono apparati di ricezione, alle quali non viene
concessa la licenza per realizzare apparati compatibili con la codifica NDS
adottata dal Sky. Non è solo una questione di concorrenza tra aziende, perché
in questo modo si limita la possibilità di scelta degli utenti. Per esempio,
non si può acquistare un decoder con audio a più canali.
Resta comunque il fatto che non si riesce a comprendere la logica di tutta la
questione. E quindi sarebbero molto utili le risposte a tre semplicissime
domande:
1. Perché Sky Italia non rende disponibili anche in Italia (come in altri Paesi
europei) le "cam" che rendono accessibili i canali ad accesso
condizionato anche (e in primo luogo) ai possessori del decoder
"unico" previsto dalla legge vigente?
2. Perché non si lascia all'utente la libertà di organizzare per
l'accesso rapido i propri canali preferiti?
3. L'ultima domanda è rivolta all'Autorità per le garanzie nelle
comunicazioni: perché non fa rispettare le norme sul decoder unico (art, 2,
c. 2 della legge 29 marzo 1999, n. 78 e delibera
216/00/CONS
della stessa Autorità)?
Su quest'ultimo punto occorre una considerazione. Sostiene Sky che la legge
è obsoleta perché fu emanata quando in Italia c'erano due principali operatori
satellitari, mentre ora ce n'è uno solo. La logica del ragionamento è
bizzarra: secondo questa tesi, era giusto semplificare la vita degli utenti quando c'erano due
operatori in concorrenza, oggi è normale complicarla in presenza di un solo
operatore!
Senza considerare che la "abrogazione per obsolescenza" non è
contemplata dal nostro ordinamento...
Aspettiamo le risposte.
(M. C.)
Per chi avesse perso qualche puntata della vicenda:
Sky: troppe sorprese vengono... dal cielo
di Dr. K - 09.09.04
Prove tecniche di non-trasmissione di
Manlio Cammarata - 09.09.04
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Ravà all'AGCOM - 23.09.04
L'Antitrust: Sky "conforme alla
prassi". Ma non finisce qui di Manlio Cammarata - 23.09.04
Decoder Sky, la denuncia di Adiconsum -
07.10.04
La blindatura dei contenuti non
passerà di Manlio Cammarata - 07.10.04
Decoder Sky, gli utenti chiedono aiuto -
21.10.04
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per le garanzie nelle comunicazioni - 18.11.04
Sky: al Senato interrogazione e risposta
- 18.11.04
L'esposto dell'Istituto Tito
Ravà alla Commissione europea -
16.12.04
I muri di gomma della società
dell'informazione di Manlio Cammarata - 16.12.04
20 gennaio: il caso Sky al Senato -
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