Messaggi
successivi del 1999
17. Le sorprendenti proposte della Namining Authority
italiana
Subject: Sulle sorprendenti proposte della
Naming Authority
Date: Sun, 4 Jul 1999 01:04:23 +0200
From: Vittorio Moccia <v.moccia@itb.it>
Organization: ITB-MNT
Salve !!!
Vi prego di leggere con la dovuta attenzione questa e-mail
inviata
- al Garante per le Telecomunicazioni;
- al Ministero delle Telecomunicazioni;
- alle associazioni telematiche PeaceLink (di cui faccio parte),
ALCEI, SottoVoce, Citta' Invisibile ed ANUIT, operanti da anni
in Italia;
- al Senatore Semenzato del gruppo Verdi (che ha mostrato particolare
attenzione per tutte le problematiche relative ad Internet
ed ai Diritti Telematici) e ad altri rappresentanti del
parlamento
- alla rivista telematica Interlex
Questa mail verra' diffusa pubblicamente in tutte le liste di
discussione relative ai temi del diritto telematico e sul sito
Peacelink http://www.peacelink.it/tutelarete/na1.htm
Gia' nei mesi scorsi abbiamo denunciato pubblicamente e piu' volte
la propensione commerciale mostrata da almeno due anni dalla
Registration Authority.
L'ente suddetto si occupa della registrazione dei domini internet
italiani, e, nonostante la sua forte connotazione pubblica, ha,
a nostro avviso, piu` volte calpestato il diritto alla visibilita`
in rete dei gruppi deboli, il non profit associazionistico e culturale.
Sintesi di questa nostra denuncia e' presente al link
http://www.senato.it/verdi/pckverdi.htm
E purtroppo....
Leggo in queste ore una sconcertante dichiarazione del presidente
del Comitato Esecutivo della Naming Authority, l'ente che stabilisce
le normative dell'Internet Italiana, secondo la quale tra breve tutte
e soltanto le *entita' commerciali* aventi diritto alla registrazione
di un dominio .it potranno registrare anche piu' di un solo dominio
(al momento infatti in Italia ogni entita' puo' registrare un solo
dominio .it)
Da questa possibilita' vengono ancora una volta escluse associazioni
e, per di piu', gli enti pubblici.
Chiediamo al Garante, che pur dovrebbe essere presente nel Comitato
Esecutivo della NA con un suo rappresentante, di intervenire in fretta,
tutelando il *pari diritto* di tutti i cittadini all'accesso alla rete
internet italiana e dando un suo parere definitivo su tutte le delicate
questioni del Naming e dei costi di registrazione dei domini italiani.
Chiediamo inoltre alle forze politiche e culturali di prendere posizione
su queste sorprendenti decisioni nella Naming.
Troviamo estremamente ingiuste discriminazioni dei cittadini basate
sulla "partita iva"; riteniamo doverosa la tutela delle entita' deboli
della rete Internet (associazioni non profit, gruppi culturali, etc);
ci sorprendiamo nel constatare che perfino agli enti pubblici venga
riservato dalla NA un trattamento di "serie B".
Riporto per concludere la mia mail spedita, nella lista ITA-PE@nic.it,
al presidente del Comitato Esecutivo sulla suddetta questione.
Cordiali Saluti
Ing. Vittorio Moccia
Responsabile Campagna PeaceLink "Tutela del non profit in Rete"
http://www.peacelink.it/tutelarete
This is a forwarded message
From: Vittorio Moccia <eagle@itb.it>
To: ITA-PE@nic.it <ITA-PE@nic.it>
Date: Saturday, July 03, 1999, 11:48:41 PM
Subject: Comunicato del Comitato esecutivo NA, siamo alle solite
=================Original message text===============
Salve !!!
Thursday, June 24, 1999, 10:48:56 AM, you wrote:
EF> Roma, 24.6.99
EF> Buongiorno!
EF> Si comunica ai membri della Naming Authority che il Comitato
EF> esecutivo, riunitosi a Bologna il 14 giugno 1999, ha deliberato che le
EF> nuove regole di naming seguiranno i seguenti principi:
[...]
EF> 7: I soggetti indicati al punto B.1.2 delle attuali regole di naming,
EF> purche' dotati di partita iva, possono registrare un numero illimitato
EF> di dominii.
Non capisco per quale motivo solo i soggetti dotati di partita IVA
dovrebbero poter registrare piu' di un dominio.
Fino ad ora le regole parlavano di 4 entita' di "pari diritto"
ben precise, aventi diritto a registrare un solo dominio:
Liberi Professionisti, Societa', Pubbliche Amministrazioni,
Associazioni.
Gradirei sapere che fine hanno fatto le due ultime categorie ed in
base a quali criteri al "B.1.2 Settore Commerciale" sia stato
concesso un simile "privilegio" (ci sono settori di enti poubblici
che sono stati costretti a registrare .org perche' non potevano
sfruttare piu' di un dominio .it). Continuo ad esser sempre piu'
convinto di quanto sia pesante la "propensione commerciale" su cui
NA ed RA basano ultimamente un po' tutte le loro proposte e/o
decisioni. Forse, oltre a rappresentati di "studi legali" e
"attivita' commerciali" di vario tipo, si potrebbe portare
nel Comitato Esecutivo anche qualche rappresentante di
associazioni telematiche operanti da tempo in Italia (butto
un paio di nomi: ALCEI, Peacelink) e ovviamente aumentare la
presenza del "pubblico" (ad esemopio qualche coordinatore
di Reti Civiche)
Mi chiedo per inciso quale sia stato il ruolo del Garante in
queste proposte (mi riferisco a Francesco Nonno), visto che mi
sembrava il Garante volesse affrontare di persona il complesso
di tutte le questioni di Naming Italiano, come affermato dallo
stesso commissario Manacorda. Chiederemo, chiederemo...
Segnalo poi un mio disappunto. La Naming continua a svolgere riunioni
in cui non si affronta una volta per tutte la questione della
"identificabilita`" dei domini. I domini non sono marchi, si e'
scritto decine di volte qui dentro ed altrove, ma restano pur
sempre strumenti di identificabilita`.
Mi farebbe piacere capire se anche su questo punto la Naming intenda
"lasciar correre" o se, nella gestione delle dispute sui nomi a
dominio,
si abbia come riferimento il principio di identificabilita', fatto
salvo il criterio che tra due litiganti con egual "diritto" su un
certo
dominio, il primo ad arrivare non sia tenuto poi a cederlo, salvo casi
di violazione di Netiquette.
EF> I soggetti non dotati di partita IVA possono registrare un
EF> solo dominio.
Vedi sopra
Cordiali Saluti
Ing. Vittorio Moccia
ITB-MNT
Subject: Ancora su Naming e Registration Authority
Date: Sun, 4 Jul 1999 13:00:33 +0200
From: Vittorio Moccia <v.moccia@itb.it>
Organization: ITB-MNT
To: v.moccia@itb.it
Salve !!!
Questa mail segue la mia precedente sulle questioni relative
all'operato di Naming Authority e Registration Authority,
gli enti che, come gia` scritto, normano e gestiscono Internet
in Italia.
Ricevo, dopo mia formale protesta sulla lista ITA-PE@nic.it,
una mail di Claudio Allocchio, presidente della Naming Authority,
datata 4 luglio ore 00.58, nella quale, contrariamente a quanto
deducibile dal comunicato del Comitato Esecutivo che ha suscitato
le mie perpessita', mi si assicura che
- Le uniche entita` che in Italia non avranno diritto
alla registrazione di piu` di un singolo dominio saranno
i liberi cittadini privi di partita IVA e per di piu'
il dominio non potra' essere di secondo livello.
Al momento, per la cronaca, i liberi cittadini che non svolgano
attivita` commerciale *non* possono usufruire di alcun
dominio .it, cosa che e' nei fatti possibile per altri TLD,
tra cui quelli gestiti da Internic.
- La possibilita' di registrare piu` di un dominio verra'
viceversa riservata non solo esclusivamente alle attivita`
commerciali, come appariva dal comunicato del CE, ma
anche agli enti pubblici ed alle associaizoni, ovvero,
in sintesi, a tutte le entita' che fino ad ora gia'
avevano diritto a poter registrare un solo .it in Italia.
Aspettiamo in ogni caso, dati i precedenti, conferma definitiva
su questa ulteriore versione dei fatti.
Nonostante l'ultima precisazione della NA, ribadiamo pero`
la sostanza delle nostre critiche: continua a nostro avviso a
delinearsi un regolamento, nei criteri di gestione dell'Internet
Italiana, che persevera nell'obiettivo di operare discriminazioni
sui cittadini, basate su criteri monetari (e' quanto meno singolare
che un libero cittadino possessore di partita IVA abbia piu' diritti
alla visibilita` di una altro cittadino che non svolga attivita`
commerciali).
Nel contempo estremamente burocratici e discriminatori continuano
a rimanere le regole di pagamento dei domini (il meccanismo italiano
e' unico al mondo) cosi' come restano altamente nebulose le logiche
in base alle quali la Naming Authority vorrebbe operare come arbitro
per le dispute di entita' sui nomi a dominio (ci chiediamo tra
l'altro se l'NA abbia qualche delega particolare del Ministero delle
Telecomunicazioni o dal Garante per poter svolgere attivita' di
arbitrato).
Ribadiamo pertanto la necessita` che il Garante faccia al piu`
presto chiarezza su tutte le questioni che regolano l'Internet
italiana, soprattutto alla luce di una crescita esponenziale
della rete, che rende indispensabile la stesura di regole di
gestione del .it semplici, chiare ed ordinate, in cui sia ben
definito "chi" delega "cosa", "chi" ha il potere
di far "cosa"
e nelle quali venga assicurato il *pari diritto* nell'accesso
al .it da parte di tutti i cittadini, per una crescita
bilanciata ed ordinata della rete.
Cordiali Saluti
Ing. Vittorio Moccia
Responsabile Campagna PeaceLink "Tutela del non profit in Rete"
http://www.peacelink.it/tutelarete
Premesso che la questione dei conflitti tra nomi
a dominio e marchi di impresa è stata ormai risolta dalla giurisprudenza nel
senso dell'applicazione delle regole sulla concorrenza anche alle denominazioni
dei siti, non resta che chiedere all'Autorità per le garanzie nelle
comunicazioni di intervenire e mettere ordine, dettando norme che assicurano
parità di diritti dei cittadini e delle imprese e delimitazione dei poteri
dell'autorità di naming.
Resta soprattutto una curiosità: il nuovo ordinamento mondiale della rete ha
abolito ogni monopolio per la registrazione dei nomi a dominio: come mai in
Italia continua a esserci una sola struttura per l'assegnazione dei domini .it? (M.
C.)
16. Ma c'è davvero un sito del Garante?
Subject: Sito internet del
Garante della privacy
Date: Thu, 17 Jun 1999 19:03:18 +0200
From: xxxxx
To:
Egregio direttore,
navigando alla ricerca di siti della pubblica amministrazione ho scoperto che il
sito www.privacy.it, sarebbe il sito del Garante per la protezione della
privacy, secondo quanto si può leggere sia in Yahoo alla url
www.yahoo.it/Istituzioni/Diritto/Privacy, che in Tiscali alla url
web.tiscalinet.it/mdmjuris/autority.htm.
Però nel vostro elenco viene indicato come "sito non ufficiale".
Potrei sapere da che parte è la verità?
Distinti saluti.
xxxxxx
(Vorrei che il mio nome non fosse indicato in caso di pubblicazione di questa
lettera)
E' molto strano, anche perché nella
home page del sito in questione c'è scritto "Questo sito è gestito dalla
Polytecna S.r.l., Società privata con una particolare specializzazione in
materia di tutela della privacy". Una svista è sempre possibile, due sono
un po' troppe, a meno che il secondo non copi il primo senza fare alcun
controllo. Qualcuno può spiegarci il mistero? (M. C.)
15. Propaganda elettorale su Internet
Subject: Propaganda elettorale
su Internet
Date: Thu, 10 Jun 1999 12:01:15 +0200
From: Roberto Cicciomessere <r.cicciomessere@agora.stm.it>
Organization: Agorà
To:
Caro Cammarata,
le sottopongo alcuni quesiti a proposito degli eventuali limiti posti
dalla legge alla propaganda elettorale su Internet, a partire da una
vicenda che abbiamo vissuto in prima persona.
Ecco i fatti.
In questi giorni Agorà ha curato la presenza della Lista Emma Bonino
sulla rete Internet, in particolare per quanto riguarda la diffusione a
pagamento di banner di propaganda elettorale su vari siti Web (.......).
Non le racconto nel dettaglio le mille difficoltà a cui siamo andati
incontro in seguito alla pretesa delle società in questione di applicare
anche su Internet la disciplina prevista dalla legge 515 del 1993. In
particolare è stato richiesto all'inserzionista d'inserire in un banner
di pochi centimetri quadrati il nome per esteso del committente, la
scritta "propaganda elettorale" e soprattutto di adeguarsi alla
disposizione che imporrebbe, sempre nello spazio di pochi centimetri,
l'esplicito riferimento al programma elettorale e il divieto di soli
slogan elettorali.
Una delle società che gestisce la pubblicità è giunta persino a
sindacare il contenuto del sito del committente (www.emmaforeurope.it) a
cui rimandava il banner, richiedendo ed ottenendo da parte della Lista
Bonino la sottoscrizione di una liberatoria con cui il committente non
solo s'impegnava "a conformare i banner alla normativa vigente in
materia di propaganda elettorale ed in particolare a quanto disposto
dalle leggi n. 81/93 e n. 515/93, nonché dai regolamenti emanati
dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni" ma dichiarava anche
"che i contenuti veicolati all'interno del sito - al quale sarà
possibile accedere tramite un collegamento inserito nel banner di cui
sopra - saranno rigorosamente conformi a quanto previsto dalla normativa
vigente, con particolare riguardo alle leggi ed ai regolamenti
menzionati".
Concludeva questa liberatoria "autorizzando" la società
pubblicitaria,
"qualora doveste riscontrare una difformità tra i contenuti presenti
all'interno del nostro sito e la normativa applicabile, a disattivare -
qualora sia possibile - il collegamento tra il banner da noi
commissionato all'interno del vostro sito ed il nostro sito da ultimo
menzionato. Se non sarà possibile disattivare tale collegamento, vi
autorizziamo a sospendere la diffusione dei nostri banner".
Questa ultima richiesta era stata motivata verbalmente dalla presenza
nel sito del committente (Lista Bonino) di un servizio di vendita con
carta di credito (non di divulgazione!) dei risultati dei sondaggi
elettorali.
Inutilmente abbiamo cercato di convincere le società pubblicitarie circa
l'assurdità delle richieste avanzate, sostenendo che la legge speciale
del 1993 si riferisce espressamente ed esclusivamente alla propaganda
elettorale veicolata attraverso la stampa e la televisione che, a nostro
avviso, non si può estendere per analogia ad un altro mezzo con
caratteristiche del tutto diverse. Così come inutili sono state le
rimostranze a proposito della "liberatoria" che si configura come una
illegittima intromissione nel contenuto di un Web di un partito a cui il
banner semplicemente rimanda, al pari di un indirizzo stradale.
Per non farla troppo lunga, le chiedo se l'estensione ad Internet delle
norme previste dalle leggi elettorali prima citate è legittima, in
particolare nel caso in cui il sito che ospita il banner di propaganda
appartiene ad una testata giornalistica. Le chiedo infine se anche il
termine dell'11 giugno per la diffusione sulla rete dei banner , e in
generale di pubblicità elettorale, appare effettivamente vincolante in
considerazione del fatto che altre forme di propaganda (per esempio la
diffusione di volantini) può proseguire fino alla chiusura dei seggi.
Cordiali saluti,
Roberto Cicciomessere
Amministratore unico di
Agorà telematica S.p.A.
Valga per le prossime elezioni
quello che ho scritto pochi giorni fa (Spazi
elettorali e limiti alla libertà di espressione)
e che non posso che ripetere: quando l'informazione sull'internet è
"stampa", valgono le norme in materia, quindi nel codice di
autodisciplina che gli editori sono obbligati ad adottare ci devono essere anche
le regole per gli spazi sul Web. Quando il sito non è iscritto nel registro
della stampa, o non è l'edizione telematica di una pubblicazione cartacea o
radiotelevisiva registrata, non c'è motivo di porre limiti alla libertà di
espressione. Ogni provider deve essere libero di "autoregolarsi". Per
il resto valgono le norme generali, che Cicciomessere correttamente richiama. Ma
c'è sempre chi non capisce e chi non vuol capire. (M. C.)
14. Mamma Telecom e i piccoli provider
Subject:
Date: Fri, 28 May 1999 13:47:24
From: Annarita Saluzzi <annarita@luda.it>
To:
[...] Mi chiamo Annarita Saluzzi e gestisco un nodo
Internet nelle zone di Rosignano, Cecina e Livorno. Dopo circa un anno di
attività decisi di dismettere le linee entranti che avevamo per passare ad un
accesso E1 per gestire 30 linee, chiesi quindi la dismissione delle linee
precedenti che puntualmente mi venivano fatturate, ci siamo visti arrivare
inoltre una bolletta di circa 18 milioni per una linea solo entrante, ci siamo
visti addebitare sulla linea Interbusiness diamante plus cifre come 27 milioni a
bimestre per una 128 ed ancora 18 milioni ed oltre... Naturalmente tutto questo
veniva da me contestato con lettere e fax vari per tutta risposta pur avendo
pagato regolarmente tutte le altre bollette telecom mi sono vista tagliare le
linee telefoniche in entrata (che amo sottolineare erano pagate regolarmente) ed
ho sempre attiva (onestamente non so per quanto tempo ancora) la linea
Interbusiness oggetto di contestazioni varie. Puoi capire come questa situazione
porta tutti noi che avevamo iniziato questa attività con entusiasmo e ottimismo
ad uno stato di profondo sconforto e pessimismo. Rischiamo di vedere disattese
tutte le nostre aspettative ed il futuro che pensavamo di costruire.
Domando: ma per quanto tempo ancora mamma telecom potrà fare il bello e cattivo
tempo a danno di noi piccoli che abbiamo la disgrazia di incappare nelle sue
grinfie? Siamo andati a Firenze per capire che cosa stesse accadendo, non
risultavano loro pagamenti REGOLARMENTE documentati, e tantissime altre cose che
non sto qui ad elencarti. Puoi portare a conoscenza di tutti coloro che ti
seguono con attenzione questa nostra storia? Sono venuta inoltre a conoscenza
che altri provider come me hanno subito la stessa sorte, ma vuoi sapere la cosa
tragicomica? Tutti erano anche clienti infostrada. Lascio a te le conclusioni.
Ci siamo rivolti ad un Tribunale ed il giudice ha emesso un provvedimenti di
urgenza, che troverai a http://www.luda.it/SIP_Telecom/
che veniva regolarmente notificato in data 26/ ma nonostante tuttoi cio' le
nostre linee sono ancora disattive con notevoli disagi e perdita di immagine
[...]
Tragicomica? (M. C.)
13.
Pubblicità elettorale sul web?
Subject: Pubblicità
elettorale sul web
Date: Tue, 25 May 1999 22:58:54 +0200
From: xxxxxx
To:
Per la pubblicità elettorale sul web, valgono le stesse norme per l'editoria e
la radiotelevisione?
Oppure non essendoci una norma precisa si possono realizzare siti internet per i
candidati ad esempio dell'europee, e pubblicizzarli con dei banner sulle home
page di vari siti.
Grazie, per una sua risposta , e complimenti per il servizio che mette a
disposizione.
La pregherei di omettere i miei dati , grazie.
Credo che il problema
dell'estensione all'internet della normativa che regolamenta l'uso di stampa e
televisione, semplicemente non sia un problema.
Le testate telematiche regolarmente registrate sono per ciò stesso assoggettate
alla normativa di settore, mentre per il resto, non vedo la necessità né di
estendere analogicamente né di ipotizzare norme specifiche.
L'internet, a differenza di stampa e televisione, è un mezzo di comunicazione
personale non controllato da gruppi o da istituzioni (o per lo meno, non ancora)
e non è soggetto (almeno per ora) a restrizioni sull'accesso e sull'impiego.
La ratio delle norme che regolano l'accesso al sistema dell'emittenza
radiotelevisiva è chiaramente quella di garantire, per quanto possibile,
un'effettiva pariteticita di fruizione del mezzo (non parleroò di par
condicio che, essendo un istituto del diritto fallimentare, rischierebbe di
essere un clamoroso caso di umorismo involontario). E' chiaro che nel caso
dell'internet il problema non si pone, o si pone in termini non così gravi.
Del resto, se ai candidati è consentito inondare le cassette postali con
"santini" elettorali e quant'altro, non si vede perché privarli del
diritto di fare lo stesso con l'e-mail.
Per fortuna che, almeno sulla carta, in Rete c'è la netiquette, ma a
limitare l'abuso degli altri sistemi di comunicazione, nemmeno quella.
Per una volta, sarà l'internet a regolamentare il resto del mondo? (Andrea
Monti)
12. E- mail dei parlamentari: non disturbate il
manovratore...
Subject: 11. Mail bombing
nelle caselle dei parlamentari: quali caselle?
Date: Fri, 14 May 99 10:58:24 +0000
From: grossi@iol.it
To:
Desidero segnalare che nel sito della Camera dei Deputati www.camera.it sono
pubblicate le caselle e-mail dei deputati, a partire dal link "composizione
della camera".
E' quindi possibile dare seguito alla proposta di una sensibilizzazione
"mirata" di alcuni parlamentari.
Con i migliori saluti
P. Grossi
E' vero e non è vero: con
un'affannosa e lentissima ricerca si può arrivare alla pagina http://www.camera.it/deputati/composizione/01.camera/01.deputati.asp,
che contiene l'elenco dei deputati. Si sceglie un nome, si fa clic sull'icona e
compare una pagina ".asp" con un modulo che invia una e-mail al
parlamentare. Non è un "mailto", che mostra l'indirizzo del
destinatario: per trovarlo occorre pazienza, perché bisogna risalire al
sorgente della pagina.
Invece del sito del Senato non è nemmeno prevista la possibilità di
mandare messaggi ai senatori, o se c'è è nascosta molto bene. Insomma,
"non disturbate il manovratore" e, soprattutto, non mandate più di un
messaggio alla volta, se per caso riuscite a scoprire come si fa!
E poi ci vengono a parlare di "democrazia elettronica". Signori
deputati, signori senatori, andate a vedere il sito del Senato
degli Stati Uniti, nella cui pagina di
apertura il link in maggiore evidenza è "Connect with your senators"...
A proposito di "sensibilizzazione mirata": sarebbe bello se
qualche parlamentare che legge queste note ci scrivesse per comunicarci la sua
disponibilità a occuparsi del problema del diritto di accesso alle leggi. Con
InterLex è facile: basta fare clic sulla busta:
(M. C.)
11. Mail bombing nelle caselle dei parlamentari:
quali caselle?
Subject: Gazzetta Ufficiale
Date: Tue, 27 Apr 1999 10:10:27 +0200
From: "GianPaolo Coppola" <coppolagp@imperiali.com>
To:
Ho molto apprezzato la Sua presa di posizione a proposito della disponibilità
dei testi normativi in rete, e trovo ridicolo che uno Stato che si fa bello di
approvare normative sulla firma digitale non metta on line la legislazione
vigente.
Una idea può essere che da Interlex venga lanciata una "campagna di
pressione" diretta nei confronti di qualche parlamentare o componente del
Governo. Io penserei a Bassanini, anche se non è disponibile un suo E-mail. La
cosa potrebbe essere facilitata dalla disponibilità delle E-mail personali dei
Deputati (facendo attenzione a non fare una sorta di spamming a danno dei
parlamentari), tra i quali probabilmente Lei conoscerà qualcuno disponibile ad
affrontare il problema (che tocca interessi economici abbastanza sostanziosi).
Mi sembra comunque che Interlex si stia diffondendo sempre di più tra i
"giuristi digitali" e possa essere un valido punto di partenza per
iniziative di questo genere.
Cordialmente,
Gian Paolo Coppola
Più che di spamming si
tratterebbe di bombing, ma la questione non cambia. In realtà la
"campagna di pressione" da parte della nostra rivista è già in atto
da tempo. Infatti risulta dalle statistiche operate sui LOG del server che
InterLex è consultata spesso dai parlamentari. I quali, però, si guardano bene
dal far pubblicare nei siti della Camera e del Senato i propri indirizzi e-mail.
Forse proprio per non ricevere questo tipo di messaggi. E' molto grave,
soprattutto se si considera che da un paio d'anni a tutti i
parlamentari è stato dato un computer ed è stato assegnato un indirizzo
e-mail.
Il fatto è che non siamo in America, dove gli eletti si sentono realmente
"rappresentanti" degli elettori e nei siti delle assemblee sono in
bella evidenza gli elenchi delle e-mail. Qui vige il principio di "non
disturbare il manovratore", a meno che il disturbo non abbia benefici
effetti sui risultati elettorali. Eppure pochissimi parlamentari che si sono
accorti che gli utenti dell'internet in Italia si contano ormai a milioni. (M.C.)
10. Citazioni Web: risponde il professor
Pasquale Costanzo
Subject: citazioni web
Date: Tue, 27 Apr 1999 12:30:26 +0200
From: "P.C." <costituz@unige.it>
To:
Mi riferisco al quesito posto dallo studente in merito alla citazione di siti
web (ma aggiungerei anche di qualsiasi materiale reperibile in Rete con le più
diverse applicazioni, visto che ciascun dato - documento, programma, ecc. - ha
un suo indirizzo ben preciso).
Al quesito ha già risposto adeguatamente Manlio Cammarata. Da parte mia, vorrei
aggiungere, per venire incontro allo scrupolo dello studente, ciò che consiglio
ai miei laureandi, ossia l'indicazione (non in nota: appesantirebbe troppo, ma)
in bibliografia della data di consultazione. In questo modo, il successivo
mancato reperimento del documento rimanderebbe solo alla responsabilità del
content provider e alla sua eventuale trascuratezza.
Cordialità.
Prof. Pasquale Costanzo.
http://www.giuri.unige.it/prog/anno/giuri/testi/costanzo.html
9. "Sconsigliate" nelle tesi le
citazioni dal Web!
Subject: I suoi articoli e le
riviste cartacee
Date: Sat, 17 Apr 1999 12:49:24 +0200
From: "Alessandro De Antoniis" <aldant@iname.com>
To:
Gentile dott. Cammarata,
vorrei intanto farle i complimenti e ringraziarla per l'utile lavoro di
informazione che svolge con Iterlex. Sono un laureando presso l'istituto di
diritto civile della facolta' di giurispridenza della Sapienza ed Interlex e' un
insostituibile aiuto per le mie ricerche.
Le scrivo perche' vorrei citare nella mia tesi alcune frasi del suo articolo
"Un progetto gigantesco" del 15.03.99 sulle regole tecniche per la
firma digitale, parte 1. Purtroppo in istituto mi e' stato sconsigliato di
inserire nelle note indirizzi di pagine web perche' sono considerati indirizzi
che vengono cambiati spesso e rendono impossibile un controllo delle fonti a
distanza di tempo. Vorrei allora chiederle se l'articolo in questione è stato
pubblicato anche su una rivista cartacea. In questo modo potrei inserire gli
estremi della rivista nella nota.
La ringrazio moltissimo delle informazioni che vorra' fornirmi.
Cordiali saluti
Alessandro De Antoniis
Prima di tutto, grazie per
l'apprezzamento.
La sua mail fa il paio con quella di una sua collega, alla quale un docente ha
sconsigliato di inserire pagine di internet nella bibliografia della tesi,
perché "non sarebbe serio".
A questi "sconsigli" si può rispondere che la differenza tra una
rivista di carta e una rivista on-line è prima di tutto nella tempestività e
poi proprio nella reperibilità degli arretrati: proviamo a cercare un articolo
del '95 o anche solo dell'anno scorso su una pubblicazione tradizionale o
sull'internet! Quante bliblioteche dobbiamo girare, quanto tempo occorre per
avere un arretrato, ammesso che si sappia esattamente quale arretrato cercare?
Va detto anche che, statisticamente, i cambi di indirizzo Web sono molto pochi:
è più facile che una pagina rimanga dimenticata per anni alla stessa URL,
piuttosto che cambi sito. E in ogni caso, quando una pubblicazione seria cambia
indirizzo, lascia sempre un rimando al nuovo.
Infine, nelle tesi sulle tecnologie dell'informazione mi sembra molto più
appropriato citare recenti fonti telematiche che vecchie fonti cartacee, come
quelle in uso nelle facoltà di giurisprudenza italiane (a quanto pare il lupo
perde il pelo, ma non il vizio).
Ah, dimenticavo la domanda: la risposta è "no", al momento non ci
sono versioni cartacee dei miei articoli su InterLex. Anche perché chi li vuole
su carta non deve fare altro che stamparseli... magari per allegarne qualche
pezzo alla tesi di laurea. (M. C. )
8. DLgs 103/95: aspettando l'Autorità per le
garanzie
Subject: Dichiarazione o
autorizzazione?
Date: Thu, 08 Apr 1999 17:36:10 +0200
From: Roberto Facente <facente@krol.it>
Organization: Italsistemi S.r.l.
To:
Salve,
essendo clienti Interbusiness, con collegamento CDN, vorremmo sapere se è
necessaria (forniamo servizio di accesso, e-mail, FTP ed HTTP) la dichiarazione
o l'autorizzazione da parte del Ministero delle Telecomunicazioni per lo
svolgimento di tale attività. RingraziandoVi per la collaborazione e
complimentandoci per l'ottimo servizio offerto, porgiamo distinti saluti.
Roberto Facente
Italsistemi S.r.l.
Kroton On Line
http://www.krol.it
Subject: autorizzazione/dichiarazione provider
Date: Thu, 08 Apr 1999 10:12:06 +0200
From: loris <loris@mdcom.it>
To:
Salve sono Antonio Lori di Alba Adriatica, non riesco a trovare i moduli
per la dichiarazione o autorizzazione da inviare alle poste e telecomunicazioni,
vi sarei grato se potreste essermi di aiuto. grazie
Dovrei rispondere, come al solito,
"cercate su InterLex". Infatti la risposta alla prima domanda è nelle
FAQ sul DLgs
103/95, mentre i moduli sono alla fine
del DPR
420/95.
In verità non ho più risposte, perché dovremmo essere nel regime europeo
delle "autorizzazioni generali", che non sono più di competenza del
Ministero, ma dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Che fino a
oggi non ha emanato norme in materia, né dato risposta ai quesiti formulati
dalla nostra rivista con una lettera
aperta al presidente Cheli, lasciando
nell'incertezza (e in balia di discutibili azioni poliziesche) centinaia di
operatori.
Che fare? Provate anche voi a scrivere all'Autorità. L'indirizzo è autorgaranzie@comune.napoli.it
(M. C.)
7. Rassegna stampa, un'ottima idea
Subject: complimenti
Date: Tue, 6 Apr 1999 17:41:33 +0200
From: "giuseppe gaspari" <ggaspari@brutium.it>
To:
Complimenti per la Vostra iniziativa, chi come me opera nel settore delle
consulenze ICT ne sentiva l'esigenza, credo che in futuro una buona rassegna
stampa di supporto, suddivisa per argomenti, aumenterà il valore del Vostro
sito sia in contenuti sia in visibilità.
Complimenti ancora e buon lavoro.
Con i migliori saluti
Giuseppe Gaspari
Grazie per i complimenti. Quella
della rassegna stampa è un'ottima idea. Ma chi è disposto a fare, gratis, una
puntuale rassegna stampa per InterLex degli articoli che interessano l'internet
e la nostra materia in generale?
Difficile trovare un volontario per un lavoro così massacrante... Però tutti i
lettori potrebbero segnalare gli articoli che incontrano, sarebbe molto utile. (M.C.)
6. Panico da virus
Subject: Cancella
Date: Tue, 30 Mar 1999 00:06:16 +0200
From: "xxxx" <xxxx@xxxxxxxxx.it>
To:
CANCELLA
Con la presente chiedo di essere cancellato dal vostro servizio in ragione di
prevenire il pericoloso virus MELISSA che si stà diffondendo in questi giorni
(fonte: sito de il sole 24ore).
Suggerendovi di prendere precauzioni porgo
DISTINTI SALUTI.
Caro amico,
"per fortuna" ha sbagliato la procedura e il suo indirizzo non è
stato cancellato. Ma, chiedo, ci vuole tanto a seguire le indicazioni che sono
contenute nella stessa e-mail di aggiornamento? C'è scritto di seguire le
istruzioni riportate alla pagina http://www.interlex.com/aggiorna.htm.
Che dicono di inviare un messaggio come risposta alla stessa e-mail, senza
cambiare l'oggetto. Invece lei, come tanti, manda un messaggio a me, con un
oggetto diverso...
Per fortuna, dicevo, perché non c'è nessun rischio di ricevere virus dai
messaggi di aggiornamento di InterLex. Il perché può scoprirlo dall'articolo
"Internetfobia, un
malanno sempre più grave". (M.C.)
5. Gli adempimenti della legge 675/96
Subject: Notifica trattamento
dati ISP 1999
Date: Thu, 25 Feb 1999 19:57:31 +0100
From: Bruno Lazzoni <bruno.lazzoni@rodinet.com>
Organization: Rodinet S.a.s. di Bruno Lazzoni & C.
To:
Salve,
sono amministratore di un provider (www.mcn.it) attivo da giugno 1998
(aut. min 728).
Cosa dobbiamo fare per la notifica dei dati degli utenti ?
Tutte le notizie che ho trovato sul Vs WEB (organizzato molto bene)
parlano della data di scadenza del marezo 1998 ma non si dice niente sul
1999 o se ci sono delle scadenze che si ripetono.
Grazie per informazini al riguardo
Saluti
Bruno Lazzoni
Ho scelto a caso una delle tante
lettere che chiedono informazioni sugli adempimenti richiesti dalla legge
675/96, e sono altrettante quelle che riguardano il DLgs 103/95. Non dovrebbe
essere difficile trovare le risposte sulle nostre pagine (in particolare, le FAQ
sulle dichiarazioni e domande di autorizzazione non hanno più lacune, fino a
questo momento).
Per quanto riguarda la legge sui dati personali, l'informazione richiesta è
nella legge stessa, in particolare all'articolo
7, comma 2: "La notificazione è
effettuata preventivamente ed una sola volta, a mezzo di
lettera raccomandata ovvero con altro mezzo idoneo a certificarne la ricezione,
a prescindere dal numero delle operazioni da svolgere, nonché dalla durata del
trattamento e può riguardare uno o più trattamenti con finalità correlate.
Una nuova notificazione è richiesta solo se muta taluno degli elementi indicati
nel comma 4 e deve precedere l'effettuazione della variazione".
Per quanto riguarda, in generale, la legge in questione, è bene consultare
l'elenco dei comunicati
del Garante, che offrono
un'interpretazione della legge alla portata di tutti e chiariscono molti dubbi. (M.C.)
4. Scrivi a InterLex: perché InterLex non risponde?
Subject: Direttive Europee
Date: Sat, 27 Feb 1999 15:27:49 +0100
From: xxxxxxx
To:
Egregi Signori
Vi ho scritto per la mia disperazione. Stò cercancdo invanamente la Dir 98/128
che riguarda gli scarichi fognari. Ho cercato su moltissimi siti da oramai una
settimana (anche le banche dati dell'europa on line). Sembra che il tema
ecologia sia indifferente a tutti; almeno in Italia. Anche sul Vostro sito non
sono riuscito a trovare nulla, forse perchè nemmeno Voi riuscite a reperire
queste Direttive. Sono davvero disperato, ho provato a telefonare al Ministero
dell'Ambiente e dopo ore di attesa non sono riuscito ad avere nulla.
Vi chiedevo cortesemente se poteste darmi uno o più URL dove trovare quanto
cerco (sicuramente avete più informazioni di me).
Scusate la mia logorroicità e accettate i miei più sinceri saluti e
ringraziamenti.
Subject: richiesta pubblicazione tesi
Date: Sun, 28 Feb 1999 10:51:18 PST
From: "luca perzan" <lucaluca@hotmail.com>
To: interlex@interlex.com
Spett.le INTERLEX
Ho provato più volte senza successo ad inviare questo messaggio all'indirizzo
tesi@interlex.com. Ho deciso allora di inviarlo a questo altro indirizzo. Spero
che non costituisca un problema.
Mi piacerebbe vedere pubblicata sul vostro sito la mia tesi di laurea.
Naturalmente rappresenterebbe una grande soddisfazione personale. Ma soprattutto
potrei contribuire al dibattito sui temi del diritto dell'informatica e anche
fornire ad altri studenti qualche informazione che ritengo utile. Inoltre vorrei
in qualche modo "ricompensare" con i risultati del mio lavoro chi mi
ha aiutato enormemente a realizzarlo fornendomi una quantità di preziose
informazioni.
Ho allegato un documento Word contenente l'indice della tesi
(seguono le informazioni sulla tesi)
Due messaggi, le stesse risposte,
purtroppo uguali a quella che ho dato una settimana fa alla e-mail che potete
leggere qui sotto. Devo tornare sull'argomento per fare qualche precisazione,
perché richieste di questo tipo arrivano a centinaia. Ma è necessaria una
premessa.
InterLex è il frutto del lavoro, assolutamente volontario e non retribuito, di
un giornalista e di alcuni giuristi che mettono la loro esperienza e le loro
conoscenze a disposizione di tutti. Gratis. Con tutta la buona volontà, non
possono rispondere singolarmente a tutte le richieste, fare ricerche per conto
di altri, o dare pareri su questioni (a volte complesse) che potrebbero essere
oggetto di consulenze professionali.
Comprendo la disperazione del lettore che chiede le norme europee sugli scarichi
fognari. Forse gli è sfuggito il fatto che InterLex è una rivista che si
occupa di diritto delle tecnologie dell'informazione e quindi la materia che a
lui interessa ci è del tutto estranea. Ma non dovrebbe essergli sfuggito quello
che è scritto nella pagina che compare quando si fa clic sull'icona della busta
"Scrivi a InterLex": "Tutte le lettere vengono prese in
considerazione, perché ci aiutano a venire incontro alle aspettative dei
lettori, ma non possiamo, di regola, dare risposte dirette. Soprattutto, non
possiamo rispondere a quesiti particolari né, tantomeno, ricercare o inviare
testi o fornire consulenze". Chiaro, no?
Ancora più chiaro dovrebbe essere l'avvertimento che compare, grande e in
rosso, nella pagina introduttiva della sezione "Tesi e ricerche":
"L'aggiornamento di queste pagine è sospeso a tempo indeterminato.
La casella e-mail <tesi@interlex.com> non è attiva".
L'ultimo aggiornamento delle pagine risale al gennaio '98, l'articolo che spiega
perché sono state chiuse compirà un anno tra pochi giorni. Eppure continuano
ad arrivare, in media, tre richieste ogni settimana!
Sembra che molti lettori in realtà... non siano lettori, cioè non leggano
quello che c'è scritto sul video, ma facciano solo clic sull'icona
"scrivi", sperando forse che si compia qualche miracolo. E se l'icona
non c'è più, come nel caso di "Tesi e ricerche", provano a scrivere
a un altro indirizzo, invece che cercare di capire perché, consultando le
pagine in questione.
L'internet non è la televisione, che si esplora con il telecomando un canale
dopo l'altro. L'internet è ricerca, indagine, esplorazione. Chiedere a
InterLex, come in un'altra recente e-mail, dove si possono trovare link di
interesse giuridico è il contrario dello spirito dell'internet, perché la
ricerca dei percorsi si fa proprio andando in giro per la rete e guardando tutto
con molta attenzione. Così si scopre che un elenco di centinaia di siti di
interesse giuridico è richiamato proprio nella riga sopra quella di
"Scrivi a InterLex"!
Scusate lo sfogo, ma quando la casella si ingorga di messaggi che non dovrebbero
arrivare, prima o poi la pazienza finisce.
Però la lettera di Luca Perzan contiene qualcosa di importante: l'offerta di un
contributo al dibattito sul diritto delle tecnologie, proprio quello che è
mancato nelle pagine di "Tesi e ricerche" e che ha portato alla
chiusura della sezione. Ed è un offerta che non deve essere rifiutata. Aspetto
dunque di ricevere il testo e valuterò, insieme a qualche altro componente del
comitato scientifico della rivista, se è il caso di pubblicarlo. (M.C.)
3. La registrazione dei periodici
telematici
Subject: richiesta
informazioni
Date: Sat, 27 Feb 1999 10:17:17 +0100
From: "Nicola" <nidaless@tin.it>
To:
Gentile redazione di Interlex.com,
anzitutto i miei sinceri complimenti per i contenuti espressi nel vostro sito:
sono davvero un esempio concreto di comunicazione democratica! Avendo scoperto
da pochissimo la Vostra esistenza in rete, ed essendomi già registrato per i
futuri collegamenti, sono con la presente mail a richiederVi gentilmente
informazioni sulle legislazioni vigenti in tema di informazione e giornalismo in
rete...
Probabilmente avrete già trattato l'argomento in precedenza, e in tal caso
gradirei sapere dove rintracciare tali articoli; in caso contrario la mia
specifica domanda è la seguente:
"... Se per la tradizionale stampa periodica, occorre l'iscrizione al
registro del Tribunale, assieme ai consueti requisiti relativi al Direttore
Responsabile iscritto all'albo dei giornalisti, tali normative sono
indispensabili anche per un sito web che voglia occuparsi anche di cronaca
locale, iniziative sociali ed altro con il supporto commerciale di sponsor
istituzionali?
RingraziandoVi per la cortese attenzione, unisco i miei cordiali saluti.
Nicola D'Alessandro (casainventata@casainventata.it)
Sì, abbiamo già trattato
l'argomento, al punto che un'apposita sezione della rivista dedicata a questi
problemi, L'informazione
su Internet.
Ora vorrei farle io una domanda: non ha
letto, caro "Nicola", le avvertenze
che appaiono quando si fa clic su "Scrivi a InterLex"? C'è scritto
che, prima di chiedere se abbiamo pubblicato qualcosa su un certo argomento, è
bene consultare gli indici o usare il motore di ricerca.
Riceviamo una quantità di lettere di questo tipo. Eppure è più facile fare
clic su un elenco di argomenti che pensare e inviare un messaggio e-mail,
sapendo che - c'è scritto anche questo - difficilmente si potrà avere una
risposta diretta. Chissà perché. (M.C.)
2. Il controllo delle carte di
credito
Subject: ancora problemi per
commercio elettronico
Date: Thu, 18 Feb 1999 14:23:51 +0100
From: "SONIA" <sonia@caen.it>
To:
...........
sono responsabile clienti di un provider di Viareggio, sono iscritta ad
InterLex, e consulto spesso il vostro sito che ritengo veramente un punto di
informazioni molto importante.
Mi rivolgo a voi prima di tutto prechè voglio sottolineare un altro dei mille
problemi che il commercio elettronico comporta, questa volta a svantaggio del
venditore.
Abbiamo scoperto proprio la scorsa settimana, che in Italia non vengono
effettuati controlli sulle carte di credito straniere, a fronte del numero di
carta e della data di scadenza.
E' capitato ad un nostro cliente che aveva aperto un negozio elettronico presso
di noi, vorrei sapere a chi ci si può rivolgere per andare a fondo della
questione, ed ancora quali tutele normative ci possono essere a questo riguardo.
......
Questo è uno dei tanti messaggi che
pongono domande sul commercio elettronico, ed è quindi opportuno incominciare a
chiarire i non pochi problemi legati a questa attività
Non è chiaro che cosa si intenda con la frase "non vengono effettuati
controlli...": il controllo consiste in una telefonata del venditore al
centro autorizzazioni (nel trattamento manuale) o in uno scambio di informazioni
automatico tra il POS del venditore e lo stesso centro. Dunque è un'operazione
che deve essere attivata dal venditore, che può farlo solo se ha una
convenzione con il centro di autorizzazione del circuito al quale è legata la
carta. In caso contrario, la verifica è praticamente impossibile ed è bene non
accettare il pagamento.
Ma il vero problema è un altro. Le complicazioni e i rischi del nascente
commercio on-line sconsigliano iniziative "fatte in casa". Chi vuole
vendere via Internet fa bene ad associarsi a una struttura di intermediazione,
che (fra l'altro) attiva la validazione della carta, validazione che assicura il
buon fine del pagamento. (M.C.)
1.
Antitrust e Autorità per le garanzie nelle comunicazioni
2. Subject: Re: InterLex n. 71
Date: Thu, 18 Feb 1999 18:26:40 +0100
From: ...................
To:
......................
La ringrazio per l'attenzione che riserva a tutti quanti la leggono. Attendevo
notizia per il pronunciamento dell'antitrust sulla questione Telecom. Ma
l'istruttoria presentata dalla Aiip non doveva essere esaminata entro il 19
gennaio? Tutto tace. Rimarra' inevasa come la lettera aperta inviata al
presidente Chieli?
.........................
L'Autorità Garante della
concorrenza e del mercato ha rinviato il termine per la chiusura del
procedimento in seguito a un'integrazione della denuncia presentata dall'AIIP
(si veda la notizia
pubblicata il 24 febbraio).
Per quanto riguarda la lettera
aperta inviata al presidente
dell'Autorità per le garanzie, non siamo negli Stati Uniti, dove una legge
fondamentale impone alle amministrazioni pubbliche di rispondere a qualsiasi
domanda di un cittadino che riguardi la loro attività (il Freedom
of Information Act, emanato nel 1966 ed
emendato nel '93 come "Electronic Freedom of Information Act"). A
parte le procedure previste dal FOIA, tutti gli uffici pubblici americani hanno
un indirizzo e-mail attraverso il quale comunicano sistematicamente con i
cittadini
Noi - escludendo i limitati diritti introdotti dalla legge 241/90 - dobbiamo
limitarci a confidare nella sensibiità dell'ufficio al quale ci si rivolgiamo.
Alcuni ignorano sistematicamente qualsiasi richiesta che non segua la trafila
burocratica (per esempio il Ministero delle comunicazioni), altri sono più
attenti agli stimoli che provengono dai cittadini (si veda, per esempio, la risposta
del presidente dell'AIPA a un nostro
articolo dell'anno scorso).
In ogni caso abbiamo ottimi motivi per ritenere che l'Autorità presieduta dal
professor Cheli si stia occupando della questione e confidiamo che presto ci
saranno novità positive. (M.C.)
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